Call center a Palermo, sindacati: "A rischio 600 posti Konecta, Abramo e Gruppo Distribuzione" - QdS

Call center a Palermo, sindacati: “A rischio 600 posti Konecta, Abramo e Gruppo Distribuzione”

Call center a Palermo, sindacati: “A rischio 600 posti Konecta, Abramo e Gruppo Distribuzione”

Redazione  |
venerdì 15 Marzo 2024

Le segreterie di alcuni sindacati di Palermo terranno lunedì 18 marzo, alle 9.30, un sit-in sostenendo la vertenza di alcuni lavoratori.

Le segreterie di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil Palermo terranno lunedì 18 marzo, alle 9.30, un sit-in in prefettura a sostegno della vertenza dei lavoratori di Konecta, Abramo e Gruppo Distribuzione. L’occasione è lo sciopero proclamato unitariamente dalle segreterie nazionali per tutti i lavoratori del customer care degli appalti Tim del Paese. “Il calo di volumi da parte di Tim, che ha tagliato il 30% delle commesse, si ripercuote ancora una volta su Palermo, lasciando in una condizione di incertezza totale, con l’esclusiva prospettiva di ammortizzatori sociali, e ingenti ripercussioni sui salari, circa 600 addette e addetti” sottolineano i sindacati.

Annunciata una “macelleria sociale”

Seicento lavoratori candidati a diventare “esuberi strutturali”. Per i sindacati si annuncia una vera e propria “macelleria sociale” su un territorio, quello palermitano, già fortemente colpito da altre drammatiche vertenze ancora in atto nel settore dei call center. “E’ una scelta irresponsabile, quella di Tim che, oltre a fronteggiare la crisi decennale del settore delle Tlc e le scelte strategiche sbagliate del management, sta uccidendo anche l’indotto, applicando una riduzione sui volumi di chiamate lamentando una riduzione del traffico – afferma il segretario generale Slc Cgil Palermo Fabio Maggio -. Un piano distruttivo che porterà alla fine dell’azienda ex monopolista, riducendola a una serie di aziende troppo piccole per competere con le grandi aziende europee e troppo grandi per competere con gli operatori italiani”.

“La causa del crollo delle chiamate non può essere addebitata a una semplice riduzione della domanda – aggiunge Maggio –. Piuttosto, è una scelta finanziaria di Tim, decisa ad evitare le richieste di assistenza dei clienti per tagliarne i costi, scaricando il problema sulle aziende in appalto e sui lavoratori che hanno finora rappresentato la voce del gruppo telco”. Konecta e Gruppo Distribuzione hanno già annunciato i cali di volumi sulle attività gestite per conto del committente Tim che, in assenza di una inversione di tendenza, porterà ineluttabilmente all’avvio di ammortizzatori sociali. Estremamente drammatica la situazione della Abramo CC, in amministrazione straordinaria e già in ammortizzatore sociale per circa il 60 per cento, su cui grava anche una ulteriore condizione di incertezza legata alla proroga delle attività.

Serve intervento immediato

“A fronte del taglio nel customer care a danno di migliaia di lavoratori degli appalti – evidenziano i sindacati – molti volumi di traffico vengono spostatii fuori dai confini nazionali da parte di Tim”. Slc Cgil, Fistel Cisl e Uiltec Uil chiedono un intervento immediato per rivendicare con urgenza l’attivazione del tavolo di crisi al Mimit già richiesto lo scorso 4 marzo dalle segreterie nazionali, “affinché il ministero si faccia garante nell’individuare soluzioni a tutela dell’occupazione e contro un dramma sociale che si rivelerebbe di proporzioni devastanti”.

L’impatto si avvertirà in tanti territori, oltre a Palermo: Livorno, Roma, Pomezia, Matera, Montalto Uffugo (CS), Rende (CS), Crotone, Catanzaro, Cagliari, Olbia, ed è per questo che le organizzazioni sindacali hanno proclamato un primo sciopero su base nazionale per lunedì 18 marzo. “In assenza di risposte positive – aggiunge Maggio – la mobilitazione proseguirà con ulteriori iniziative territoriali ed aziendali, da svolgersi tra i mesi di marzo e aprile”.

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