Il contratto con l’imprenditore Federico Salmoiraghi è scaduto l’1 dicembre, pochi giorni dopo il sit-in organizzato davanti alla Prefettura di Catania, ma i lavoratori del call center Mics di Motta Sant’Anastasia (CT) continuano a rimanere col fiato sospeso. Questa mattina le organizzazioni sindacali Slc Cgil e Uilcom di Catania hanno organizzato un’assemblea con i lavoratori ai campi Umberto.
Call center Mics, contratto scaduto: cosa è emerso durante la nuova manifestazione
Durante l’ultima assemblea – che segue il sit-in dello scorso 28 novembre davanti alla Prefettura etnea – è stata sottolineata la conseguenza negativa, per i lavoratori, della totale eliminazione delle chiamate di Enel dal sito di Motta Sant’Anastasia. Il segretario della Slc Cgil di Catania, Gianluca Patanè, sottolinea: “I lavoratori entrano a lavoro in smart working, ma non hanno chiamate. La società è in liquidazione e abbiamo ricevuto qualche contatto per trovare una soluzione al problema. Abbiamo richiesto un tavolo istituzionale, ma non abbiamo avuto risposta né a livello ministeriale né tantomeno da Enel, che ha creato un problema occupazionale a Catania, in quanto girando le chiamate altrove ha condannato 120 lavoratori e lavoratrici e le loro famiglie”.
La denuncia dei sindacati: “Lavoratori in una sorta di limbo”
La riunione di oggi ha avuto come scopo quello di “condividere – continua Patanè – con tutte queste persone un percorso, comunque lungo, che potrebbe portarci al riconoscimento del loro diritto. Coinvolgeremo, se necessario, Enel Energia da un punto di vista legale, in quanto ha delle responsabilità”. Il segretario della Uilcom Catania, Gaetano Cristaldi, ha aggiunto: “Ci troviamo in una situazione nella quale non siamo disponibili a firmare accordi nei quali tutto il perimetro occupazionale non viene salvaguardato. Enel si era impegnata in tal senso, ma non ha mantenuto fede all’impegno. Ci sono anche situazioni monche con altre società, che si sono fatte avanti per provare a risolvere il problema; tutto, però, dipende dai volumi e dal traffico che Enel può dare a una nuova società. Ora ci saranno molti lavoratori che resteranno in una sorta di limbo e dobbiamo trovare una soluzione per loro”.
Le proposte ricevute e le criticità che rimangono
Una delle aziende che ha provato ad avanzare una soluzione per i lavoratori del call center Mics “si è proposta – ha aggiunto Patanè – di sua iniziativa per trovare, nei limiti delle proprie possibilità, un percorso occupazionale. Non abbiamo idea del numero, ma sappiamo che la proposta di assunzione sarà a tempo indeterminato. Noi comunque continueremo la vertenza contro Enel. C’è anche la questione dei contributi non versati. Dobbiamo capire come Mics intenda procedere”.
I sindacati pensano alle prossime azioni da intraprendere: “Scriveremo una PEC al Ministero e a Enel Energia per certificare lo stato dell’arte – ha concluso Patané – da un punto di vista sindacale. Poi concorderemo con i lavoratori una serie di azioni per aprire una vertenza, oltre che con l’azienda Mics, anche con Enel Energia, oggi responsabile del fatto che questi dipendenti non hanno più lavoro. Perché Enel ha tolto il lavoro. Non è inoltre possibile che un tavolo istituzionale non sia stato convocato da marzo di quest’anno. I lavoratori avranno un danno economico abnorme”.

