Milano, 16 dic. (askanews) – Il 2025 per Caffè Vergnano si chiuderà con volumi in lieve crescita, nonostante sia stato un anno segnato dalla corsa dei prezzi della materia prima, che almeno nel primo semestre del 2026 dovrebbero mantenersi su livelli elevati. A tracciare un bilancio a grandi linee dell’anno che si sta per concludere è l’amministratrice delegata dell’azienda torinese, Carolina Vergnano, a margine della presentazione delle iniziative per i Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano-Cortina, di cui l’azienda è official coffee.
“Per il 2025 prevediamo di avere una lieve crescita dei volumi – ha detto l’ad – la nostra politica commerciale ci ha premiato: puntavamo a tenere i volumi stabili in un momento così difficile, ma siamo riusciti addirittura a superarci un po’, quindi siamo molto soddisfatti. Secondo noi, la ragione principale di questo risultato è la distribuzione molto equilibrata tra i settori, horeca e grande distribuzione in Italia e una presenza all’estero ben distribuita nei vari Paesi”. Questi tre ambiti, sottolinea Carolina Vergnano. sono equamente divisi, “rappresentano circa il 33% ciascuno. E’ questo mix che ci ha premiato e quindi l’obiettivo per il 2026 in realtà è mantenere la sincronia tra i vari settori”.
Lo scorso anno Caffè Vergnano ha realizzato un fatturato di 124 milioni di euro. Di questi “un po’ più del 60% arriva dall’Italia e il resto dall’estero, con i vari Paesi molto ben distribuiti”. Quest’ultimo, grazie anche all’accordo in essere con Coca-Cola Hbc (che dal 2021 detiene una quota del 30%) che con la distribuzione dei prodotti Vergnano in 27 Paesi “pesa circa l’11% sul fatturato”.
Ma in un futuro non troppo lontano c’è l’ambizione di aumentare la quota di export. “La mia ambizione è che l’estero rappresenti un 50% del nostro fatturato entro i prossimi 5 anni”, ha spiegato l’amministratrice delegata ampliando la propria presenza “sicuramente in Francia, perché lì abbiamo una forza vendita diretta, e nei Paesi di Coca-Cola Hbc, con cui stiamo facendo un lavoro in sinergia molto importante”.
L’Italia però resta un pilastro importante nella strategia di crescita. “Io credo molto nel mercato italiano, come famiglia amiamo fortemente il mercato italiano e non vogliamo allentare il nostro supporto. E anche per essere un brand dignitosamente presente all’estero, secondo noi la presenza italiana non fa che rafforzare questo aspetto”. “Il mercato italiano non sarà ignorato dalla nostra azienda”, ha assicurato, nonostante i consumi siano al palo e il potere d’acquisto delle famiglie sempre più ridotto. “Noi abbiamo una gamma molto ampia e in che offre una possibilità di acquisto un po’ più ampia. Questa gamma, per quanto sia complessa, poco ottimizzata a livello di produzione, in realtà è un po’ un credo aziendale perché risponde proprio a questo punto: non tutti possono consumare il caffè in capsula, non tutti possono consumare il caffè in cialda, quindi abbiamo tutta l’offerta macinato moka che risponde a un’altra esigenza. Questa è un po’ la nostra risposta, per quanto non sia ovviamente la soluzione più efficiente a livello produttivo”. In Italia Caffè Vegnano è presente con un totale di 90 referenze che salgono a 300 se si guarda al mercato globale.
Per quanto riguarda le tensioni sui prezzi della materia prima, invece, Carolina Vergnano si aspetta “un primo semestre in linea con il 2025. Oggi è difficile prevedere che cosa succederà, però i primi sei mesi non vediamo un allentamento della tensione”. L’ad ha ribadito che “non è il solito andamento ciclico del caffè, è questo famoso altopiano che sembra che rimanga alto. Forse dobbiamo pensare che il prezzo del caffè rimarrà qui, che questa è la nuova normalità”. Con inevitabili ripercussioni sul prezzo della tazzina del caffè. “Da una parte penso che la tazzina oggi non rispecchi tutta la catena del valore, quello che c’è dietro, la qualità del prodotto, la lavorazione e le tantissime mani che lo toccano, quindi sì, ci sarà un naturale adeguamento – ha detto – D’altra parte capisco anche che in Italia il prezzo della tazzina di caffè ha un valore simbolico”. “Credo che ci sarà una naturale evoluzione – ha concluso – ma che sarà probabilmente graduale”.

