Cantieri di lavoro, bisogna aspettare, ripartenza fissata al 2 settembre - QdS

Cantieri di lavoro, bisogna aspettare, ripartenza fissata al 2 settembre

Michele Giuliano

Cantieri di lavoro, bisogna aspettare, ripartenza fissata al 2 settembre

venerdì 24 Luglio 2020

Lo fa sapere l’assessorato regionale del Lavoro che ha fornito le linee guida da seguire. Comuni siciliani chiamati ad organizzare al meglio servizi indispensabili alla comunità

PALERMO – Difficile gestire attività lavorative come i cantieri lavoro in una situazione di emergenza sanitaria legata al coronavirus, che implica vincoli e limitazioni non da poco. Eppure per i Comuni siciliani si tratta della possibilità di svolgere tanti lavori più o meno piccoli, indispensabili per la comunità, oltre a fornire a tante persone indigenti una piccola entrata utile per sostenere la propria famiglia.

Bisognerà ancora aspettare però, secondo le indicazioni fornite dall’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro: in un comunicato, infatti, è stato disposto che i cantieri che non sono stati avviati potranno ripartire dal 2 settembre prossimo. Altri due mesi di attesa quindi, che serviranno a capire come si evolverà la situazione e ad organizzare al meglio i servizi. Senza dimenticare il reperimento dei necessari dispositivi di protezione personale, che dovranno essere forniti dagli enti comunali, senza poter contare su finanziamenti ulteriori.

Oltre alle indicazioni temporali, la Regione ha fornito anche le linee guida per la gestione dei cantieri lavoro. Innanzitutto, il datore di lavoro deve informare tutti i lavoratori e chiunque entri nel cantiere sulle disposizioni delle Autorità, in particolare le informazioni riguardano i seguenti obblighi: il controllo della temperatura corporea, che non dovrà risultare superiore ai 37,5 gradi, nel qual caso non sarà consentito l’accesso al cantiere. Ancora, dovrà essere garantito il rispetto di tutte le disposizioni delle Autorità e del datore di lavoro nell’accedere in cantiere, che sono quelle di mantenere la distanza di sicurezza, utilizzare gli strumenti di protezione individuale messi a disposizione durante le lavorazioni che non consentano di rispettare la distanza interpersonale di un metro e di tenere comportamenti corretti sul piano dell’igiene. Naturalmente, si dovrà informare tempestivamente e responsabilmente il datore di lavoro della presenza di qualsiasi sintomo influenzale. In ultimo, sarà impedito l’accesso a chi, negli ultimi 14 giorni, abbia avuto contatti con soggetti risultati positivi al Covid-19 o provenga da zone a rischio secondo le indicazioni dell’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità.
Dopo la sospensione delle attività dovuta al lockdown, non è possibile, quindi, riavviare le attività fino alla fine dell’estate. Si tratta dello stop di ben 17 mila persone in 384 Comuni su tutto il territorio isolano.
I cantieri hanno una durata di tre mesi e si occupano della realizzazione di piccole opere pubbliche e impiegano disoccupati di età compresa fra i 18 e i 66 anni e 7 mesi, iscritti al Centro per l’impiego del Comune in cui sono residenti, con un reddito massimo mensile di 453 euro. Il 50% dei posti è riservato ai disoccupati più giovani (18-36 anni), il 20% alla fascia fra i 37 e i 50 anni, un altro 20% agli ultracinquantenni. Il restante 10% va a portatori di handicap e stranieri regolari con permesso di soggiorno.
I cantieri lavoro sono stati richiesti e finanziati per quasi tutti i Comuni siciliani, 384 su 390: si tratta di attività finanziate dalla Regione con fondi europei volte a stimolare l’occupazione dei soggetti più svantaggiati e allo stesso tempo a realizzare piccole opere pubbliche per la riqualificazione delle città dell’Isola: si tratta prevalentemente di lavori per la sistemazione di strade, marciapiedi, aiuole, verde pubblico.

Il maggior numero è stato attribuito alle grandi città come Palermo e Catania, mentre un buon numero sono andati ai Comuni di Caltanissetta, Gela, Siracusa, Trapani, Marsala, Ragusa e Vittoria.

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