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Cantieri, Ponte e identità: la sfida di Basile per rivoluzionare Messina

Cantieri, Ponte e identità: la sfida di Basile per rivoluzionare Messina
Federico Basile sindaco di Messina

Intervista esclusiva al sindaco Federico Basile: dagli investimenti al decoro urbano, passando per il Ponte

MESSINA – Tre anni da sindaco, ma l’obiettivo di Federico Basile è accelerare ancora, in particolare sui cantieri aperti per completare le opere avviate. Si guarda al futuro, quindi, anche non escludendo una ricandidatura fra due anni per portare a termine quel processo di cambiamento iniziato nel 2018 con Cateno De Luca. Ci vuole infatti più di un mandato per realizzare un progetto amministrativo e la fotografia di questi primi tre anni dice in modo chiaro quelle che erano le previsioni e quelle che sono le azioni, certo da completare, migliorare, implementare ma all’interno di un percorso di costruzione. “De Luca nel 2018 – afferma Basile – ha preso una città allo sbando dal punto di vista amministrativo e finanziario, ha azzerato tutto per costruire un sistema di servizi che sto portando avanti avendo fatto parte di quella compagine amministrativa, da direttore generale”.

Quali sono i numeri di questa azione?
“Un milione e mezzo di finanziamenti ottenuti dal 2018 grazie a un’alta capacità di spesa: siamo stati bravi a progettare, a fare accelerare l’iter di approvazione e a spendere. Siamo al 61% di differenziata, partendo dal 10%, nonostante tutti i problemi creati da chi continua a non rispettare le regole. A dicembre arriveranno 32 autobus elettrici e 160 già in servizio. Ne abbiamo trovati solo venti. Ci sono poi cose meno visibili, le nostre scuole per esempio non avevano adeguamento sismico. Anche nella programmazione andiamo avanti: prima di Ferragosto con i soldi aggiuntivi che ci hanno dato sul Poc abbiamo programmato 5 milioni di interventi per la riqualificazione dei villaggi, ne abbiamo 47 sparsi da Nord a Sud. Poi ci sono tutti gli strumenti di programmazione dal Pudm al Piao portati avanti e che non esistevano e le assunzioni con 341 dipendenti e 122 nuovi vigili urbani che stanno completando le procedure concorsuali. C’è un’Amministrazione che ha raggiunto il livello essenziale per garantire i servizi”.

Rivendica sempre la continuità con De Luca…
“Quando parlo di continuità non lo dico rispetto a un’opera ma a un modello di azione amministrativa. La via Don Blasco, che completeremo quest’anno, nasce trent’anni fa. Non è targata De Luca, però lui ha avuto la capacità di metterla in piedi. Il Parco Aldo Moro, che era un cumulo di sterpaglie, è stata una questione aperta ai tempi di Accorinti. Anche per l’I Hub tecnologico c’è una visione coerente nell’aver cambiato collocazione: abbiamo visto che buttando giù tutti quegli edifici degradati, la città ha apprezzato il recupero di quell’area (fronte porto, nda), in una operazione diversa quell’area sarà fruibile perché ha l’affaccio a mare e grazie al protocollo firmato quest’anno con Rfi e Agenzia del Demanio, piuttosto che costruire riqualifichiamo un edificio abbandonato di Rfi. Sono 70 milioni: una parte utilizzati per la demolizione, la differenza la spalmiamo su due operazioni. La scelta per l’ex Fiera ci vedrà protagonisti insieme ad altre istituzioni e c’è la sfida dell’Ex Sanderson. La Regione ci sta passando la proprietà, c’è un finanziamento per la progettazione. Quando si completeranno gli interventi sulle 14 piazze questa città in tre anni avrà rivalutato 25 piazze su 47 villaggi. La riqualificazione del tram, infine, cambierà il volto della città”.

La riqualificazione strutturale e insieme sociale è un vostro obiettivo: è stato raggiunto?
“La riqualificazione sociale passa anche attraverso un cambiamento mentale. Ci sono luoghi a rischio come piazza Lo Sardo, dove serve un presidio delle Forze dell’ordine. Non risolve ma può aiutare come a Villa Dante dove è stata attivata tutta una serie di attività sociali che facilitano l’aggregazione. È un modello che potremmo utilizzare anche per villa Sabin e la villetta Quasimodo, che sarà oggetto di riqualificazione. Per piazza Lo Sardo stiamo facendo un ragionamento: abbiamo il nuovo Piano commerciale in valutazione e i proprietari dovranno attenersi alle disposizioni che darà l’Amministrazione. È previsto anche un intervento importante a largo Seggiola, che potrebbe essere elemento di congiunzione con la piazza ma nessun intervento è previsto per i portici”.

Tanti cantieri aperti ma anche tante critiche per i disagi e la qualità dei lavori. Non la preoccupano i prossimi lavori per la realizzazione del Ponte?
“Le critiche in alcuni casi sono fatte su cantieri ancora non completati. Tutti i lavori sono stati fatti a regola d’arte, il materiale è idoneo e una volta completati i lavori ci sarà una costante manutenzione. C’è un sistema di arredamento diverso che la città deve imparare ad acquisire. Per i cantieri del Ponte c’è preoccupazione, speriamo si trovino soluzioni che alleggeriscano il carico sulla città. L’opera è così intimamente collegata allo sviluppo locale che chi avrà l’onere di realizzarla dovrà mettere in condizione la città di ‘sopportare’ questo grande carico, che non è solo viabile ma è anche di impatto. È una sfida nella sfida. Mi pongo il problema delle 30-40-50 mila persone che verranno a lavorare qui, che dovranno vivere qui. Prima di iniziare i lavori del Ponte si facciano quelle opere necessarie alla città, partendo dalla rete idrica. Con il progetto da 26 milioni finanziato stiamo lavorando in deroga nell’ambito dell’Ati riducendo del 15% le perdite”.

C’è chi vi accusa di non avere chiarezza sul tipo di città che volete. Come risponde a queste critiche?
“In questi anni la città ha individuato la sua strada, legata alla sua identità, alle sue bellezze sconosciute da svelare. La Messina che vogliamo ci è chiara: lo sviluppo del comparto turistico, comparto tecnologico, riqualificazione urbana con l’incentivazione di investimenti privati. Galati Marina non aveva spiaggia adesso è bandiera blu. Abbiamo lavorato su tutti i fronti per avere una città attrattiva”.