Un nuovo caso di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali nel catanese che hanno portato all’arresto di un trentaduenne su richiesta della Procura di Catania. La misura cautelare della custodia in carcere è stata eseguita dai carabinieri della stazione di Camporotondo Etneo.
Anni di violenze, minacce subite, nessuna denuncia per non compromettere il marito
Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, allo stato del procedimento nel quale non è ancora intervenuto il contraddittorio dell’indagato, hanno fatto luce sulle condotte poste in essere dall’uomo il quale avrebbe tenuto sin dall’inizio del matrimonio un atteggiamento autoritario e violento nei confronti della moglie che avrebbe subito continuamente insulti, minacce e aggressioni fisiche. Per molto tempo la donna non si sarebbe recata in ospedale e non ha voluto denunciare per evitare conseguenze penali per il marito.
Nel 2013 la prima denuncia, non fermano la violenza dell’uomo
“Nel mese di giugno 2013 la donna, però, non poteva fare a meno di denunciare un’aggressione fisica in suo danno – si legge in un comunicato della Procura – a seguito della quale il marito riportava anche una condanna definitiva per maltrattamenti. Ciò nonostante l’uomo, che sarebbe assuntore abituale di sostanze stupefacenti, avrebbe perseverato nelle condotte vessatorie e violente nei confronti della moglie, non avrebbe sostenuto le spese familiari, allontanandosi spesso per lunghi periodi da casa e costringendo talvolta la donna a vendere gli elettrodomestici dell’abitazione per fare fronte alle spese di casa e per pagare i debiti assunti del marito”.
Giugno 2021, la gelosia dell’uomo e le minacce
Lo scorso mese di giugno un’altra lite. La donna aveva rimproverato il marito per il mancato adempimento ai doveri familiari e l’uomo l’aveva nuovamente aggredita spingendola violentemente e «ingenerandole uno stato di ansia e paura tali da indurla ad allontanarsi dalla casa coniugale con i figli minori». Dopo una breve riappacificazione l’uomo, che sarebbe stato mosso anche da una morbosa gelosia perché sospettava che la moglie intrattenesse una relazione extraconiugale, l’avrebbe aggredita ancora una volta e l’avrebbe minacciata pretendendo, tra l’altro, che in piena notte gli consegnasse il cellulare al fine di controllarlo. Circostanza che avrebbe indotto la donna a dormire con i figli in un’altra stanza chiusa a chiave.
“Questi comportamenti sempre maggiormente aggressivi – spiegano i magistrati – spingevano la donna nel mese di ottobre 2021 a chiedere la separazione dall’uomo il quale, ricevuta la comunicazione ufficiale dal suo legale, l’avrebbe minacciata telefonicamente”.
Ottobre 2021, la donna soffocata con la cinghia di uno zaino davanti ai figli
“Qualche giorno più tardi la situazione degenerava al verificarsi di un altro episodio allorquando dopo una lite per futili motivi l’uomo avrebbe insultato la moglie pesantemente e l’avrebbe aggredita fisicamente alla presenza dei figli minori mettendole la cinghia di uno zaino al collo, cagionandole lesioni con prognosi di 10 giorni. Nella circostanza, la donna, ritenendo di essere in grave pericolo, lasciava l’abitazione coniugale con i figli”.
Fino ai primi giorni dello scorso mese di novembre l’uomo avrebbe inviato messaggi di minaccia tramite l’applicazione whatsapp, ingenerando nella moglie un forte e perdurante stato di paura, al punto da sentirsi in pericolo anche solo per uscire di casa per accompagnare i figli a scuola e quindi convincersi sulla necessità di ricorrere ai carabinieri di Camporotondo Etneo.