In occasione della Festa dell'Unità a Palermo, il presidente del Partito Democratico commenta le dimissioni di Ferrante e risponde alle critiche avanzate dal ministro Musumeci.
Il presidente del Partito Democratico Stefano Bonaccini, europarlamentare e già presidente della Regione Emilia-Romagna, ha partecipato ieri alla festa dell’Unità organizzata dal suo partito a Palermo.
La giornata dem era stata caratterizzata da una lettera di dimissioni al curaro del presidente del PD Sicilia, Antonio Ferrante. Due i punti della lettera di Ferrante, cui Quotidiano di Sicilia ha dato ampio spazio, si incrociano con l’evento di ieri sera. Una riguarda il partito “ormai ombra di se stesso” per il quale, secondo Ferrante, “ciò che conta è un palco alle feste dell’Unità, anche se spesso sono di più i relatori che gli spettatori”; l’altro è lo scontro tra quella che per il dimissionario presidente PD Sicilia sarebbe stata, nelle intenzioni, la “boicottata” prima summer school del PD Sicilia e la festa dell’Unità cui ha preso parte il presidente Bonaccini assieme al senatore Alessandro Alfieri, al segretario regionale Anthony Barbagallo e buona parte del gruppo PD all’ARS.
Dimissioni Ferrante, Bonaccini a Palermo: “Mi auguro ci possa ripensare”
Su un punto, Ferrante non è andato molto lontano dalla realtà. Di fatto, a Villa Filippina, luogo della festa dell’Unità e dell’incontro pubblico con Bonaccini, al netto dei parlamentari siciliani presenti e dei disinteressati al bar, restava una platea di meno di un centinaio di persone. QdS ha chiesto al presidente Stefano Bonaccini un’opinione in merito alle dimissioni di Antonio Ferrante e sulla perdita di terreno del PD in Sicilia prospettata dal dimissionario presidente dei dem siciliani.
“Guardi, non conosco la vicenda, l’ho appreso arrivando qui”, ha subito premesso Stefano Bonaccini tirandosi in parte fuori dalla questione. “Lei sa come sono fatto io, credo di aver dimostrato di lavorare soltanto per l’unità del partito – prosegue Bonaccini – e mi auguro che ci possa ripensare“.
La promozione del gruppo PD siciliano
“Non vorrei che rispetto ai problemi che vivono i cittadini di questa regione, dalla siccità alla sanità pubblica che sta crollando, dovessero anche occuparsi del battibecco tra una summer school e una festa dell’Unità“. Così il presidente dei PD liquida la vicenda in un momento in cui una crisi interna al partito in Sicilia, in vista del prossimo congresso nazionale e con un “campo largo” sul tavolo dei partiti di opposizione, non è certo una questione cui dare risalto o particolare importanza.
“Mi auguro ci si rifletta, perché abbiamo il dovere di parlare dei problemi dei cittadini, non dei nostri”, ha quindi chiosato Bonaccini. Sul congresso nazionale, e sulle possibilità di recuperare terreno in Sicilia del gruppo PD isolano, Bonaccini è chiaro ed esaustivo: “Io penso che nei territori siano i territori a dover dimostrare di saper fare e fare bene; qui ci sono risorse, donne e uomini di grande qualità e che possono al meglio interpretare una nuova stagione, che sia qui, anche in Sicilia come negli altri territori”.
“Non prendo lezioni da Musumeci”
Un tema sul quale già da tempo il gruppo PD all’ARS batte pugni sul tavolo è quello della sanità pubblica, tallone d’Achille in dibattito per la maggioranza di governo regionale. Sanità pubblica e siccità sono infatti i due temi caldi su cui Bonaccini pungola il governo Schifani. Ma il sassolino dalla scarpa, l’ormai ex governatore dell’Emilia-Romagna Bonaccini se lo toglie con un altro ex governatore: il ministro Nello Musumeci. Presidente di partito, già presidente di Regione e oggi europarlamentare, QdS ha chiesto a Stefano Bonaccini un’impressione sullo stato della Sicilia: “Non mi permetto mai di fare paragoni (con l’Emilia Romagna, nda), ma visto che siamo stati attaccati frontalmente dal ministro Musumeci… Ho chiesto di farmi vedere le spese che ha sostenuto la Regione Siciliana, sotto la sua guida, sia sui fondi europei che di fondi per l’ambiente, dissesto idrogeologico, la siccità ecc, e poi li paragoniamo a quelli dell’Emilia-Romagna. Non ha voluto rispondermi. Dopodiché, mi pare che questa sia una regione che avrebbe bisogno di una svolta vera. Per la sanità pubblica, ovunque vado mi dicono che è in condizioni drammatiche. Per il tema siccità mi pare che non stia trovando una risposta, dal punto di vista di infrastrutture che servono a risolvere il problema. Ma ripeto, io non mi permetto mai di guardare troppo in casa d’altri, di certo lezioni non le prendo dal ministro Musumeci“.
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