I Rinnovatori – quelli che pedestremente vengono denominati di Sinistra – continuano a discettare del “sesso degli angeli”, vale a dire di riunire tutti gli oppositori dell’attuale Governo, a prescindere dalla loro collocazione, in un unico “rassemblement”, che hanno denominato Campo Largo. Di fatto si tratta di una riedizione, neanche aggiornata, del vecchio Ulivo che portò Prodi a battere Berlusconi.
Ma oggi le difficoltà sono di gran lunga maggiori rispetto a quelle che incontrò allora il Professore, perché vi sono galli e galletti in un pollaio che non ha tregua. Cosicché, la costruzione di questo Campo Largo stenta a decollare. È ovvio che siamo ancora a circa due anni di distanza dalle prossime elezioni, ma non oltre tale termine perché circola insistentemente la voce, negli ambienti parlamentari, che la presidente Meloni si dimetterà parecchi mesi prima della scadenza naturale della legislatura in modo da potere affrontare le elezioni nella tarda primavera del 2027.
Dunque, anche la giovane presidente del Consiglio – che conosce perfettamente i ceti popolari per averne fatto parte – vuole giocarsi bene le proprie carte per una conferma nella nuova legislatura, che, appunto, partirà nel 2027.
Ricordiamo che nello stesso anno scadrà il mandato del presidente della Regione, Renato Schifani, e dell’intera Assemblea regionale. Non è escluso, per conseguenza, che l’attuale maggioranza dei Conservatori (quelli che pedestremente vengono denominati di Destra) vorrà fare il cosiddetto “election day”, cioè far svolgere le due elezioni nello stesso giorno.
Per quale motivo questo congiungimento? Perché lo sforzo unito di far eleggere due vertici nella compagine può utilizzare sinergie e quindi acquisire vantaggi sull’altra parte.
I Rinnovatori hanno probabilità di battere i Conservatori? Se dovessimo fare una valutazione schietta in base allo stato odierno dei fatti, dovremmo dire di no. Ma ancora ci sono due anni perché essi si organizzino in maniera efficace e, quanto meno, diventino competitivi, a condizione che stiano tutti assieme e che parlino un solo linguaggio.
A unire il Campo Largo non dev’essere un’illusione o un’ipotesi, altrimenti rischia di diventare il Campo Santo. Bensì dev’esserci un programma preciso che si basi su alcuni pilastri ineluttabili: la capacità delle istituzioni (nazionali, regionali e locali) di spendere tutte le somme a disposizione, cosa che in atto non avviene; l’organizzazione su basi professionali delle Pubbliche amministrazioni, introducendo i valori di merito e produttività; la riforma profonda di università e scuola, in modo che diventino strumenti propulsori della crescita sociale ed economica del Paese; gli investimenti in infrastrutture di cui tutto il territorio nazionale, soprattutto quello meridionale, ha bisogno.
Ora, non è certamente compito della stampa fare il programma di una parte politica, ma non è vietato dare stimoli o indicazioni perché poi la parte politica ci ragioni e definisca il proprio programma.
Un embrione di comportamento che dovrebbe ricordare il Governo potrebbe essere quello di costituire fin da ora ciò che in Gran Bretagna è chiamato “Governo Ombra”. Di che si tratta?
In Gran Bretagna l’opposizione, qualche volta formata dai Conservatori e qualche altra dai Rinnovatori (laburisti), forma il cosiddetto “Governo Ombra” con le figure istituzionali, cioè il primo ministro e i ministri delle diverse branche.
Essi operano in modo concreto perché, rispetto ai problemi e alle situazioni difficili, propongono progetti e soluzioni alternative a quelle del governo in carica. Cosicché, il popolo britannico è in condizione di valutare ciò che fa il governo e ciò che farebbe l’opposizione se fosse al governo.
Ecco un modo efficace per informare i cittadini e indurli a scegliere con cognizione di causa quando arrivano le elezioni fra le due parti in competizione.
Ed ecco il modello che ci permettiamo di suggerire a tutti i componenti del futuro, auspicabile, Campo Largo: il modello del “Governo Ombra” che, come prima si scriveva, dovrebbe essere adottato immediatamente.