Camere Commercio, a Ragusa si teme un altro accorpamento - QdS

Camere Commercio, a Ragusa si teme un altro accorpamento

Stefania Zaccaria

Camere Commercio, a Ragusa si teme un altro accorpamento

mercoledì 14 Luglio 2021

Secondo il sindaco ibleo Peppe Cassì un emendamento al Dl Sostegni bis mette in discussione le “fusioni” già avvenute in Sicilia. “Nuovo scenario disomogeneo per identità territoriale ed affinità"

RAGUSA – Sono tornate le polemiche relative alla Camera di Commercio di Ragusa.

Nel 2017, quando l’ente fu accorpato alla Camera di Commercio del Sud Est Sicilia furono non pochi i malcontenti che si registrarono in provincia. Non si voleva, infatti, perdere l’autonomia di cui era dotata l’organizzazione ragusana visto che si pensava che le imprese iblee ne avessero, presto, risentito.

Adesso ci risiamo, sono stati preannunciati nuovi cambiamenti che dovrebbero riguardare tutti gli enti siciliani. A quanto pare, infatti, si vorrebbero accorpare ulteriormente le Camere e a Ragusa cominciano a manifestarsi i primi dissensi. Mentre qualche anno fa, le trasformazioni erano state precedute da un travagliato dibattito e da una partecipazione ampia che coinvolse i territori e le aziende, adesso tutto sembra svolgersi in silenzio.

Un emendamento approvato in commissione parlamentare all’interno del decreto Sostegni bis – ha sottolineato il primo cittadino di Ragusa Peppe Cassì – mette in discussione gli accorpamenti già avvenuti in Sicilia delle Camere di Palermo e di Enna, delle Camere di Catania, di Ragusa e di Siracusa, e di quello in itinere tra le Camere di Agrigento, Caltanissetta e Trapani, con un nuovo possibile scenario in cui le ex Camere di Commercio di Ragusa e Siracusa verrebbero scorporate dalla Camera di Commercio di Catania per unirsi alle Camere di Agrigento, Caltanissetta e Trapani. Il risultato sarebbe quindi una rete disomogenea per identità territoriale ed affinità economiche, difficilmente collegata sotto il profilo della viabilità e probabilmente economicamente non sostenibile”.

“Se la legge di riforma delle Camere di Commercio non limitasse a sessanta il numero totale delle Camere di Commercio in Italia – ha aggiunto il sindaco Cassì – sarebbe invece auspicabile un percorso che riporti le Camere ad una identità territoriale di carattere provinciale, proprio per ridare ad ogni territorio ed al sistema delle sue imprese un riferimento vicino, consapevole ed efficace. Tuttavia, allo stato attuale, sarebbe ancora più disastroso se gli interessi del tessuto imprenditoriale della provincia di Ragusa venissero sganciati dalla Camera di Commercio del Sud Est Sicilia non per costituire una nuova Camera di Commercio di Ragusa ma per convergere in un’unica grande Camera costituita da cinque province con storie, tradizioni e caratteristiche economiche del tutto differenti”.

Nel territorio ci si chiede quindi se ci possa essere un reale vantaggio per le imprese della provincia di Ragusa. “Auspico, pertanto, che si apra con forza un dibattito democratico sull’emendamento approvato che, prescindendo da politiche di quartiere – ha concluso Cassì – serva a ridare dignità ai territori e garanzia agli stessi di un sistema camerale che operi per lo sviluppo economico della comunità e per la crescita delle sue imprese”.

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