Brasile, Lula vince la sfida con Bolsonaro: chi è l'ex sindacalista

Brasile, Lula vince la sfida con Bolsonaro: presidente per la terza volta dopo 18 mesi di carcere

Brasile, Lula vince la sfida con Bolsonaro: presidente per la terza volta dopo 18 mesi di carcere

lunedì 31 Ottobre 2022

Battuto per un soffio Bolsonaro al ballottaggio. "Hanno cercato di seppellirmi vivo ma sono risorto". Ecco la storia dell'ex operaio e sindacalista di 77 anni che torna alla guida del Paese

Luiz Inácio Lula da Silva ha vinto le elezioni presidenziali brasiliane superando il presidente uscente Jair Bolsonaro alla fine di un lungo testa a testa, conclusosi con il 50,83% dei voti in suo favore contro il 49,17% ottenuti da Bolsonaro.

Una vittoria al fotofinish quella dell’ex sindacalista, che ha battuto per un soffio il suo avversario al ballottaggio. Sarà presidente del Brasile per la terza volta.

Le immagini che rimbalzano dai media brasiliani sono di gioia, ma il risultato delle urne racconta di un Paese diviso, visto che l’ex sindacalista viene dichiarato eletto quando lo spoglio dei voti raggiunge il 99,49% di quelli espressi con il 50,87% delle preferenze, cioè 60.029.798 voti; Bolsonaro ha comunque il 49,12%, cioè 57.970.060 voti. Gli astenuti sono al 20,56%, e le schede bianche all’1,43%. A congratularsi con Lula anche l’ex presidente Fernando Henrique Cardoso, che via Twitter scrive anche “ha vinto la democrazia, ha vinto il Brasile”, postando una sua foto con il neo presidente.

Poco prima della vittoria, nel suo profilo ufficiale di Twitter, Lula aveva postato una bandiera del Brasile su cui appoggiava una mano, scrivendo “Democrazia”.

“In una delle elezioni più importanti del Brasile, oggi c’è un unico vincitore: il popolo brasiliano” ha detto il neopresidente. “Non è una vittoria mia o del mio partito, ma di un immenso movimento democratico. La maggioranza del popolo ha lasciato detto chiaro che desidera più democrazia e non meno. Vuole più libertà, più uguaglianza e più fraternità”. Lula ha iniziato il suo discorso “ringraziando Dio per avermi permesso di uscire da dove sono uscito e arrivare dove sono arrivato”.

Per Lula è una rivincita dopo dodici anni di assenza, quando l’inchiesta Lava Jato lo travolse facendolo finire in carcere per 18 mesi. “Hanno cercato di seppellirmi vivo ma ho avuto un processo di resurrezione nella politica brasiliana. Sono qui per governare il Paese in un momento molto difficile, ma riusciremo a trovare le risposte”.

Per Bolsonaro invece è una disfatta, visto che è l’unico presidente a non aver ricevuto la riconferma alla seconda candidatura.

Chi è Lula, l’ex operaio e sindacalista presidente del Brasile per la terza volta

Luiz Inácio Lula da Silva ha compiuto 77 anni il 27 ottobre. Origini molto umili, figlio di una famiglia povera e analfabeta di Caetes, nello Stato brasiliano rurale di Pernambuco. A 7 anni, con la madre e i 7 fratelli e sorelle si trasferì a Santos, nello Stato di San Paolo, ma fu costretto a lasciare la scuola dopo la quarta elementare.

Iniziò a lavorare a 12 anni, come lustrascarpe e venditore di strada e a 14 trovò il suo primo lavoro regolare in una fabbrica di rame. Poi riuscì a proseguire gli studi conseguendo un diploma di scuola superiore. Nel 1956 si trasferì a San Paolo, dove con la famiglia visse in una piccola stanza nel retrobottega di un bar.

A 19 anni, in un incidente sul lavoro, perse il mignolo della mano sinistra mentre era impiegato come operatore di una pressa in una fabbrica di componenti automobilistici. Fu in quell’occasione che si avvicinò al sindacalismo, osteggiato dalla dittatura militare al potere in Brasile, e per reazione la sua visione politica si indirizzò a sinistra.

Nel 1978 Lula fu eletto presidente del sindacato dei lavoratori dell’acciaio di Sao Bernardo do Campo e Diadema, le città dove si trova buona parte delle industrie automobilistiche e componentistiche e tra le aree più industrializzate del Paese. Nel 1982 aggiunse il soprannome Lula al suo nome legale e si candidò come governatore dello Stato di San Paolo. Arrivò la sconfitta, ma aiutò il suo partito a ottenere un numero sufficiente di voti, tali da sopravvivere.

Nelle elezioni del 1986, conquistò un seggio al Congresso brasiliano. Tre anni dopo, quando era ancora deputato, si candidò alla presidenza come esponente del partito dei lavoratori. Era molto apprezzato da una grossa fetta della società brasiliana, ma non piaceva agli imprenditori e ai banchieri. Provò allora a conquistare la presidenza nel 1994 e nel 1998, ma senza successo. La vittoria arrivò alle seguenti elezioni. Era il settembre del 2002 quando Lula fu eletto per la prima volta presidente e poi riconfermato nel 2006. Durante i suoi mandati, grazie a nuove politiche di welfare, milioni di brasiliani hanno sensibilmente migliorato la propria condizione di vita. Il ceto medio brasiliano è così arrivato a raggiungere il 54% della popolazione nel 2013.

Tra il 2004 e il 2012, grazie alle politiche ambientali della presidenza Lula, la deforestazione amazzonica è diminuita da 27.700 km all’anno a 4500 km. Con il programma “Luz Para Todos” (Luce per tutti) il governo Lula aveva come obiettivo l’universalizzazione dell’accesso all’energia elettrica, impegnandosi affinché 1,4 milioni di case rurali fossero raggiunte dall’energia elettrica nel 2006, ma il traguardo non fu conseguito.

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