Stefano Pellegrino è uno dei deputati “anziani” all’Ars, ed oggi capogruppo di Forza Italia. Sarà presente quindi anche al vertice di maggioranza che si terrà lunedì ed è al lavoro in Assemblea in questa delicata fase di definizione nelle commissioni di merito della legge di stabilità che dovrebbe varcare la soglia di Sala d’Ercole per l’incardinamento il 9 dicembre con aspettative della Presidenza della Regione per una approvazione nuovamente prima della fine dell’anno. Un momento delicato per la politica regionale che si sovrappone ad un momento ancor più delicato per via dell’ultimo scandalo giudiziario che la coinvolge e, forse, anche travolge.
Inchiesta appalti e finanziaria all’Ars, l’intervista a Stefano Pellegrino
Onorevole, questa settimana c’è stata la presentazione della relazione sulla attività della Commissione antimafia ed anticorruzione. Qual è la sua opinione in merito ai fatti di corruzione esposti a Sala d’Ercole?
“A parte il luogo comune, che responsabilità penale è personale, che non ci può essere presunzione di colpevolezza, ci sono delle opacità che la politica deve prendere in considerazione. Proprio queste opacità, questo grigiore – che poi se ne deriveranno delle condanne, ne deriverà un processo, questo sarà un problema giudiziario – la politica deve prenderle in considerazione. Il presidente Schifani ha preso in considerazione questo tipo di criticità che si è manifestata, quindi la revoca degli incarichi assessoriali deriva proprio da questa situazione. Non da questioni personali che riguardano gli apprezzabili e professionalmente encomiabili figure degli assessori Nuccia Albano, che professionalmente aveva dimostrato negli anni una grande sensibilità ed una grande competenza, e lo stesso per l’assessore Andrea Messina. Ma è un problema che riguarda il sistema. Qui, imputato, o imputati, a parte coloro che in questo momento devono essere anche sentiti – poi debbono essere contestualizzati tutto ciò che è nelle intercettazioni che sono state divulgate – è il sistema e bisogna trovare anche dei metodi per combatterlo e che certamente è un sistema bacato. Le scelte della politica sono sacrosante, ma non si possono ovviamente condizionare all’essere padroni delle persone che vengono indicate. Quindi è il sistema che va combattuto e non la persona. Poi, l’autorità giudiziaria farà il suo corso”.
Dal punto di vista giudiziario non mettiamo il carro davanti ai buoi.
“Da avvocato penalista sono garantista, quindi…”.
Il futuro della maggioranza e le prospettive in campo sanità
C’è un po’ di smottamento politico, per via delle vicende della componente democristiana che è parte della coalizione. Cosa cambia negli equilibri della maggioranza?
“Dico che non cambia nulla. Perché gli stessi deputati democristiani dicono che non cambierà nulla. Ovviamente sono rimasti rammaricati, per quello che era successo e per come poi si è andati avanti. Hanno avuto magari un momento di preoccupazione e di costernazione per il fatto che siano state revocate le deleghe ai due assessori che erano assolutamente incensurati e illibati, assolutamente competenti. Ma questo era perché, ripeto, imputato è il sistema, non è la persona”.
Da capogruppo all’Ars del partito del presidente Schifani, si attende sorprese da Sala d’Ercole sulla legge di stabilità o pensa che la maggioranza sarà coesa questa volta, senza franchi tiratori come nell’ultima variazione di bilancio?
“Credo che sarà coesa, perché non ci saranno attriti, non ci sono contrasti. Abbiamo fatto dei vertici di maggioranza, anche con la presenza del presidente Schifani, una volta con la presenza del presidente dell’Assemblea, dove tutti i rappresentanti dei partiti hanno ritenuto che non ci sarebbero state situazioni di turbolenza o frizioni che potessero pregiudicare i lavori dell’Aula. Anche perché, nonostante sia una manovra corposa, è una manovra molto stringata. Riguarda il tema sociale, il tema salute, il tema della produzione, le Zes, riguarda tutto ciò che è necessario perché la Sicilia continui a crescere”.
Lei è in commissione Sanità, d in questi giorni si continua a parlare di sanità per via dei manager coinvolti nelle vicende giudiziarie di cui sopra e che erano stati nominati appena un anno fa. State monitorando la situazione, ci sarà prossimamente una ulteriore attività ispettiva, cosa ci dobbiamo attendere dalla attività politica sulla questione Sanità siciliana?
“Sì, ci sarà certamente. Intanto c’è la discussione su quello che è la situazione dei manager, la situazione sanitaria, su quella che è la produttività dei manager. D’altra parte, non so se ricorda, il presidente nei contratti con i direttori generali ha prescritto il raggiungimento di determinati obiettivi pena la decadenza. Quindi, su questo anche noi saremo molto intransigenti. In questo momento, tra le varie norme che andremo ad approvare, molto probabilmente ci sarà proprio una su vigilanza e controllo pedissequo e puntuale su quella che è la mobilità passiva. Perché quella va combattuta. Per limitare questo, noi vorremmo anche controllare attraverso il DRT e le diagnosi che forniscono le aziende provinciali i motivi di questa mobilità passiva, per cercare di rendere più umana la sanità”.
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