I primi grappoli raccolti a Menfi nei giorni scorsi in anticipo di due settimane rispetto al 2023. L’enologo De Gregorio: “Prima volta che iniziamo a luglio, ma l’uva è sana e in buone condizioni”
MENFI (AG) – Con l’avvicinarsi della piena estate i viticoltori siciliani sono già pronti per la vendemmia 2024, un evento atteso con grande entusiasmo e speranza e l’isola, conosciuta per la sua ricca tradizione vinicola, si appresta a raccogliere i frutti di un anno caratterizzato da condizioni climatiche particolari e da un rinnovato impegno verso la sostenibilità.
Quasi totale assenza di piogge
Un’annata particolare caratterizzata dalla quasi totale assenza di piogge e che arriva dopo la problematica 2023 che è risultata di discreta qualità ma con bassissime rese e meno uva raccolta nell’isola rispetto agli anni passati: “La vendemmia è iniziata davvero presto quest’anno ma il caldo e la siccità hanno accelerato i tempi della raccolta – sottolinea l’enologo di Cantine Settesoli Mimmo De Gregorio – durante la mia lunga carriera è la prima volta che iniziamo durante la metà di luglio ma fortunatamente l’uva è sana ed in buone condizioni “.
I primi grappoli sono stati raccolti a Menfi lo scorso Giovedì 18 luglio, in anticipo di quasi 2 settimane rispetto all’anno scorso: si è iniziato con il Pinot Grigio e si proseguirà con il Sauvignon Blanc, Moscato, Chardonnay e pian piano tutte le altre varietà e nei diversi territorio.
In Sicilia ogni anno la vendemmia dura circa 3 mesi
In Sicilia ogni anno la vendemmia dura circa 3 mesi, inizia nelle vigne vicino al mare sulla costa occidentale per poi concludersi sull’Etna a fine ottobre o inizio novembre. A rendere precoce la vendemmia 2024 certamente la siccità caratterizzata da piogge ben al di sotto della media stagionale, le limitate riserve idriche nei vigneti e le temperature elevate che hanno accelerato tutte le fasi di maturazione dell’uva.
“Una vendemmia così in anticipo non l’avevano mai vista ma i parametri della qualità sono ottimali e a differenza dello scorso anno non ci sono malattie – sottolinea l’enologo Alessandro Serughetti che collabora con diverse aziende sul territorio regionale – sarà una vendemmia lunga e faticosa ma la aspettative ed i primi grappoli raccolti sono buoni”. Già ad aprile la Regione Sicilia aveva dichiarato lo stato di calamità naturale a causa di una situazione che in agricoltura non si vedeva da diversi anni e le previsioni raccontano di un quantitativo del raccolto non elevato ma che, come auspicato da Assoenologi, potrà essere un bene per il riequilibrio del mercato e la valorizzazione dei prezzi.
Una vendemmia che fa i conti anche con la crescente attenzione verso pratiche agricole sempre più sostenibili dove sull’isola molte cantine hanno adottando tecniche di agricoltura biologica e biodinamica, riducendo l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici facendo guadagnare al vino siciliano prestigio sui mercati nazionali e internazionali.