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In arrivo il bonus scuola 2026 da 1500 euro per gli istituti paritari: l’apertura del ministro Giorgetti

In arrivo il bonus scuola 2026 da 1500 euro per gli istituti paritari: l’apertura del ministro Giorgetti

Il contributo potrà essere sommato agli aiuti regionali, ma senza superare i 5.000 euro per studente: il bonus voluto in manovra di bilancio

La Manovra di bilancio 2026 dovrebbe approdare in Aula al Senato il 15 dicembre, mentre in commissione Bilancio si sta entrando nella fase decisiva dell’esame. Il voto sugli emendamenti è atteso per la prossima settimana, subito dopo l’8 dicembre.

Tra le modifiche escluse dalla discussione figura Opzione Donna, lo strumento che permette ad alcune lavoratrici di lasciare il lavoro in anticipo e che, se non ci saranno cambi di rotta, terminerà con l’anno in corso.

La versione finale della Manovra, Lupi: “Consentiamo a una famiglia a basso reddito ad andare in una scuola paritaria”

Nella versione finale della manovra potrebbe, come riporta Fanpage, invece trovare spazio il nuovo buono scuola destinato ai nuclei economicamente più deboli che desiderano iscrivere i propri figli negli istituti paritari. L’iniziativa è sostenuta con forza da Noi Moderati, la formazione guidata da Maurizio Lupi. Il partito sottolinea che “il sostegno alle famiglie è la nostra priorità e grazie anche al nostro lavoro in legge di bilancio ci sono più di 3,5 miliardi. Puntiamo, grazie anche all’apertura del ministro Giorgetti, ad inserire la detrazione per i libri di testi delle superiori e il buono scuola per permettere anche alle famiglie a basso reddito di mandare i propri figli in una scuola paritaria”.

La proposta di Gelmini, Versace e Lotito

Gli emendamenti con questo obiettivo sono due: uno presentato dalle senatrici Giusy Versace e Mariastella Gelmini (Noi Moderati), l’altro dal senatore Claudio Lotito (Forza Italia). Entrambe le proposte prevedono un sostegno economico fino a 1.500 euro per ogni figlio a partire dal 2026, rivolto a famiglie con ISEE fino a 30 mila euro che scelgano scuole paritarie del primo grado o i primi due anni del secondo grado. Il contributo potrà essere sommato agli aiuti regionali, ma senza superare i 5.000 euro per studente. Per coprire i circa 20 milioni necessari si ipotizza una riduzione del Fondo per gli interventi strutturali di politica economica. Nonostante la proposta non fosse tra quelle inizialmente considerate prioritarie, la commissione potrebbe reinserirla collegandola all’emendamento Lotito.

Le possibilità che la misura entri davvero nella legge di Bilancio sono aumentate dopo il segnale positivo arrivato dal ministro dell’Economia Giorgetti, che nel corso dell’assemblea di Noi Moderati ha affermato: “Siamo alla volata finale per valutare gli interventi meritevoli di finanziamento e sulle coperture se riusciamo a quadrare il cerchio, se gli interventi che vengono chiesti portano risorse si aprono gli spiragli per potere dare o cominciare a dare questi tipi di risposta”. Fonti della maggioranza confermano che la norma ha ottime probabilità di essere accolta.

Cosa prevede nel dettaglio il bonus scuola 2026

L’emendamento presentato da Lotito introduce un sostegno “alle famiglie che scelgono una istituzione scolastica paritaria, sulla base delle determinazioni annuali progressive della legge di bilancio, che potrà subordinare la misura a indicatori di reddito”.

Nel dettaglio, prevede che: “A partire dall’esercizio 2026, alle famiglie con reddito ISEE non superiore ad 30.000,00 il Ministero dell’Istruzione e del Merito riconosce fino a 1.500,00 a studente frequentante una scuola paritaria, secondaria di I grado o il primo biennio di una scuola paritaria di II grado, predisponendo una griglia di intervento per scaglioni inversamente proporzionali al reddito ISEE e nei limiti di un finanziamento complessivo pari ad euro 20 milioni. Il contributo è aggiuntivo rispetto a quanto erogato con analoghe disposizioni dalle singole Regioni, fino ad un massimale per studente pari a 5.000,00”.

La copertura economica è ottenuta attraverso la seguente clausola: “Agli oneri derivanti dall’attuazione della presente disposizione, valutati prudenzialmente in euro 20.000.000 annui, si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo per interventi strutturali di politica economica”.

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