Burocrazia snella, investimenti e Ponte. Le idee di Schifani in Sicilia - QdS

Burocrazia snella, investimenti e una forte spinta per il Ponte. La “ricetta” di Schifani per la Sicilia

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Burocrazia snella, investimenti e una forte spinta per il Ponte. La “ricetta” di Schifani per la Sicilia

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sabato 01 Ottobre 2022

L'intervista del nuovo presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, rilasciata al Quotidiano di Sicilia prima della sua elezione.

Riproponiamo l’intervista per il Quotidiano di Sicilia del direttore Carlo Alberto Tregua e dal vice presidente Filippo Anastasi, al futuro presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, realizzata prima della sua vittoria alle recenti elezioni Regionali.

Tra i temi trattati lo snellimento della burocrazia nell’Isola e la costruzione del Ponte sullo Stretto.

La candidatura alla Regione

Perché ha accettato la candidatura a presidente della Regione Siciliana?

“Mi ritenevo soddisfatto della mia vita in politica. Poi sono stato chiamato a dare un contributo alla mia terra ed eccomi qui. Ho sempre amato la Sicilia. Anche quando ero presidente del Senato vivevo qui, dove ho mantenuto affetti e amici”.

La macchina amministrativa regionale è lenta. Molti progetti sono fermi negli uffici, gli investitori scappano e il Pil non cresce. Da presidente, come interverrebbe sulla Pubblica amministrazione, che per molti imprenditori è il problema dei problemi?

“La legge nazionale Bassanini, che aveva l’obiettivo di semplificare la Pubblica amministrazione, secondo me non è stata accompagnata da una preparazione adeguata per la classe dirigente. Si è fatto l’errore di fondo di spostare il potere decisionale dalla politica all’Amministrazione, senza preparare il destinatario ad assumersi la responsabilità e operare. Lo stesso è accaduto in Sicilia. Oggi, per esempio, tra i tanti punti su cui riflettere, dovremmo capire quali limiti discrezionali dare alle Soprintendenze”.

“Premesso che per me la tutela del territorio e dei beni architettonici è primaria, tutto ha un limite e va inserito in un contesto di razionalità, buonsenso, di tutela dell’ambiente ma anche di crescita e sviluppo del territorio. Un altro aspetto di cui vorrei occuparmi, attinente al settore costruzioni, è quello dell’attrazione degli investimenti”.

“Passi in avanti si sono fatti sulle concessioni con le Legge sull’urbanistica e il silenzio assenso, ma non vi è dubbio che i grossi investimenti che necessitano di pareri come la Via (Valutazione di impatto ambientale, ndr) e altre autorizzazioni a un certo punto fermano e scoraggiano le imprese”.

I progetti per gli investimenti in Sicilia

Come invertire la rotta?

“Rendendo certi e veloci i tempi entro cui dare risposte alle richieste autorizzative. Chi chiede un’autorizzazione deve sapere in tempi brevi se la domanda è stata accolta oppure no. Se dovessi essere eletto, incontrerò l’alta dirigenza della Regione spiegando il mio progetto di attrazione di investimenti, di crescita e velocizzazione dei processi decisionali”.

“Chiederò un contributo perché alcune cose cambino. Non volendo sanzionare nessuno, se dovrò fare valutazioni, le farò. Dobbiamo mettere al primo posto la Sicilia e lo sviluppo. Su molti temi io non scenderò a patti con nessuno”.

Tornando all’economia, ha altre idee per attrarre investimenti?

“Penso a un approccio dialettico con le banche perché i limiti di rischio bancario per il Mezzogiorno e per la Sicilia sono maggiori rispetto ad altre aree del Paese. Occorre comunque un dialogo con l’Abi, per trovare una sintesi. L’altro punto su cui penso di confrontarmi con i responsabili è quello dei fondi d’investimento. Vedo in questi fondi una forte spinta all’economia. Decine e decine di postazioni in Sicilia possono essere valorizzati per creare turismo ed economia”.

Il Ponte sullo stretto si realizzerà?

“Sì, ma ritengo che occorra anche una spinta forte per realizzarlo. Sono trascorsi anni, credo che il progetto vada rivisitato e rimesso sul mercato, per verificare se ci sono società che si pongono su piani più economici”.

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