Bronte, all'istituto Benedetto Radice la "stanza zero" per accogliere vittime di violenza - QdS

Bronte, all’istituto Benedetto Radice la “stanza zero” per accogliere vittime di violenza

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Bronte, all’istituto Benedetto Radice la “stanza zero” per accogliere vittime di violenza

Antonio Capizzi   |
lunedì 10 Ottobre 2022

La collaborazione tra l’IstitutoBenedetto Radice” di Bronte e la sezione locale del Telefono Rosa continua a dare i suoi frutti. È stata infatti presentata – con una cerimonia partecipata nell’Aula Magna dell’Istituto – la “stanza zero”, ossia un locale adibito al dialogo con le professioniste del telefono rosa, iniziativa rivolta a tutta la comunità scolastica, soprattutto agli studenti.

Dare loro la possibilità di poter raccontare problematiche legate alla violenza, a persone esperte che sapranno certamente come tendere una mano e aiutare.

La dirigente Maria Pia Calanna

Gli onori di casa spettano alla dirigente, la prof.ssa Maria Pia Calanna, che in apertura si è detta orgogliosa e felice: “Ho accolto con entusiasmo la proposta della professoressa Caltabiano, dando ancora di più uno slancio alla nostra collaborazione con il Telefono Rosa che ormai va avanti dal 2014. Con questa stanza zero offriamo ai nostri studenti, ma anche docenti e personale ATA, di potersi aprire con professioniste, di raccontare le problematiche familiari e trovare una soluzione”.

Il telefono Rosa

Antonella Caltabiano

Un incontro molto importante, in cui è intervenuta la presidente del Telefono Rosa di Bronte, la professoressa Antonella Caltabiano: “Il Radice è la prima scuola in Italia ad attivare la stanza zero, questo mi rende molto orgogliosa. Il nostro è un centro antiviolenza attivo sul territorio, ma credo che parlare di violenza a scuola, tra i ragazzi, sia importante perché è qui che si crea la società del domani.

Da docente e da membra del Telefono Rosa sono convinta che azioni come queste, giornate così piene di riflessione e spunti, diano grande speranza per arginare il fenomeno della violenza. Purtroppo, solo nel 2021 sono state uccise 109 donne, un numero impressionante; dobbiamo fare qualcosa, e attraverso la stanza zero si può fare. Voglio davvero ringraziare tutti coloro che mi hanno supportato in questa iniziativa, alle volontarie del Telefono Rosa, alle colleghe.

Sono molto emozionata, la mia speranza è che questa iniziativa possa ripetersi anche in altre scuole, perché è qui che le nuove generazioni crescono e si formano”.  

La presidente nazionale di Telefono Rosa

A testimonianza di quanto l’iniziativa sia importante, è intervenuta anche la presidente Nazionale del Telefono Rosa, la dottoressa Maria Gabriella Carnieri Moscatelli: “Ogni volta che vengo a Bronte mi scoppia il cuore di gioia, perché vedo vicinanza e sostegno incredibili alla nostra associazione. Sono qui di persona perché ho fortemente accolto la proposta di Antonella, un vulcano di idee, che è sempre molto attenta e fattiva nel territorio; è importante denunciare, non mi stancherò mai di dirlo. Alle ragazze presenti, ma a tutti: vivete con gioia questa fase della vita, ma stando attenti a ciò che vi circonda. La violenza è democratica, può toccare tutti, non bisogna sottovalutarla mai, non abbassate la guardia. Oggi inauguriamo la stanza zero, un luogo che deve essere da stimolo per raccontare le vostre difficoltà, non tenetevi questo peso dentro”.

Una mattinata ricca anche di tantissimi ospiti, la cui presenza ha arricchito ancor di più la presentazione. In sala infatti sono anche intervenuti l’assessore Nunzio Saitta, la Dirigente dell’Istituto “Capizzi”, la prof.ssa Gabriella Spitaleri, la Dirigenza della Scuola Media di Bronte, la prof.ssa Maria Magaraci, e tantissimi altri rappresentanti di Istituzioni e non solo.

Un momento toccante anche grazie a due studenti che hanno generato attimi di commozione: Alex Lembo ha scritto e letto una poesia sull’importanza della donna, di essere amata e sentirsi libera, e uno straordinario monologo scritto da Lorena Papotto. Due momenti toccanti, che hanno confermato ancor di più quanto è importante combattere la violenza, a partire proprio dagli ambienti scolastici.

Antonio Capizzi 

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