Un volume di 220 pagine e 170 foto che raccontano il capoluogo trapanese: “Paesaggi, persone, animali e case si trasformano in attori”
TRAPANI – Attenti: a digitare su un qualunque motore di ricerca il termine busiate verrete letteralmente travolti da una valanga di notizie, ricette, foto e filmati, tutti targati Trapani.
E Busiate ha voluto intitolare il suo ultimo libro il giornalista Giovanni Franco. Un volume di 220 pagine, con testi suoi e di altri e con 170 sue magnifiche foto scattate nel capoluogo trapanese e in tutta la provincia, isole comprese: Alcamo, Calatafimi Segesta, Campobello, Castellammare, Castelvetrano, Erice, Favignana, Gibellina, Marsala con le saline e lo Stagnone, Mazara del Vallo, Salemi, San Vito Lo Capo, Selinunte.
Protagonisti del reportage, come racconta lo stesso Franco, “paesaggi, persone, animali e case che si trasformano in attori” non appena la luce unica di queste latitudini li illumina, in un tripudio di colori. Per esempio, spiega Fabrizio Carrera, esperto di enogastronomia, i rossi, come l’aglio di Nubia e il gambero di Mazara, i bianchi come il sale delle saline, la ricotta di pecora e la vastedda del Belice, i verdi come il melone porceddu di Alcamo. E questo solo per fermarci a quelli del tricolore partito da Marsala.
Un arcobaleno di colori, poi, troverete in immagini talmente potenti da farvi sentire persino l’odore di quei piatti paradisiaci: i cous cous di pesce, e, naturalmente, i piatti a base di busiato, “lungo, attorcigliato su sé stesso, che prende il nome dalla busa, termine dialettale di un’erba locale”.
Oltre a Franco e Carrera, a narrare questo territorio affascinante sono altri giornalisti: Nicola Cristaldi, presidente dell’Ars che qui fu sindaco, Mariza D’Anna, pronta a ricordare come il Trapanese sia “lontano dalle frenesie”, Gianfranco Marrone, semiologo dell’Università di Palermo che disquisisce di dolci e della “pratica rituale” del curtigghio, Vito Orlando pronto a lasciarci a bocca aperta elencando l’enorme numero di testate stampate nel Trapanese fin da prima dell’Unità. Giornalista, ma anche illustratore Franco Donarelli, che ci dona un disegno sulle Saline. E per chiudere, l’unico, tra i co-autori di Busiate a non esser giornalista: Giovanni Isgrò, storico e docente di teatro e spettacolo.
Il risultato è un libro ricchissimo. E l’eccellente esito si deve anche a Francesco Sferlazzo, direttore editoriale della Libridine, che già seppe stupire con un precedente volume di Franco e Cristaldi, Il Canto della Casbah.
Concludendo, insomma, questo fumante piatto di Busiate non me lo perderei. A meno che, ahivoi, non vi rassegniate al misero fast food del web.