Il sindaco Tesauro ha incontrato il direttore dell’Istituto penitenziario minorile, Viviana Savarino. Si punta a garantire continuità educativa dopo la pena e a offrire ai ragazzi nuove opportunità di reintegrazione
CALTANISSETTA – Favorire il reinserimento di giovani e adulti nella società locale. Con questo intento il sindaco Walter Tesauro e l’assessore alle Politiche sociali Ermanno Pasqualino hanno incontrato nei giorni scorsi il direttore dell’Istituto penitenziario minorile Viviana Savarino, il comandante del reparto di Polizia penitenziaria Corrado Pintaldi e alcuni operatori della struttura. L’Amministrazione comunale si è dimostrata disponibile alla collaborazione costante con l’Istituto minorile, individuando anche la sede dove sarà ubicato il servizio di Giustizia riparativa che prenderà in carico sia adulti sia minori.
“Ho voluto ascoltare personalmente – ha affermato il primo cittadino Walter Tesauro – le istanze degli operatori della Giustizia minorile e delle innumerevoli esigenze che riguardano gli adolescenti autori di reato. Il Comune può supportare le attività rivolte all’utenza minorile attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico tematico in sinergia tra l’Ipm e l’Assessorato alle Politiche sociali”.
“L’obiettivo comune – ha aggiunto il direttore Viviana Savarino – è ridare speranza e sostegno attraverso una continuità educativa che non deve interrompersi dopo le dimissioni dei giovani che hanno scontato una pena. Troppo spesso questi giovani non trovano opportunità di reinserimento lavorativo ed è per questo che devono essere supportati nel percorso di integrazione con la comunità altrimenti difficilmente potranno cambiare il loro stile di vita”.
Tra gli argomenti affrontati quello della giustizia riparativa
Presenti anche il nuovo direttore del servizio sociale per i minorenni di Caltanissetta, Grazia Sardella, e il referente per i servizi minorili Vincenzo Indorato. Tra gli argomenti affrontati quello della giustizia riparativa. Si tratta di una forma di risoluzione del conflitto, complementare al processo, basata sull’ascolto e sul riconoscimento dell’altro con l’aiuto di un terzo imparziale chiamato “mediatore”. Con la “restorative justice” non si cerca di ottenere la punizione dell’autore del reato ma piuttosto di risanare quel legame con la società spezzato dal fatto criminoso.
“Nella città di Caltanissetta in ambito penale minorile – ha spiegato Vincenzo Indorato – è presente ormai da oltre un decennio un servizio di Giustizia riparativa con mediatori penali minorili, che anche prima dell’applicazione della legge Cartabia che disciplinava le nuove procedure, stipulava protocolli d’intesa con la Corte d’Appello nissena rappresentando un’eccellenza siciliana. Per i non addetti ai lavori si tratta di un percorso extra giudiziario che sostiene in primis le vittime di reato e gli autori con la finalità di ridurre le conflittualità tra le parti”.