Roma, 30 dic. (askanews) – Un modello sempre più vicino a quello di un’”impresa sociale”, radicato sul territorio e capace di accompagnare la tutela e la valorizzazione del benessere della comunità nazionale. È il quadro che emerge dalla decima edizione del Bilancio integrato Figc, che fotografa l’evoluzione della gestione della Federcalcio, oggi forte di 1,5 milioni di tesserati.
Limitando l’analisi al solo ambito del professionismo, il sistema calcio garantisce al Paese un ritorno fiscale e previdenziale pari a 20,5 euro per ogni euro investito, con un impatto socio-economico definito eccezionale. Un settore che genera quasi sette miliardi di ricavi diretti e contribuisce al Pil per 12,4 miliardi.
Parallelamente, l’ecosistema calcio conferma il proprio impegno sui fronti dei diritti umani e della tutela ambientale. Tra le iniziative più significative, il progetto “Valori in rete”, che ha coinvolto quasi un milione di studenti in attività educative e formative.
“Per la sua capacità unica di unire, il calcio ha una responsabilità che va oltre la competizione – sottolinea il presidente della Figc, Gabriele Gravina -. Per questo la Federazione ha intrapreso un percorso strutturato nel campo della sostenibilità sociale e ambientale, con l’obiettivo di rendere il calcio un motore di cambiamento e di valore duraturo per la comunità”.
Il Bilancio integrato, aggiunge Gravina, “rendiconta i risultati di un anno di straordinaria evoluzione, in cui abbiamo affrontato sfide apparentemente lontane dal nostro mondo ma capaci di generare un impatto molto positivo”. Inclusione, valorizzazione dei giovani, educazione, tutela della salute e dell’ambiente sono alcuni dei temi che confermano il calcio come una piattaforma sociale unica, sempre più centrale per la società civile.

