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VIDEO | Calenda attacca il governo Schifani: “Regione viola i diritti dei siciliani, subentri lo Stato”

Dalla mozione di sfiducia al governo regionale alla Giustizia, fino al Ponte sullo Stretto, Carlo Calenda attacca il governo Schifani. Il leader di Azione, oggi a Palermo per un incontro con gli studenti alla facoltà di Giurisprudenza e un confronto sulla riforma della Giustizia (presente anche Carolina Varchi di FdI), ha commentato le ultime vicende della politica regionale. In particolare ha parlato della mozione di sfiducia che come è noto è stata discussa all’Ars ma che ha visto la maggioranza compatta. Focus anche sulla situazione nel capoluogo siciliano e non sono mancate frecciate alla Dc.

Accenni sulla Giustizia e sul Ponte sullo Stretto di Messina. Calenda, contrario all’opera, l’ha definita un “enorme spreco di soldi”.

Calenda: “Regione viola diritti dei siciliani, giusto subentri lo Stato”

Carlo Calenda chiede in sostanza il commissariamento della Regione ri. Queste le sue parole: “Le ultime vicende in Sicilia confermano quello che noi diciamo da molto tempo: i siciliani hanno diritti che sono violati dalla Regione da tantissimi anni e c’è un articolo della Costituzione che prevede che se le cose vanno così a un certo punto subentra lo Stato, il quale ripristina il diritto alla salute, a un lavoro dignitoso, all’acqua e a un ciclo di rifiuti che funzioni”.

Mozione di sfiducia a Schifani: “Serviva passo indietro di tutta la maggioranza”

L’esponente di Azione parla di quanto accaduto due giorni fa, ossia sulla mozione di sfiducia a Renato Schifani che però non è andata in porto, bocciata dall’Ars. La maggioranza è stata solida e solo 26 voti hanno votato la mozione.

Calenda dice: “Non è servita a niente. L’unica cosa che serve è che il governo intervenga e commissari la Regione, solo questo si può fare per tirare fuori i siciliani da questa condizione. Mi sarei aspettato un passo indietro di tutta la maggioranza. Anche di Fratelli d’Italia che ha una storia che viene dall’Msi che almeno sulla questione legalità era intransigente: adesso sono finiti esattamente come tutti gli altri”.

E ancora: “tra voto clientelare ed elezioni c’è un rapporto troppo stretto: questo non avviene perché i siciliani sono cattivi, ma perché per accedere ai servizi devono avere uno scambio. La Sicilia va commissariata dallo Stato centrale, che ci deve mettere i fondi non per fare il ponte, ma per rimettere in sesto i servizi: la politica ha definitivamente fallito e deve sparire”.

“Lagalla tiene la Dc in giunta per clientele di potere”

La dura analisi di Calenda si sposta al Comune di Palermo: “In un posto dove non c’è questo grado di arroganza politica Cuffaro non sarebbe proprio invitato: il fatto che il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, non rimuova la Dc dalla giunta dimostra solo quello che sappiamo, ovvero che ci sono clientele di potere”.

Sulla Giustizia: “È oppressa da correnti, bisogna liberarla”

Poi, sulla riforma della Giustizia sottolinea: “Io sono sempre stato favorevole alla separazione delle carriere: la magistratura è forte quando è indipendente, oggi è fortemente oppressa dalle correnti che sono a loro volta attaccate a obiettivi politici, bisogna liberarla”.

Ponte sullo Stretto: “Si rischia di buttare soldi”

Ma c’è anche un accenno al Ponte sullo Stretto, altro argomento caldo nell’Isola e non solo. Calenda dice: “Non riesco a pensare che Salvini arrivi a fare il ponte sullo stretto: lo usa come slogan, così come faceva con l’uscita dall’euro. Finirà che avremo buttato un sacco di soldi senza aver fatto le infrastrutture di base: il problema dei siciliani non è il ponte, che costituisce solo un’arma di distrazione di massa”.

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