Allarme Candida Auris, a fare paura adesso è un fungo. Un settantenne è morto all’ospedale dell’Angelo di Mestre a causa di un’infezione da Candida Auris, un fungo molto pericoloso e potenzialmente letale, molto contagioso e resistente ai farmaci.
Il paziente – come riporta il Corriere della Sera – soffriva di diverse patologie ed era stato ricoverato a inizio luglio in condizioni “gravissime” dopo il contagio avvenuto in una struttura sanitaria in Kenya.
L’uomo era tornato in Italia dopo un viaggio di lavoro nel Paese africano, dove si era rivolto a una clinica privata perché afflitto da calcoli renali.
Durante il ricovero le sue condizioni erano però peggiorate e la famiglia era riuscita a fare trasferire il settantenne all’ospedale dell’Angelo di Mestre, nel quale dopo essere stato sottoposto a una serie di esami è risultato infetto dal Candida Auris, che avrebbe molto probabilmente contratto nella struttura sanitaria kenyota.
I rischi
Una volta accertato il caso dall’Usl 3 veneta è scattata l’allerta per evitare la diffusione del fungo che è altamente contagioso e difficile da debellare a causa della sua resistenza nel 90% dei casi ad almeno una delle tre classi di antifungini esistenti.
Non basta dunque disinfettare i locali ma è necessaria un’attrezzatura speciale e spesso bisogna anche rimuovere parti del soffitto e delle piastrelle del pavimento.
“Può colonizzare la cute delle persone e contamina superfici e ambiente – aveva spiegato il direttore della Microbiologia dell’Angelo Claudio Scarparo -. È difficile da eradicare perché è resistente agli antisettici comuni, in Liguria ci hanno messo due anni per liberarsene”.
Cos’è la Candida Auris
Come riassunto sul sito del Ministero della Salute, il fungo Candida auris isolato per la prima volta nel 2009 in Giappone un micete (o lievito) descritto per chiamato anche:
- Super fungo, poiché incredibilmente resistente alle principali categorie di farmaci antimicotici, usati di solito per debellare le infezioni fungine
oppure
- Fungo killer, in quanto risulta altamente letale (per ora) nei pazienti più fragili.
“Auris” deriva dal latino “orecchio“, denominazione attribuita per essere stato isolato dal condotto uditivo esterno di una donna di 70 anni, ricoverata in un ospedale giapponese. Dal momento della sua identificazione, i medici hanno cominciato a registrare nuovi casi di infezione da Candida auris in tutto il Mondo, dagli Stati Uniti al Kenya, dall’India al Venezuela, dall’Australia all’Europa.
In Italia, il primo caso di infezione invasiva da C. auris è stato identificato nel 2019.
Difficilissimo da eradicare
Il fungo risulta particolarmente pericoloso per queste ragioni:
- è un patogeno particolarmente infettivo;
- circa il 90% degli isolati risultano resistenti almeno ad una delle 3 classi di antifungini disponibili;
- l’infezione spesso interessa pazienti già ospedalizzati, può svilupparsi diverse settimane dopo il ricovero e il decesso può avvenire in pochi mesi i pazienti possono rimanere a lungo colonizzati la mortalità riscontrata è elevata (circa 30% – 70%);
- è particolarmente persistente nell’ambiente e difficile da eradicare può formare biofilm e avere, quindi, una ridotta suscettibilità ai comuni disinfettanti, come perossido di idrogeno e clorexidina, e ai comuni prodotti antifungini la scarsa conoscenza di questa specie nelle strutture sanitarie;
- può comportare una diagnosi ritardata, l’assunzione di un trattamento inefficace e un rischio elevato di decesso, nonché la diffusione nell’ambiente e il contagio di altri soggetti.
In generale le persone sane non contraggono infezioni invasive dovute a questo lievito e i pazienti con un’infezione invasiva da Candida Auris sono spesso già affetti da altre patologie, dunque persone fragili (neonati, anziani, pazienti con un sistema immunitario debilitato o con malattie croniche).
Il sintomo più comune di infezione invasiva da Candida è la febbre, che non migliora dopo la terapia antibiotica prescritta per infezione batterica.

