Se negli ultimi due anni l’emergenza della pandemia ha prodotto dure conseguenze sull’intero settore dei viaggi, il turismo lento e esperienziale ha potuto reggere e rilanciare. Aria aperta, contatto con la natura, facilità di distanziamento tra escursionisti composti da piccoli gruppi senza che questo, adesso, limiti il contatto con la gente dei luoghi, da intendersi come singole persone o famiglie. In questo quadro la Sicilia si colloca sempre di più tra le nuove mete preferite dei viandanti in arrivo da altre regioni italiane come da diversi paesi esteri che si incamminano lungo sentieri anticamente percorsi da santi e eremiti. Un settore, quello dei cammini regionali, che potrà finalmente giovarsi di una legge ad hoc. Il decreto, atteso da tanto tempo da un sempre più grande numero di appassionati, è stato approvato dall’Ars lo scorso 30 marzo. D’ora in avanti questa normativa, che porta la firma della deputata M5S Valentina Zafarana, consentirà di valorizzare migliaia di chilometri tra sentieri, strade bianche, mulattiere e carrarecce che collegano le zone costiere della Sicilia a quelle interne degli antichi latifondi collinari e di affascinanti paesaggi agricoli. Uno strumento che servirà a mettere in sicurezza gli antichi tracciati e a dotarli di adeguata segnaletica.
Il decreto
“In linea con le dinamiche dei Cammini nazionali, sarà possibile mettere a sistema questo patrimonio fondamentale per lo sviluppo del turismo culturale – dice Zafarana – Nel concreto, grazie a questa legge si potrà anzitutto partire con il riconoscimento da parte della Regione dei Cammini di interesse regionale e il loro inserimento in un apposito Atlante regionale che offrirà agli utenti informazioni complete e coordinate sui sentieri e su quanto andranno proponendo le associazioni e i soggetti gestori che li salvaguardano o che vogliono iniziare a curarli. Inoltre la legge prevede l’istituzione di un Coordinamento regionale, che avrà il compito di fare da tramite tecnico-scientifico fra i Cammini, i loro gestori e fruitori e l’Assessorato al Turismo”. Un probabile prossimo step sarà un forum permanente sul turismo lento.
Proprio riguardo alla segnaletica, sempre nei giorni scorsi l’associazione Trasversale Sicula, il più lungo tra i cammini nell’isola, ha dato il via ai lavori per sistemare tabelle e frecce di legno sul percorso. “Un totale di 850 segnali per migliorare la fruibilità del sentiero e dare una ulteriore spinta a questo tracciato anche in chiave sportiva (trekking), spirituale e di tutela ambientale, visto che l’andare a piedi è la più sostenibile delle mobilità – spiega il presidente Peppe De Caro – I cartelli saranno quindi d’aiuto al camminatore soprattutto in quei punti in cui possono insorgere dubbi sull’itinerario corretto da seguire per arrivare alla meta finale”.
I numeri
È un settore che cresce a ritmo continuo, quello dei Cammini. In Sicilia lo confermano in particolare i numeri della Magna Via Francigena, da Palermo a Agrigento: i riscontri di marzo 2022 superano del 40% quelli del 2019. La ragione è presto spiegata: la Sicilia, mèta turistica a prescindere, può offrire un turismo non solo esperienziale, ma anche ‘ibrido’, capace cioè di inglobare la parte escursionistica con tanti altri aspetti diversi. A cominciare dall’accoglienza da parte delle persone locali. CAMMINI SICILIANI, I PERCORSI. Continua a leggere

