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Il tentato omicidio nel Siracusano. Cannata: “Sconcerto per l’accaduto, condanniamo la violenza”

Il tentato omicidio nel Siracusano. Cannata: “Sconcerto per l’accaduto, condanniamo la violenza”

Secondo quanto riportato da una prima ricostruzione del caso, la donna – una ragazza di 33 anni del Siracusano – sarebbe stata accoltellata a morte mentre stava tentando di salire in auto per tornare in casa.

Lo scorso pomeriggio, intorno alle 14, una ragazza di 33 anni sarebbe stata accoltellata dal suo ex fidanzato a Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa. A seguito di quanto emerso, l’uomo – un 34enne – sarebbe già stato arrestato per tentato omicidio, la giovane è invece al momento ricoverata in gravi condizioni.

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Secondo quanto riportato da una prima ricostruzione del caso, la donna – una ragazza di 33 anni del Siracusano – sarebbe stata accoltellata a morte mentre stava tentando di salire in auto per tornare in casa. Inoltre, sembrerebbe che ci sarebbe anche una testimone, una collega della vittima che ha immediatamente lanciato l’allarme. Adesso, sul caso è stata aperta un’inchiesta mentre la donna lotta per la vita in ospedale Umberto I di Siracusa, struttura in cui è per il momento ricoverata in gravi condizioni.

Il tentato omicidio a Canicattini Bagni. Cannata: “Profondo sconcerto”

Sul caso, si è espressa anche il sindaco di Avola. Di seguito l’intervento del sindaco di Avola Rossana Cannata sul tentato omicidio di Canicattini da parte di un avolese, oggi agli arresti.

“Apprendiamo con profondo sconcerto la notizia dell’aggressione avvenuta a Canicattini, in cui una giovane donna è stata oggetto di un tentativo di omicidio. Condanniamo con forza il ricorso alla violenza, specie nel contesto di relazioni affettive passate, comportamento intollerabile e inaccettabile. Confidiamo nel costante impegno e nel lavoro dei Carabinieri che stanno conducendo le indagini, delle Forze dell’Ordine e della Magistratura. Alla vittima va la totale solidarietà mia personale e quella della Città di Avola, insieme all’augurio di una pronta guarigione”.

Tentato omicidio con metodo mafioso: 3 arresti a Reggio Calabria

La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di tre giovani reggini con l’accusa di tentato omicidio e detenzione e porto abusivo in luogo pubblico di armi da sparo, delitti entrambi aggravati dal metodo mafioso.

Le indagini immediatamente avviate dalla Procura della Repubblica, e curate dalla Sezione Omicidi della Squadra Mobile, scaturiscono dai fatti avvenuti il 15 luglio dello scorso anno, quando un uomo è stato gravemente ferito a colpi di fucile, in pieno centro cittadino.

Quella sera, a seguito di una lite originata dall’incendio di un’auto parcheggiata in prossimità dell’abitazione degli indagati, il responsabile dell’incendio era stato malmenato con una mazza da baseball, per aver operato senza autorizzazione in zona sotto il controllo dei tre giovani, due dei quali fratelli, e per aver arrecato disturbo al riposo della madre.

Non contenti, i tre uomini, dopo aver recuperato un fucile in zona Pellaro, si erano appostati nei pressi della loro abitazione in attesa del rientro del malcapitato il quale, appena avvicinatosi, è stato raggiunto da tre colpi di fucile all’addome e alle gambe esplosi da uno dei tre giovani al solo fine di rivendicare il predominio e il controllo sulla zona di appartenenza, evocando la capacità mafiosa di una nota ‘ndrina della zona sud di Reggio Calabria.

A cause delle gravi ferite riportate, la vittima ha subito l’amputazione totale dell’arto inferiore destro. Uno degli indagati era già in stato detentivo in quanto sottoposto a fermo lo scorso giorno 4 novembre per il possesso di due fucili a canne mozze, di pistole con matricola abrasa e numerose munizioni.