CALTANISSETTA – Valorizzare dal punto di vista economico e sociale i beni confiscati alla mafia nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Con questo intento il prefetto Chiara Armenia ha convocato nei giorni scorsi una riunione cui hanno partecipato i sindaci e i responsabili degli uffici tecnici dei comuni di Caltanissetta, Butera, Gela, Mussomeli, Niscemi, Riesi, San Cataldo, Sutera e Vallelunga.
Il Governo, nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha infatti stanziato trecento milioni di euro per la realizzazione di duecento progetti nelle otto regioni del Mezzogiorno di cui 250 milioni di euro riservati a iniziative selezionate attraverso l’avviso che scadrà il prossimo 28 febbraio che servirà a individuare proposte progettuali finalizzate al recupero, alla ri-funzionalizzazione e alla valorizzazione di beni confiscati alla criminalità organizzata attraverso opere di demolizione e ricostruzione, ristrutturazione e adeguamento per le finalità prescritte nel decreto di destinazione, ex art. 47, comma 2, del D. Lgs. n. 159/2011.
“Riappropriarsi dei beni sottratti alla criminalità organizzata – ha affermato il prefetto Chiara Armenia – e reinserirli nel circuito legale per soddisfare finalità sociali e istituzionali significa riaffermare la legalità nei territori di appartenenza, spesso privi di spazi e luoghi a servizio della collettività”.
Il prefetto ha dunque invitato le Amministrazioni comunali del territorio a indirizzare i progetti al fine di creare strutture socio-sanitarie, centri diurni, spazi pubblici destinati alla collettività, spazi socio-culturali per i giovani o destinati a fini istituzionali. Da parte loro i rappresentanti dei Comuni, già lavoro da settimane sui progetti, hanno presentato le loro idee per valorizzare al meglio i beni confiscati alla mafia.
All’incontro erano presenti anche i rappresentanti dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata di Reggio Calabria, che hanno fornito chiarimenti importanti su come poter superare alcune criticità legate all’espletamento di adempimenti formali richiesti ai fini della partecipazione al bando.

