Si chiama Azitromicina, continua notevolmente il suo utilizzo rispetto il 2019, (+250%) in Campania e (+300%) nel Lazio
E’ l’antibiotico ‘azitromicina’ uno dei farmaci che a
causa della pandemia ha avuto un “boom” di utilizzo. E’ quanto si
legge in una nota del Monitoraggio sull’uso dei farmaci durante l’epidemia Covid–19
realizzato dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco. I dati si
riferiscono al 2020 e ai primi due mesi del 2021 e sono confrontabili con
l’andamento del 2019.
Sebbene la stessa Aifa non ne abbia mai approvato l’uso per
l’infezione da Sars-Cov-2, l’azitromicina continua a registrare “aumenti
notevoli”, sia a livello territoriale sia a livello ospedaliero, in
particolar modo in Campania (+250%) e nel Lazio (+300%).
Il consumo di eparine
a basso peso molecolare a livello territoriale, (farmaci di prima linea per la
terapia anti Covid-19), è aumentato di oltre il 19% in quasi tutte le
regioni italiane nel trimestre ottobre-dicembre 2020 rispetto allo stesso
trimestre del 2019.
Nonostante la grande pressione a carico delle strutture ospedaliere,
gli acquisti ospedalieri di farmaci oncologici e immunoppressori nel 2020
risultano stabili rispetto all’anno precedente in tutte le regioni, anche in
quelle maggiormente gravate dall’emergenza.
Tra i farmaci non
specifici per il Covid-19, si evidenzia rispetto al 2019 un aumento
generalizzato degli stimolanti cardiaci iniettivi utilizzati nelle terapie
intensive e subintensive (+127%). In particolar modo, i primi due mesi
del 2021 hanno fatto registrare un incremento superiore rispetto al 2020 per le
regioni Molise, Basilicata, Piemonte ed Emilia-Romagna.