Bonus dipendenti: i limiti attuali, la norma e i prossimi passi

Bonus dipendenti: i limiti attuali, la norma e i prossimi passi della Manovra

Bonus dipendenti: i limiti attuali, la norma e i prossimi passi della Manovra

Redazione  |
venerdì 20 Settembre 2024

I fringe benefit sono un’agevolazione che può essere attribuita su scelta del datore di lavoro.

Dopo la presentazione del Piano strutturale di bilancio di medio termine il governo sta mettendo a punto il nuovo disegno di legge, che sarà la base di partenza per la prossima Manovra. Tra i temi al centro della discussione ci sono anche i bonus dipendenti. Potrebbero infatti essere inserite nel testo iniziale alcune modifiche alle regole dei fringe benefit.

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Quali sono le regole in vigore per il 2024 e cosa cambierà nel 2025? Il punto sulle ipotesi allo studio, tra conferme e novità.

Bonus dipendenti: i limiti attuali per i fringe benefit

I fringe benefit, i bonus per i dipendenti dall’azienda in regime di esenzione fiscale e contributiva, sono un’agevolazione che può essere attribuita su scelta del datore di lavoro.

Generalmente i fringe benefit sono riconosciuti come somme in busta paga. Le regole sugli importi e sulle tipologie che possono rientrare nell’agevolazione sono stabilite dall’articolo 51 del TUIR, il Testo unico delle imposte sui redditi. Le somme, relative all’uso di beni e servizi, si affiancano allo stipendio del lavoratore ma non concorrono alla formazione del reddito di quest’ultimo. In altre parole, entro certi limiti, non sono “tassati”.

In linea generale il limite da non superare, per evitare che l’intera somma venga assoggettata a tassazione, è di 258,23 euro. Tuttavia per il 2024 sono stati previsti limiti più alti:

  • 1.000 euro per la generalità dei lavoratori dipendenti;
  • 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli a carico.

È stato quindi previsto un doppio binario. Il limite più alto è garantito a quanti abbiano un figlio a carico, ossia con un reddito da verificare al 31 dicembre di ciascun anno:

  • non superiore a euro 2.840,51 euro;
  • non superiore a 4.000 euro per i figli fino a 24 anni di età.

Per ottenere i fringe benefit fino a 2.000 euro il lavoratore deve presentare all’azienda una dichiarazione relativa al figlio, così da attestare il rispetto dei requisiti.

Bonus dipendenti, ecco quali sono

Sono diversi i bonus dipendenti che possono essere riconosciuti, dalle auto aziendali ai buoni pasto, passando per altre tipologie:

  • i fabbricati concessi al dipendente;
  • i beni e servizi ceduti gratuitamente al dipendente;
  • le polizze sanitarie;
  • i prestiti concessi al dipendente.

Mentre sta prendendo forma il disegno di legge di bilancio, che sarà il punto di partenza dell’iter parlamentare della Manovra 2025, si delineano anche i contorni delle misure che saranno inserite nel testo iniziale.

  • le bollette del servizio idrico integrato;
  • le spese per gli interessi sul mutuo relativo alla prima casa;
  • le bollette dell’energia elettrica e del gas naturale;
  • le spese per il contratto di locazione della prima casa.

L’ipotesi del tetto unico

In materia di fringe benefit, allo studio del Ministero dell’Economia e delle Finanze, c’è l’ipotesi di prevedere un unico tetto per tutti, a prescindere dalla categoria di lavoratore dipendente. Tale tetto potrebbe raggiungere i 2.000 o 1.500 euro. L’importo sarà stabilito una volta approvato il testo del DDL di Bilancio. L’obiettivo è quello di garantire un innalzamento della misura di welfare aziendale. Il limite di 258,23 euro negli ultimi anni è stato infatti più volte incrementato, a prova della necessità di prevedere un aumento a livello strutturale.

Oltre a tale intervento si ipotizza la conferma di fare rientrare nel bonus dipendenti, come già previsto per il 2024, le somme corrisposte per il pagamento dell’affitto, del mutuo per la prima casa e per le utenze di acqua, luce e gas.

Si dovranno attendere i prossimi mesi per sapere come cambieranno le regole dei fringe benefit a partire dal prossimo 1° gennaio. Su questa e molte altre questioni sarà chiamato a decidere il Parlamento, che dovrà approvare la Legge di Bilancio 2025 entro la scadenza del 31 dicembre.

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