Cancelleri: “Da Conte un veto inspiegabile e dagli ex amici tante cattiverie, ho deciso: lascio questo Movimento” - QdS

Cancelleri: “Da Conte un veto inspiegabile e dagli ex amici tante cattiverie, ho deciso: lascio questo Movimento”

Cancelleri: “Da Conte un veto inspiegabile e dagli ex amici tante cattiverie, ho deciso: lascio questo Movimento”

Chiara Billitteri  |
martedì 18 Aprile 2023

L'ex viceministro: "Qualcuno dovrebbe scusarsi con me. A Catania non mi candido, ma lì ha già vinto il centrodestra"

È rimasto in silenzio per settimane, Giancarlo Cancelleri, ex numero uno del Movimento 5 Stelle in Sicilia, dopo il “no” alla deroga sulla regola del terzo mandato che ha fatto sì che alle scorse regionali, al suo posto, venisse candidato Nuccio Di Paola. Da quel momento, l’ex sottosegretario alle Infrastrutture ha provato a capire quale potesse essere il suo ruolo nel Movimento, e ha iniziato a lavorare ad un’ipotesi di candidatura come sindaco di Catania. Che però Giuseppe Conte ha stoppato.

Cancelleri, alla fine non correrà per la carica di sindaco a Catania.

Avevo già deciso di fare un passo indietro per proporre un’alleanza aperta, forte, bella, con un candidato sindaco credibile come Enzo Bianco e l’idea di inserire una percentuale di giovani per costruire una classe dirigente tra gli assessori. Un progetto esaltante di rinnovamento. Per me come potete vedere dai miei social andava bene Abramo, un giovane, impegnato, forte con una visione di città importante e andava bene Enzo Bianco. È finita con la candidatura di Caserta che è il candidato su cui hanno convogliato solo per questioni di contingenza e necessità. Che progetti hanno? Che apertura? Che senso del futuro? Per me le elezioni non sono un gioco, ma un momento sacro di cambiamento. Mi sa che per questa gente è un concorso pubblico per diventare consigliere comunale. È tutto triste e grigio.

Stava pensando, però, ad una candidatura al consiglio comunale di Catania nelle liste del Fronte Progressista. Si candiderà?

No, io non sarò candidato al consiglio comunale. Come ho detto prima: per me le elezioni servono ad offrire un progetto. A sinistra, a Catania è una specie di rituale dove tutti si candidano per candidarsi.
Fino ad ora il fronte progressista ha solo parlato di temi etici e nazionali. Di Catania non si parla da nessuna parte. È finita che giocano a fare i video sui cartelloni elettorali della Meloni, ma la verità è soltanto una, che salvo poche eccezioni, nessuno sta pensando ai problemi di Catania.

Si è fermato anche lei, nonostante, nel frattempo, il Fronte Progressista abbia trovato un candidato e fatto le liste a sostegno di un candidato unitario.

Mi sono fermato perché dopo la vicenda di Enzo Bianco è iniziata una denigrazione nei miei confronti da parte di una buona fetta di Movimento. Attacchi che ho trovato personali e ingiustificati, perché io non ho più alcuna carica all’interno del Movimento.

Perché l’hanno attaccata?

Al Movimento non andava giù che avessi manifestato sostegno a Bianco, in quanto hanno sempre ritenuto la sua passata azione amministrativa come il male assoluto, la vecchia politica.
Il mio appoggio ad Enzo è stato una richiesta per Catania: “Vi prego non sbagliamo il candidato sindaco”, e invece incoerenza e nessuna progettualità. Il colmo è stato che poi sono venuto a sapere dai giornali che Bianco e la sua lista erano entrati proprio nell’alleanza del fronte progressista. Dicevano che mai e poi mai sarebbero andati con l’ex sindaco a elezioni comunali. E oggi con chi sono? Con lui. In quella coalizione c’è una lista che si chiama “con Bianco per Catania” che sarà al fianco anche del simbolo del Movimento 5 Stelle.

Come mai, secondo lei, hanno cambiato idea?

Si sono accordati in nome di una sconfitta imminente che tutti vedono arrivare, e i voti di Bianco fanno certamente comodo. Io invece ho preso parolacce per mesi, e ora scopro che è tutto ok. Sono certo che a loro non interessava creare un progetto per vincere le elezioni, al Cinque stelle interessa solo eleggere qualche uscente e qualcuno che ha superato il secondo mandato

E nonostante questo, non si candiderà neanche al consiglio comunale?

No, io non voglio rimanere coinvolto in una realtà fatta di accuse, livore e astio, dove persone che ritenevo vicine si sono totalmente squalificate con i loro comportamenti. Io devo coerenza prima di tutto a me stesso, quindi in quella direzione non ci torno più. Nonostante avrei potuto candidarmi. Nel M5S o in altre liste di quel fronte, anche Nuccio Di Paola me lo ha chiesto pubblicamente, l’unico con cui posso dire di essere rimasto in buoni rapporti.

E gli altri colleghi del Movimento?

Nessuno si è degnato di fare neanche una telefonata. In compenso hanno fatto dei video contro di me in cui mi hanno riempito di insulti per avere avanzato una proposta tre mesi fa quando eravamo ancora in tempo per fare le cose per bene. Oggi sono arrivati alla mia conclusione fuori tempo massimo e con un candidato debole. Sono davvero degli improvvisati, quantomeno dovrebbero fare dei video adesso in cui fanno delle scuse pubbliche e dicessero: Giancarlo avevi ragione.

C’è stato un momento, un avvenimento, che per lei ha segnato uno strappo?

Diciamo che una prima delusione è arrivata quando ho incontrato l’ultima volta Giuseppe Conte. E’ stato in occasione di una sua visita a Palermo, fui io a dirgli che gli sconsigliavo altre deroghe alla regola del terzo mandato. Regole come questa ormai sono sacre, sono le regole fondative di questo Movimento. Gli dissi anche, però, che per me era importante che lui potesse valutare un impegno da parte mia e di altri che volevano ancora spendersi per la causa. E allora gli proposi di fare una lista civica a Catania con me candidato a sindaco e che avesse l’appoggio del Movimento. Lui mi rispose che questo significava eludere una regola. Ricordo che quel giorno si chiuse la votazione online per il sostegno a Majorino a Milano. E io lo feci notare a Conte. Gli dissi: ‘avete appena dato l’appoggio a uno che fa politica da trent’anni e il problema sarei io che mi candido a sindaco?’.

A questo punto mi viene da chiederle se lei sia ancora nel Movimento 5 Stelle.

No, non in questo Movimento. Quello in cui ero io era un gruppo capace di fare attivismo nel territorio, arrivavano i risultati, si eleggevano i sindaci, si valorizzavano le proprie risorse. Oggi il Movimento è distrutto e non ha più consensi. Io voglio costruire un percorso nuovo che deve ancora trovare uno sbocco. Si aprono infinite possibilità e infinite porte, ma c’è un’unica certezza: non torno indietro rispetto ad un Movimento che non sa minimamente valorizzare le competenze che sono cresciute al proprio interno, che getta via come uno straccio vecchio persone che hanno contribuito a fondare e fare diventare grande e credibile quel gruppo.

Che cosa farà adesso?

Intanto sto lavorando e sto cercando di capire come costruire un percorso bello, Smart, veloce, rivolto al futuro senza zavorre… ma per adesso non mi sbilancio. Per le amministrative a Catania mi fermo, sì, per il resto, vedremo”.

Andrà a votare?

Certo. Votare per me è e rimane un diritto ma soprattutto un dovere. Deciderò liberamente e mi farò convincere. Oggi potete annoverarmi nella schiera degli indecisi.

Come pensa che andranno le elezioni a Catania?

Penso che le elezioni a Catania siano già finite, e che il centrodestra stravincerà come ha fatto l’anno scorso a Palermo. Ma le faccio un’altra previsione. Non è neanche così scontato che il Fronte Progressista arrivi secondo. Mi aspetto che la compagine di Cateno De Luca farà un buonissimo risultato, come alle regionali. Hanno un candidato giovane e intelligente, possono raccogliere anche un po’ di voto di protesta, diciamo così. La notizia è che, allo stato attuale, non è il Fronte Progressista l’antagonista del candidato di centrodestra. E i numeri saranno impietosi.

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