Roma, 13 dic. (askanews) – Cristian Chivu allunga lo sguardo oltre l’immediato e difende con decisione il percorso dell’Inter, respingendo letture riduttive e giudizi affrettati. Nella conferenza stampa che precede la trasferta di Genova, il tecnico nerazzurro ha toccato temi tecnici, emotivi e identitari, ribadendo la volontà di restare fedeli a un’idea di calcio riconoscibile nonostante pressioni, assenze e aspettative sempre elevate.
L’Inter arriverà in Liguria con una lista di indisponibili significativa: Acerbi e Calhanoglu sono fuori causa, così come Darmian e Dumfries. Un quadro che obbliga a soluzioni alternative ma che, nelle parole dell’allenatore, non deve diventare un alibi. ‘Siamo abituati a convivere con le pressioni – ha spiegato Chivu – all’Inter è normale, perché qui bisogna sempre vincere ed è giusto che sia così’. Dopo vent’anni vissuti all’interno del club, l’allenatore rivendica una conoscenza profonda dell’ambiente e invita a guardare oltre il risultato secco: ‘Non mi piacciono le etichette, se ne mettono troppe. Io non valuto una vittoria o una sconfitta, ma il percorso di crescita’.
Nel bilancio delle ultime gare, Chivu ha difeso l’atteggiamento mostrato dalla squadra anche contro avversari di caratura internazionale. Il confronto con il Liverpool, arrivato dopo una partita dispendiosa come quella contro il Como, viene letto in chiave positiva: ‘Dal punto di vista dell’intensità abbiamo aggiunto qualcosa in più. L’avversario era diverso, con più esperienza e qualità individuale, ma non abbiamo abbassato il livello’. Un passaggio che diventa quasi una dichiarazione di intenti: ‘Mi prendo tutto quello che di buono abbiamo fatto, perché l’atteggiamento e il gioco non sono stati inferiori’.
Il tema delle rimonte mancate, quando l’Inter si è trovata in svantaggio, viene ricondotto agli episodi e a singoli momenti della stagione. Chivu cita errori precisi, come il primo tempo contro l’Udinese o il secondo a Napoli, ma difende la coerenza della squadra: ‘Per il resto siamo sempre stati lì, cercando di essere dominanti e propositivi, senza speculare. Questa è la nostra identità e non vogliamo perderla’. L’obiettivo, semmai, è imparare dagli errori senza snaturarsi.
Alla domanda su cosa serva per compiere un ulteriore salto verso una mentalità davvero vincente, l’allenatore parla di percezioni e di gruppo. ‘La voglia c’è, il gruppo si è sempre messo in gioco. Non era scontato dopo l’estate che abbiamo vissuto’. Nonostante critiche e scetticismo iniziale, Chivu rivendica una stagione positiva, pur con alti e bassi: ‘Siamo sotto la lente d’ingrandimento dall’inizio, dicevano che eravamo falliti. Invece siamo qui, con determinazione e margini di miglioramento’.
C’è spazio anche per una riflessione più ampia sul ruolo dei tecnici emergenti e sulla comunicazione, con un riferimento diretto a Daniele De Rossi. ‘Dobbiamo avere l’umiltà di imparare da chi ha più esperienza. Con De Rossi ho vissuto anni importanti, ho sempre ammirato la sua intelligenza emotiva e calcistica’. Un riconoscimento che si intreccia alla sfida imminente, perché Genova non è mai stata una tappa semplice per l’Inter.
La vigilia, assicura Chivu, è stata vissuta con serenità e consapevolezza. ‘Sappiamo di dover aggiungere qualcosa in più in termini di attenzione, qualità e divertimento, ma il lavoro che stiamo facendo si vede in campo’. E sulla partita, il messaggio è chiaro: ‘Servirà una gara perfetta anche da parte nostra, con atteggiamento e voglia. A Genova dovremo mettere in campo tutto quello che abbiamo’.

