Home » Bonus Inps da 600 euro, la Lega Nord nella bufera

Bonus Inps da 600 euro, la Lega Nord nella bufera

Bonus Inps da 600 euro, la Lega Nord nella bufera
Nella combo Andrea Dara e Elena Murelli, Roma, 12 agosto 2020. ANSA

Sospesi due deputati nazionali del Carroccio. Zaia non decide ancora sul suo vice e altri due consiglieri regionali leghisti veneti. A Firenze Bocci si dimette da coordinatore del centrodestra, “L’ho preso per dimostrare che la legge era fatta male”

Sono stati sospesi Elena Murelli, di Piacenza, e Andrea Dara, di Mantova, i due deputati nazionali della Lega Nord che avevano intascato il bonus Inps da 600 euro previsto per i titolari di partita Iva durante l’emergenza coronavirus.

“Dopo aver ascoltato e verificato le rispettive posizioni – ha dichiarato il capogruppo della Lega Nord alla Camera Riccardo Molinari -, si conferma il provvedimento della sospensione. Pur non avendo violato alcuna legge è inopportuno che parlamentari abbiano aderito a tale misura e per questa ragione abbiamo deciso e condiviso con i diretti interessati il provvedimento della sospensione”.

Singolare la giustificazione di Dara: il bonus sarebbe stato chiesto dalla madre, contitolare della sua azienda produttrice di calzini. La Murelli invece – distintasi per un suo intervento alla Camera in cui aveva accusato il Governo Conte di “importare” il virus per “mantenere la poltrona” – non ha dato alcuna spiegazione.

In Veneto bonus “a sua insaputa”

Problemi per la Lega Nord anche in Veneto, dove il presidente della Regione, il leghista Luca Zaia, ha annunciato che deciderà cosa fare nei confronti del vicepresidente Gianluca Forcolin e dei consiglieri Riccardo Barbisan e Alessandro Montagnoli dopo averli incontrati.

“Stiamo parlando – ha cercato di minimizzare Zaia – di un provvedimento che non è affatto illegale, bensì di un tema di opportunità. Abbiamo tre casi tra loro differenti: due consiglieri che hanno chiesto il bonus, lo hanno ottenuto e poi hanno documentato di aver fatto beneficenza elargendola a terzi. Dall’altro abbiamo un vice presidente che è socio di minoranza di uno studio associato che ha presentato domande per i soci e i clienti”.

“Ha chiesto il bonus a sua insaputa” hanno infatti titolato alcune testate venete.

Il leghista Bocci si dimette da coordinatore del cd

A Firenze il pupillo di Salvini, Ubaldo Bocci, già candidato a sindaco contro Dario Nardella, si è dimesso dal ruolo di coordinatore del centrodestra in Palazzo Vecchio proprio a seguito delle polemiche sul bonus di 600 euro dell’Inps.
Bocci, che resta consigliere comunale, ha dichiarato: “Ho comunicato la mia decisione di lasciare l’incarico di coordinatore del centrodestra poiché mi rendo conto che in questa fase la mia figura è divenuta ingombrante, di ostacolo”.

Bocci, che nel 2019 aveva dichiarato di aver guadagnato duecentosettantasettemila euro, ha detto di aver intascato il bonus “per smascherare una legge fatta male” e di averlo poi destinato in “beneficenza”.

“Il mio errore – ha concluso – non è stato percepire il bonus e poi darlo in beneficenza, ma, con il senno di poi, di non averlo restituito all’Inps dopo aver dimostrato l’approssimazione di questa legge”.