CALTANISSETTA – Un territorio che continua a essere ancora nella morsa della criminalità organizzata, che cerca con difficoltà di superare vecchi schemi, impegnandosi a fare della legalità l’unico faro indispensabile per illuminare il cammino della comunità. Queste, in estrema sintesi, le parole del presidente reggente della Corte d’Appello nissena, Giuseppe Melisenda Giambertoni, contenute nella relazione illustrata in occasione della cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario dei giorni scorsi.
“Cosa Nostra – ha spiegato Melisenda Giambertoni – continua a essere l’organizzazione mafiosa di principale riferimento e, abbandonate le strategie criminali, che vedevano il frequente ricorso ad atti intimidatori e di violenza, volti ad affermare il loro controllo del territorio, oggi tende a infiltrarsi in maniera subdola e silente nel tessuto economico-sociale”.
Tra gli argomenti più importanti toccati nel corso della relazione dal presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta, c’è ancora la necessità di mantenere alta la volontà nel fare luce sulle stragi di Capaci e di via D’Amelio, in cui la criminalità organizzata uccise i magistrati palermitani Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. “Le priorità della Direzione distrettuale antimafia – ha affermato – sono da individuare nelle indagini, molto complesse e assai delicate, purtroppo ancora necessarie nonostante il tempo trascorso dal 1992 a oggi”.
“Di notevole complessità e rilevanza – ha aggiunto il presidente della Corte d’Appello – è l’ordinanza cautelare emessa dal Gip di Caltanissetta nell’ambito di un procedimento penale nei confronti di due indagati per false informazioni al pubblico ministero commesso nell’ambito delle indagini sulla strage di Capaci, finalizzate a verificare l’intervento di esponenti della destra eversiva nelle fasi preparatorie della stessa”.
“Nell’ambito dello stesso procedimento – ha precisato Melisenda Giambertoni – sono emersi indizi circa l’organizzazione da parte di elementi autodefinitisi ‘fascisti’ di un sistema di monitoraggio (‘osservatorio’) a livello nazionale dell’attività giudiziaria, anche mediante componenti occulti per motivi giudiziari e/o politici. Tale sistema di monitoraggio avrebbe avuto anche il fine di esercitare pressione nei confronti di magistrati ritenuti ‘scomodi’”.
Snocciolati anche i numeri sui procedimenti lavorati, in particolare con l’intervento del procuratore generale della Corte d’Appello Fabio D’Anna: “Sono 8.966 i procedimenti sopravvenuti contro indagati noti nelle Procure ordinarie del Distretto di Caltanissetta, a fronte dei 9.397 dell’anno precedente, con un decremento del 5%. La durata media di definizione dei procedimenti si è ridotta da 891 giorni a 773”.
In calo del 33% le iscrizioni per associazione a delinquere di stampo mafioso, aumentano invece del 38% i reati per traffico di sostanze stupefacenti, così come crescono i dati in relazione a furti e rapine. Nell’ambito dei delitti contro la Pubblica amministrazione si registra una diminuzione delle iscrizioni del 23%. Per quanto riguarda infine la violenza di genere, lieve aumento del reato di stalking, le cui iscrizioni sono passate da 242 a 251. Registrati, infine, 341 reati ricadenti nell’alveo del cosiddetto Codice rosso.