Cala il consumo di gas, Sicilia ai minimi dal 2016 - QdS

Cala il consumo di gas, Sicilia ai minimi dal 2016

Cala il consumo di gas, Sicilia ai minimi dal 2016

sabato 17 Agosto 2024

Nel 2022, ultimo censito dall’Istat, sono stati consumati 667 mln di metri cubi: è la cifra più bassa degli ultimi 7 anni. La riduzione maggiore in provincia di Caltanissetta (-3,9%), dato in rialzo a Palermo, Ragusa e Siracusa

PALERMO – Dopo l’altalenante andamento degli ultimi anni, ma che puntava sempre verso l’alto, nel 2022 il consumo di gas metano in Sicilia si è notevolmente ridotto, segnando il picco minimo dal 2016 ad oggi. La riduzione principale, secondo i dati Istat, è stata registrata nella provincia di Caltanissetta, dove il consumo è sceso del 3,9%. Stessi numeri per la provincia di Trapani, mentre a Catania si scende del 2,2%. La media regionale risale perché Palermo, Ragusa e Siracusa, al contrario, vedono i consumi aumentare.

Nel 2022 il consumo di gas metano in Sicilia si è notevolmente ridotto

Ciò nonostante, si tratta di dati molto interessanti se si va a fare il confronto con l’anno precedente. Rispetto al 2021, nel 2022 il calo regionale è stato del 9,9%, con punto in negativo del 13,1% in provincia di Trapani, del -11,7% a Ragusa; risultati a due cifre anche in provincia di Palermo, che vede i consumi scendere del 10,9%, e in provincia di Catania, al -10,7%. Tutte le province segnano valori negativi.

La Sicilia segue l’andamento nazionale, che il consumo di gas metano scendere in maniera inesorabile. In un solo anno, infatti, nella penisola si calcola un calo del consumo del 13,8%. Per macroarea territoriale, i risultati migliori sono stati raggiunti nel Nord, al -14,5%, quindi il centro, al -13,6%; segue il Mezzogiorno, al -10,6%. Si tratta di numeri che non stupiscono, considerata la forte crescita degli impianti per la produzione di energia fotovoltaica.

Se si guarda al consumo totale di energia, sia elettrica che da gas naturale, nel 2022 il dato mostra una riduzione sia a livello nazionale, sia per l’insieme dei 109 Comuni capoluogo. Per questi ultimi la diminuzione è del 6,3% rispetto all’anno precedente e il livello si attesta a 75 Tep per 100 abitanti, valore inferiore a quello pandemico (75,2). Il Tep è la tonnellata equivalente di petrolio, e associa il contenuto di energia alle tonnellate metriche di petrolio. In termini ancora più pratici, un Tep rappresenta 2,4 tonnellate di CO2 emesse nell’atmosfera che a loro volta richiedono il lavoro di 200 alberi per essere ripulita.

Diminuisce soprattutto la componente del gas (-10,5%, da 45,5 a 40,7 Tep per 100 abitanti) e in misura appena percettibile quella elettrica (-0,6%, da 34,5 a 34,2). La flessione dei consumi complessivi è quindi dovuta principalmente alla contrazione della domanda di gas naturale, causata dal rialzo dei prezzi della materia prima, per effetto delle tensioni internazionali, dalle misure di contenimento dei consumi varate nell’ultimo trimestre del 2022, nonché a temperature medie particolarmente miti negli ultimi mesi dell’anno.

Nelle ripartizioni geografiche, pur in presenza dello stesso trend discendente, i livelli di consumo sono fortemente diversificati a causa delle differenti condizioni climatiche, produttive e infrastrutturali. Nei capoluoghi del Nord-Est si impiegano in totale 110,4 tep per 100 abitanti (-7,6% sul 2021) e 89,1 nel Nord-ovest (-8,3%). Nel Centro, invece, dove la riduzione è minore (-3,6%), il consumo medio è di 69 tep per 100 abitanti.

Nel Sud si consumano 51,4 tep per 100 abitanti (-4,9%) e nelle Isole l’impiego scende al valore più basso (38,3 tep per 100 abitanti, -3,8%), anche per effetto della metanizzazione ancora incompleta della Sardegna. I consumi pro capite sono più bassi nelle grandi città: nei capoluoghi metropolitani la media è di 65,1 tep per 100 abitanti (-4,6% sul 2021) contro gli 85,9 degli altri capoluoghi (-7,6%), anche grazie al boom del fotovoltaico del 2021-2022, che ha visto le grandi città protagoniste nella installazione degli impianti.

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