Inchiesta

I borghi siciliani una miniera d’oro per il turismo ma serve programmazione

ROMA – Il 2024 è visto come un anno cruciale per il turismo mondiale. Se il 2023, infatti, ha rappresentato uno spartiacque per la ripresa del comparto, adesso si punta alla conferma e al sorpasso dei numeri precedenti.

Il cosiddetto “turismo lento” guadagna spazio

Sempre più spazio ed eco sta guadagnando il cosiddetto “turismo lento”. Il Wtm Global Travel Report, redatto da World Travel Market (in collaborazione con Oxford Economics) ha segnalato il Belpaese come meta preferita del turismo lento, un punto di riferimento a livello internazionale per i viaggi sostenibili anche grazie ai numerosi borghi. Bisogna partire da qui, da ciò che di buono si sta muovendo, dalle vetrine internazionali.

In questa direzione l’Assemblea regionale dei Borghi più belli d’Italia in Sicilia nei giorni scorsi ha approvato all’unanimità il nuovo statuto dell’Associazione con l’obiettivo di ripensare e rafforzare gli scopi del sodalizio in modo più aperto e dinamico, grazie anche alla collaborazione con ricercatori e studiosi. Sul tema vetrine internazionali, ormai pochi giorni ci separano dalla Bit (Borsa internazionale del turismo) che si svolgerà a Milano da domenica 4 a martedì 6 febbraio.

Elvira Amata, assessore regionale per il Turismo, lo Sport e lo Spettacolo, ha sottolineato nei giorni scorsi al QdS che “in un’ottica di programmazione e strategia generale tutti i borghi siciliani rientrano nel turismo lento ed emozionale. Dirò di più: non può esistere questo turismo senza di essi”. Una considerazione che la dice lunga sulle potenzialità enormi che tali realtà possiedono e devono tirare fuori per rendere il brand Sicilia attrattivo a 360 gradi.

In Sicilia 24 Borghi più belli d’Italia

L’associazione I Borghi più belli d’Italia comprende 361 realtà sparse su tutto il territorio nazionale e 24 di esse sono in Sicilia. Tra i sette ammessi poche settimane fa c’è anche Agira, in provincia di Enna. Un riconoscimento prestigioso che certifica il superamento di ben 72 parametri d’ammissione. “La Sicilia – ha aggiunto l’assessore del Governo Schifani – ha un patrimonio ricchissimo dal punto di vista artistico, culturale, enogastronomico, paesaggistico. Il fatto che si riaccendano i riflettori su Agira, che è uno dei borghi più belli tra i tanti presenti nella nostra Isola, è importante per il marketing. I treni del gusto sono un altro modo per implementare questo tipo di turismo ed è importante portarli oltre l’alta stagione. La nuova programmazione risentirà delle risorse che l’assessorato avrà a disposizione: c’è bisogno di risorse extra-regionali per mettere in risalto eventi non soltanto culturali ma anche sportivi”.

I borghi siciliani custodiscono tesori di ogni sorta

Sono centinaia i borghi isolani che custodiscono tesori di ogni sorta, 24 (come citato) quelli che sono entrati a far parte dell’associazione. Solo nella provincia di Messina ne troviamo sei: Castelmola, Castroreale, Montalbano Elicona, Novara di Sicilia, San Marco D’Alunzio e Savoca. Seguono le bellezze di Palermo con Cefalù, Ganci, Geraci Siculo e Petralia Soprana. Siracusa ospita Buccheri, Ferla e Palazzolo Acreide. Catania vanta Castiglione di Sicilia e Militello in Val di Catania, Ragusa invece Monterosso Almo; ad Enna troviamo il nuovo ingresso Agira con Calascibetta, Sperlinga e Troina. Trapani è rappresentata da Erice e Salemi. Un solo borgo per Agrigento (Sambuca di Sicilia) e Caltanissetta (Sutera).

Numerosi i visitatori interessati a scoprirne le meraviglie nascoste e troppo spesso “dimenticate”, o quanto meno poco valorizzate. Un’ottima occasione e vetrina utilizzabile per colmare questo vulnus è il già citato appuntamento con la Bit di Milano. A promuovere il proprio territorio ci saranno regioni italiane, grandi città, destinazioni emergenti. La Regione siciliana dovrà puntare con tutte le proprie energie sulla promozione dei borghi per raggiungere i livelli d’eccellenza in termini di accoglienza, diversificazione e destagionalizzazione dell’offerta raggiunti da alcune realtà del Centro e del Nord del Paese.

Si pensi, per esempio, a Castiglione di Garfagnana, in provincia di Lucca, in cui il visitatore può spaziare dai concerti dell’estate musicale, al trekking, mountain bike, escursioni in montagna. A Casone di Profecchia (1.314 m) e al passo delle Radici (1.589 m) si trovano le piste per lo sci di fondo e gli impianti di risalita. Nelle vicinanze, una sosta a San Pellegrino in Alpe per gli amanti del turismo lento e dei cammini consentirà di rivivere un importante punto di passaggio per i pellegrini che dalla Toscana si recavano in Emilia, come dimostra l’esistenza di un ospizio, o “ospedale”, documentato dal 1100 come ricovero per i viandanti, soprattutto nei mesi invernali. Per gli amanti della natura a pochi chilometri da Castiglione inizia la Riserva Naturale dell’Orecchiella, inserita nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Connubio infine con arte e monumenti grazie alla fortezza medievale delle Verrucole, sopra San Romano, da cui si gode un bellissimo panorama.

Si tratta di uno dei tanti esempi virtuosi sparsi per l’Italia e che può e deve fare da contraltare ad alcuni atteggiamenti campanilistici, spesso deleteri, messi in pratica al Sud, che non consentono al turismo lento (consentite il gioco di parole) di iniziare a correre.

Le ambizioni delle aree interne e lo spauracchio dello spopolamento

“Rinnovare l’amicizia tra i borghi” è uno degli intenti promossi durante l’assemblea regionale dei Borghi più belli d’Italia in Sicilia riunita pochi giorni fa a Troina (Enna). Significativa la scelta del termine “amicizia”, come a rimarcare che senza fare rete e senza una visione comune il turismo lento in Sicilia non ha futuro. Un momento di incontro e scoperta del patrimonio culturale per rafforzare le attività promozionali e partorire una proposta di legge che tuteli i Borghi. Approvato all’unanimità il nuovo statuto dell’Associazione.

“È stato un anno di grande rilancio per i borghi più belli di Sicilia – ha spiegato il coordinatore della rete siciliana, Michelangelo Giansiracusa, sindaco di Ferla (Siracusa) – e abbiamo sentito la necessità di capire cosa possiamo fare per rafforzare il nostro ruolo non solo come esponenti di un turismo slow che tanto sta riscuotendo successo in Sicilia, ma anche come Comuni di frontiera sul tema dello spopolamento. A questo scopo stiamo lavorando per dare alla luce una proposta di legge, per cui sarà fondamentale l’apporto del Comitato Scientifico che nomineremo e che ci affiancherà nella preparazione del documento”.

Durante l’incontro è intervenuto anche il vice presidente nazionale dell’associazione Borghi più belli d’Italia, Pippo Simone: “Per quanto riguarda il tema dello spopolamento, le risorse finanziarie slegate da una modalità organica di progettare e pensare alle soluzioni del problema, non sono una risposta ammissibile. Occorre approvare una norma che tuteli le nostre realtà e siamo pronti anche a proporre un disegno di legge di iniziativa popolare firmata dai cittadini dei nostri borghi. Ci stiamo assumendo una responsabilità importante, non solo in chiave locale, ma anche nazionale, perché lo spopolamento è un problema che riguarda anche le altre regioni. Possiamo essere paradigma e apripista per invertire la rotta”.

Il tema dello spopolamento, fondamentale per la sopravvivenza di alcuni borghi, è stato centrale nel corso dei lavori. L’assessore regionale alle Autonomie locali Andrea Messina si è così espresso: “Il Governo regionale in questi anni ha già dimostrato di avere a cuore l’impegno della vostra rete con dei finanziamenti stanziati in finanziaria. Sappiamo che non è sufficiente per affrontare il problema dello spopolamento e per questo c’è massima disponibilità a programmare azioni e strategie per le attività che con sacrificio e impegno mettete in campo per combattere lo spopolamento delle aree interne”.

La necessità delle infrastrutture

In diverse uscite il QdS ha sottolineato, dando voce ai sindaci dei borghi, la necessità di superare le difficoltà inerenti i collegamenti e dunque le infrastrutture e la necessità di garantire presidi medici ed educativi all’altezza. Su questi ed altri temi si gioca una partita che amministratori e associazioni di settore devono affrontare nel migliore dei modi.