Il quartiere di Borgo Nuovo si stringe nuovamente attorno al suo Crocifisso che torna nella borgata dopo una vera e propria odissea di 20 anni. Questo il tempo – che accomuna il “calvario” della statua ma anche della chiesa al viaggio di Ulisse nel suo ritorno a Itaca narrato da Omero – passato dalla sua caduta alla sua rinascita. E oggi pomeriggio l’opera realizzata nel 1973 da Lino Vallanza Ortisei è tornata a casa, nella chiesa di San Paolo Apostolo dove si era staccata dalla parete a causa delle infiltrazioni d’acqua danneggiandosi pesantemente.
Il lavoro dell’accademia delle Belle Arti di Palermo ha restituito al quartiere periferico di Palermo uno dei suoi simboli. Alla cerimonia hanno preso parte sindaco Roberto Lagalla e dell’arcivescovo del capoluogo siciliano Corrado Lorefice, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ma anche cariche nazionali. Presenti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alfredo Mantovano, il ministro dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini e il commissario straordinario per gli interventi infrastrutturali e di riqualificazione sociale funzionali ai territori ad alta vulnerabilità Fabio Ciciliano nonché autorità diverse autorità militari.
In piazza tante famiglie di Borgo Nuovo, tantissimi bambini che sventolavano ramoscelli d’ulivo e a qualche genitore sono scappate alcune lacrime di commozione e di emozione per il ritorno del Crocifisso.
Ad accogliere la statua del Crocifisso, diventata simbolo della rinascita del quartiere, Padre Garau.
Il primo atto del progetto di riqualificazione finanziato dal governo nazionale
La restituzione del Crocifisso ligneo alla chiesa di San Paolo rappresenta il primo atto del progetto di riqualificazione finanziato dal governo nazionale.
Il piano straordinario di interventi, a valere sulle risorse del decreto legge 208 del 2024, che prevede investimenti per 25 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno ulteriori 17 milioni di euro, a valere su altre fonti di finanziamento (cofinanziamento comunale del piano straordinario) tramite i quali l’amministrazione comunale effettuerà una complessiva rigenerazione del quartiere.
Il governo regionale, invece, ha stanziato 4,5 milioni di euro che, insieme ai 25 milioni del decreto Caivano, trasformeranno il quartiere: 1,3 milioni per chiesa e area parrocchiale di San Paolo Apostolo, 300mila euro per l’impianto sportivo di largo Gibilmanna, 1,4 milioni per il complesso scolastico “Maritain” e 1,5 milioni per strade e marciapiedi.
Il ministro Bernini: “Hanno fatto tutti un lavoro bellissimo”
Il ministro Anna Maria Bernini, parlando sia ai tanti presenti in piazza che ai giornalisti ha lodato il lavoro svolto dall’Accademia delle Belle Arti palermitana che ha ridato vita al Crocifisso. Queste le sue parole: “Hanno fatto tutti un lavoro bellissimo, è un modello che noi abbiamo inaugurato con Caivano, stiamo continuando anche su altre periferie. L’idea è quella di lavorare tutti insieme. Qualsiasi iniziativa strutturale, edilizia o di ristrutturazione di un luogo simbolico, di culto, non può prescindere dall’arte e dalla cultura, dalla bellezza, perché la bellezza chiama bellezza”.
“Non ci fermiamo qui: abbiamo intenzione di continuare a lavorare con le università”
Bernini prosegue: “Siamo andati a ringraziare gli studenti e i docenti. Quest’ultimi hanno fatto in realtà la deposizione della croce, hanno portato il Cristo nella Chiesa, perché senza il loro lavoro, senza le loro mani, i loro pennelli, le loro resine – ma anche la loro diagnostica, perché si lavora con la robotica, con l’intelligenza artificiale – nulla di tutto questo sarebbe stato possibile”.
E aggiunge: “Ma noi non ci fermiamo qui. Abbiamo intenzione di continuare a lavorare con le università, con le facoltà di ingegneria e di architettura, con gli studenti e i loro docenti, per mettere a regime le residenze. Quindi sempre insieme università, arte, bellezza, ristrutturazione, recupero, rigenerazione, speranza”.
Il ministro sulle polemiche con gli studenti nei giorni precedenti
Il ministro Bernini, incalzata dai giornalisti, torna sulle polemiche dei giorni scorsi ad Atreju con chi la contestava per la riforma dell’accesso a Medicina e anche della relativa riforma.
“Le parole rivolte agli studenti? Erano studenti dell’Unione degli Universitari, Cgil, Pd – sottolinea – studenti che stanno facendo politica. Il che rappresenta una scelta legittimissima, ma nel momento in cui, durante una riunione in cui ci stiamo confrontando con dei colleghi, anche un collega del Pd, io prendo in mano il microfono e come da tre anni a questa parte vengo interrotta, prima ancora che io possa parlare, quello che ho detto è ‘parlate, ma fate prima parlare me’. Ed è esattamente quello che è accaduto nel momento in cui io sono scesa tra il pubblico ho raccolto le domande degli studenti solamente una parte e ho raccontato la mia storia. Perché non si può sempre e solo essere contestati attraverso delle urla scomposte, questo è il problema. Io accetto qualunque tipo di confronto e da tre anni a questa parte mi sono confrontata con tutte le rappresentanze studentesche, con l’Unione, degli universitari, che sono, lo ripeto, attivisti del Partito Democratico e della Cgil. Vorrei che fosse chiaro”.
“Porte aperte a giovani nel partito, noi tramite”
Non sono mancate le domande sul futuro di Forza Italia e dell’apertura ai giovani. Il ministro dice: “Credo che un albero per poter dare buoni frutti abbia bisogno di radici profonde. Io sono cresciuta alla scuola di Silvio Berlusconi per una parte della sua vita e sono vissuta con alcuni dirigenti politici che hanno fatto la differenza, però è indispensabile che si innestino delle forze nuove. Io ho una visione del mondo liberale, cristiana, europeista, ma la mia è una visione da sessantenne, cioè da una persona che ha fatto la sua vita. Per quanto mi riguarda continuerò a essere disponibile, però è fondamentale che i giovani che credono nella politica trovino le porte aperte. Noi siamo il tramite per aprire loro queste porte”.
Poi aggiunge: “In questo momento penso di dover svolgere una funzione di mentoring. Noi che abbiamo fatto e abbiamo imparato dobbiamo trasferire la nostra esperienza e, soprattutto, lasciare le persone libere di fare le cose anche diversamente da come le abbiamo fatte noi, perché l’importante dell’essere innovativi è credere che ci sia sempre qualcosa di meglio della propria esperienza. Quindi, viva i volti nuovi, viva l’innovazione”.
Mantovano: “Tutto ciò che si è fatto a Caivano lo si sta facendo in otto altre aree di disagio”
Anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano punta forte sulla sinergia istituzionale: “Oggi, come si sta facendo da giugno a questa parte, con il concorso di tutti, non solo del governo nazionale ma anche della Regione, del Comune e del commissario di governo, si gioca in positivo. Si va all’attacco ristrutturando la chiesa e il crocifisso, che è il fondamento di questa opera di rinascita del quartiere. Poi sorgeranno centri sportivi, biblioteche, centri culturali”.
Poi parla del “modello Caivano” e dice: “Tutto ciò che si è fatto a Caivano contestualmente si sta facendo in otto altre aree di disagio, di degrado sociale, nel territorio nazionale. Questo lavoro naturalmente si affianca a quello di prevenzione e contrasto delle forze di polizia, va di pari passo. Perché oltre al contrasto alla piazza di spaccio va anche offerta una concreta alternativa per i bambini, per gli adolescenti, per i giovani. E l’alternativa è l’oratorio, la biblioteca, il campo sportivo, tutto ciò che permette di occupare la propria giornata in modo positivo”.
Infine: “Siamo volutamente partiti dal restauro di un crocifisso che era caduto insieme con altri pezzi della chiesa perché la croce non ha soltanto un valore religioso, ma anche un valore civile. Ogni civiltà si è fondata sulla croce, quindi anche la rinascita di Borgo Nuovo, come dei tanti luoghi di degrado in giro per l’Italia, non può non avere questo fondamento”.
Schifani: “Le istituzioni insieme per dare speranza ai ragazzi”
“Questa giornata è dedicata a voi ragazzi che siete i veri protagonisti. Dovete credere, e dobbiamo credere insieme, che una realtà periferica come quella delle borgate può crescere e migliorare sempre”. Così il presidente della Regione Renato Schifani.
Il governatore dell’Isola continua: “Anch’io sono cresciuto in una borgata. Erano altri tempi, c’era solidarietà, si stava insieme. Oggi ci confrontiamo con la criminalità e con la mafia che recluta i nostri giovani. Per questo abbiamo concentrato la nostra azione sul togliere i bambini dalla strada con iniziative come il bonus palestre, finanziando le famiglie per permettere ai ragazzi di crescere sotto il profilo educativo e fisico. Lo Stato non è una metafora, oggi c’è: Comune, Regione, Stato centrale e Protezione civile hanno fatto sistema. Siamo riusciti a ridare dignità a un Crocifisso e alla vostra comunità, alla possibilità di credere in un futuro migliore. La collaborazione tra istituzioni è prevista nella Costituzione ed è un valore fondante. Oggi vi regaliamo speranza e l’impegno di lavorare intensamente per le periferie, perché è dovere delle istituzioni fare in modo che la qualità della vita dei nostri ragazzi sia sempre più aperta alla speranza”.
Lagalla: “Gesto di forte valore simbolico e punto di partenza di rigenerazione”
Anche il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, sottolinea l’importanza del gesto che è sia simbolico che al tempo stesso concreto. Il primo cittadino osserva: “Dopo la formalizzazione dei progetti legati al decreto Caivano per Borgo Nuovo, il restauro – per il quale desidero ringraziare l’Accademia delle Belle Arti – e lo svelamento del crocifisso della chiesa di San Paolo rappresentano un gesto dal forte valore simbolico e il punto di partenza di un percorso più ampio di rigenerazione del quartiere. È un primo segnale concreto di attenzione e di presenza delle istituzioni, che anticipa un’importante attività di riqualificazione urbana e sociale: dalle scuole alle aree verdi, dagli spazi sportivi fino al recupero complessivo della chiesa di San Paolo, alla quale oggi diamo una prima, significativa risposta”.
“L’obiettivo è restituire a Borgo Nuovo spazi più belli, sicuri e funzionali”
E ancora: “In stretta collaborazione con il Governo nazionale siamo determinati a rispettare tutte le scadenze previste. In questo senso, la gestione commissariale si conferma uno strumento più che mai opportuno ed efficace. Molti degli interventi programmati sono già in fase di gara e contiamo di avviare ulteriori cantieri, oltre a quelli già attivi in largo Gibilmanna, entro il primo semestre del 2026. L’obiettivo è restituire a Borgo Nuovo spazi più belli, sicuri e funzionali, accompagnando la riqualificazione fisica dei luoghi con una rinnovata fiducia nella comunità che li vive ogni giorno”.
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