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L’inferno dei lavoratori del call center Mics, annunciato sciopero per il 17 marzo

L’inferno dei lavoratori del call center Mics, annunciato sciopero per il 17 marzo
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Stipendi non pagati e posti di lavoro a rischio. Una situazione difficile per centinaia di dipendenti. Arriva la replica dell’azienda

Non c’è pace per i lavoratori del call center Mics di Motta Sant’Anastasia. Dopo lo stato di agitazione aperto a fine novembre dello scorso anno, i sindacati Cgil e Uil proclamano uno sciopero per lunedì 17 marzo. La decisione arriva dopo il mancato pagamento degli stipendi di gennaio 2025 e per scongiurare una procedura che potrebbe portare a 27 licenziamenti.

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Call Center Mics, Cgil e Uil: “Finito il tempo degli alibi”

Con una nota i sindacati di categoria spiegano: “La gestione della nuova proprietà, guidata dal Dottor Federico Salmoiraghi continua, ahinoi, ad essere improntata sul non rispetto degli impegni presi nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti operativi sulle commesse Enel e Italia On Line. La proprietà continua a disattendere gli impegni, presi anche per iscritto, con le proprie risorse. Ad oggi non sono stati pagati gli stipendi di gennaio”.

Call center Mics, ipotesi licenziamenti

Difficoltà a pagare gli stipendi ma non solo. Gli operatori rischierebbero anche il posto di lavoro: “Inoltre, – si legge nel comunicato – nonostante da parte del sindacato siano state proposte diverse soluzioni che andavano nella direzione della salvaguardia dell’occupazione, pur tenendo conto delle ‘presunti’ difficoltà aziendali, l’azienda di proprietà del Dottor Salmoiraghi ha dimostrato di non voler trovare alcun accordo che possa scongiurare i ventisette licenziamenti legati ad una procedura collettiva per cui siamo ancora impegnati nell’esame congiunto, a cui vanno aggiunti due licenziamenti individuali già effettuati il 10 gennaio”.

Lo sciopero nella sede Enel

Lunedì 17 marzo, dunque, è previsto il sit-in di lavoratori e lavoratrici a Catania davanti la sede Enel. “L’Azienda continua a dimostrarsi rigida e sorda alle nostre richieste – si legge nella nota di Cgil e Uil – ed insiste nel ribadire che non esiste altra soluzione che possa evitare i licenziamenti coatti. Pertanto, a pochi gironi della conclusione dell’iter procedurale previsto previsto il 26 marzo la situazione si fa ulteriormente drammatica per molti lavoratori e molte lavoratrici che, oltre a non percepire lo stipendio, rischiano il posto di lavoro. Proclamiamo pertanto per la giornata di lunedì 17 Marzo una giornata di sciopero per l’intero turno di lavoro, invitando i lavoratori e le lavoratrici ad aderire massicciamente al sit-in previsto a Catania dalle ore 9,30 alle 12,00, davanti la sede Enel di Via Monsignor Domenico Orlando, angolo Viale Ulisse”.

La replica dell’azienda

Arriva la replica dell’azienda Mics Srl dopo il comunicato dei sindacati di qualche giorno fa e la conferma dello sciopero previsto per domattina, 17 marzo.

Scrive l’amministratore unico Federico Salmoiraghi: “In relazione al comunicato sindacale diramato in data odierna e alla proclamazione dello sciopero previsto per il 17 marzo 2025, l’azienda, MICS Srl MULTIMEDIA INTERATTIVI CONTACT SERVICES Srl, parte del SALMO SERVICES GROUP, intende rispondere con fermezza, smentendo categoricamente alcune affermazioni e facendo chiarezza su fatti che sono stati distorti o deliberatamente ignorati nel tentativo di strumentalizzare la situazione e di apparire come vittime della situazione”.

Pagamento garantito

“In primo luogo, oggi stesso sono state ufficialmente informate le sigle sindacali che, entro la mattina di lunedì 17 marzo, verranno regolarmente corrisposti gli stipendi relativi al mese di gennaio 2025. Inoltre, è stato garantito che entro la settimana prossima verrà effettuato il pagamento della mensilità di febbraio 2025”, dice Salmoiraghi.

“È fondamentale sottolineare che questi pagamenti non provengono dal patrimonio aziendale, ma sono stati resi possibili esclusivamente grazie all’intervento diretto e personale della proprietà, che ha deciso di mettere a disposizione proprie risorse, agendo al di fuori dei normali canali aziendali. È evidente che l’azienda sta facendo uno sforzo straordinario e che questa decisione è il risultato di un impegno concreto, nonostante le difficoltà economiche di MICS ben note a chiunque, infatti la proprieta’ entro la
fine del mese di marzo approvera’ un’operazione finanziaria finalizzata al ripianamento delle perdite, occultate dalla precedente gestione/proprieta’, e alla ricostituzione del capitale sociale. Valore dell’operazione: Euro 1.1M”.

Sciopero confermato

“Nonostante questa garanzia di pagamento e l’impegno espresso dalla proprietà nel rifondare l’azienda continua Salmoiraghi -. le organizzazioni sindacali non hanno accettato di posticipare lo sciopero a martedì 18 marzo per consentire alla stessa di dimostrare la serietà degli impegni presi e per evitare conseguenze devastanti sulla produzione, sulle commitenti e, di conseguenza, sui lavoratori stessi; anzi queste hanno trasmesso un testo altamente compromettente che in modi estorsivi dettava le condizioni per la “tregua”, fra queste vorrei citarne in modo particolare una: “effettuare nella giornata di sabato, 15.03, ben 150 bonifici istantanei”.

Il rifiuto

“Con nostro grande stupore, però, le sigle sindacali hanno rifiutato le proposte costruttive sopraindicate, preferendo insistere nel proclamare lo sciopero senza alcuna considerazione per gli effetti dannosi che una simile azione avrebbe su tutta l’azienda,sui lavoratori e sui clienti, risorsa primaria e motivo d’esistenza dell’azienda stessa”.

Pesante ristrutturazione

“È necessario ribadire che l’azienda sta facendo i conti con un’importante e pesante ristrutturazione aziendale, che ha portato la proprietà a effettuare l’operazione finanziaria sopraindicata, che è stata a sua volta ulteriormente aggravata dalle azioni di contrasto e di sabotaggio portate avanti da una parte della popolazione aziendale fomentata dalle sigle stesse. Non possiamo più accettare che atteggiamenti oppositivi e irresponsabili mettano a rischio la sopravvivenza dell’azienda, delle relative commesse e dei posti di lavoro. Le dichiarazioni sindacali che accusano l’azienda di non voler trovare una soluzione per evitare i licenziamenti sono semplicemente false e ingiuriose nei confronti di chi sta salvando un’azienda che ha un Patrimonio Netto negativo sin dal 2021.

Le rassicurazioni non scongiurano lo sciopero

“Il rifiuto di posticipare lo sciopero, pur di non vedere nessun effetto concreto degli impegni assunti, appare come una scelta puramente ideologica e distruttiva, atta a compiere l’atto estorsivo palesato nell’email trasmessa dalle stesse nel pomeriggio del 14.03 pur a fronte delle rassicurazioni inviate dall’azienda”, continua l’amministratore.

“Le richieste continue di azioni che avrebbero un impatto devastante sulla produzione e sul rapporto con i clienti non sono altro che un chiaro esempio di come il sindacato stia anteponendo interessi di parte alla salvaguardia di centinaia di posti di lavoro. L’azienda è e rimarrà disponibile al confronto costruttivo, ma non può e non vuole essere ostaggio di chi, senza comprendere la realtà economica e produttiva, agisce senza responsabilità e solo con meri interessi di visibilità atti a suscitare unicamente inutile clamore. Lo sciopero proclamato senza dare tempo all’azienda di adempiere ai propri impegni rischia di compromettere irreparabilmente la nostra stabilità e quella dei lavoratori. Il nostro invito è a riflettere prima di intraprendere azioni che potrebbero avere effetti devastanti e irreversibili”.

“Se le organizzazioni sindacali continuano su questa strada, l’azienda non potrà che ritenere tali comportamenti come un ulteriore atto di ostilità verso ogni tentativo di risanamento e di tutela dell’occupazione. Restiamo a disposizione per ulteriori chiarimenti, ma ci aspettiamo un approccio serio, responsabile e costruttivo da parte di tutte le parti coinvolte. La situazione è grave, e sicuramente faremo tutto cio’ che e’ in nostro potere per combattere chi vuole il male dell’azienda e dei suoi lavoratori”, conclude Salmoiraghi.