Bonus caregiver, ecco quali sono le agevolazioni

Bonus caregiver, ecco quali sono le agevolazioni per chi assiste disabili

Bonus caregiver, ecco quali sono le agevolazioni per chi assiste disabili

Redazione  |
mercoledì 04 Dicembre 2024

Tutte le informazioni necessarie legate alla misura

Sono in molti coloro che si chiedono quali incentivi sono previsti per coloro che fanno un importante servizio di assistenza nei confronti dei disabili. Allo stato attuale la Legge di Bilancio 2018 (L. n. 205/2017) all’art. 1, co. 254 ha istituito un Fondo statale per il “caregiver familiare”. A tal fine, infatti, sono stati dedicati 20 milioni di euro, per un totale di 60 milioni di euro per tre anni fino al 2020.

La misura principale per le famiglie che si prendono cura di un anziano invalido o disabile è l’assegno di cura, un sostegno economico dedicato a chi presta assistenza ad un disabile o di un anziano non autosufficiente assistendolo in casa propria. Anche se è regolato da una normativa nazionale, la determinazione dei criteri generali per l’utilizzo delle risorse stanziate spetta alla Regione. Sono gli enti locali, infatti, che erogano l’assegno sulla base di valutazioni svolte dai servizi territoriali. L’assegno, a scelta, può essere erogato o alla persona che ha bisogno di elevato sostegno e che decide di rimanere nel proprio domicilio finanziandosi cure e assistenza, o alla famiglia che se ne prende cura.

Bonus caregiver, i requisiti

  • Reddituali basati sull’Isee (importo massimo stabilito dalla Regione);
  • Attestazione della non autosufficienza tramite certificato medico.

All’art. 33 della Legge 104/1992 sono previsti tre giorni di permesso mensile retribuito, anche continuativi e coperti da contribuzione figurativa, in favore del familiare che assiste il disabile. Per avere diritto ai tre giorni di permesso è necessario soddisfare delle pre-condizioni, che possono essere sintetizzati nella seguente maniera:

  • la persona disabile deve essere stata riconosciuta portatrice di handicap in situazione di gravità, ai sensi dell’art. 3, co .3 della L. n. 104/1992;
  • la persona disabile non deve essere ricoverata a tempo pieno;
  • il lavoratore dipendente, pubblico o privato, che l’assiste deve essere coniuge, parente o affine entro il secondo grado. Il caregiver può anche essere un parente entro il terzo grado, qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 65 anni di età oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.

Si specifica, al riguardo, che se la persona disabile lavora può fruire per se stessa dei permessi e, oltre la propria persona, può scegliere ai fini dell’assistenza solo un lavoratore.

Al lavoratore dipendente, invece, è consentito:

  • assistere più persone disabili in situazione di gravità e di usufruire di tre giorni (anche continuativi) di permesso mensile per ciascuna di esse;
  • non svolgere lavoro notturno;
  • scegliere eventualmente la sede di lavoro se disponibile e/o non essere trasferito senza il suo consenso.

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