STM, Fiom Cgil al QdS: "Silenzio assordante: pronti alla protesta"
26 Marzo 2025

Caos Stm, Cgil al QdS: “Silenzio assordante ci preoccupa: senza tavolo pronti alla protesta”

Caos Stm, Cgil al QdS: “Silenzio assordante ci preoccupa: senza tavolo pronti alla protesta”

mercoledì 12 Marzo 2025

La crisi che attanaglia Stm si fa sempre più profonda: ai microfoni del QdS interviene la segretaria generale Fiom Cgil Catania Rosy Scollo

Non si placa la tempesta che avvolge ormai da mesi STMicroelectronics Catania e tutti i suoi lavoratori. Il piano di risparmio dei costi annunciato dall’azienda, contravvenendo a quanto era stato pensato lo scorso anno e che metterebbe in crisi migliaia di dipendenti, ha suscitato una raffica di polemiche, con i sindacati che spingono per ottenere un tavolo di confronto con il governo nazionale, regionale e la stessa multinazionale. L’obiettivo, al momento complicatissimo da raggiungere, è quello di trovare una soluzione che possa garantire la continuità occupazionale ed economico-finanziaria all’interno dello stabilimento etneo.

Rosy Scollo (Segretaria generale Fiom Catania): “Governo deve dare risposte”

Ai microfoni del Quotidiano di Sicilia è intervenuta Rosy Scollo, segretaria generale Fiom Catania e dipendente ST da oltre 20 anni, che ha fatto il punto della situazione sulla crisi di STM Catania: “Negli scorsi giorni abbiamo lanciato un’iniziativa dal titolo “STMicroelectronics, quale futuro per Catania?” affiancati da altre sigle sindacali proprio per lanciare un grido d’aiuto e chiedere prospettive e progetti per la sede etnea – le sue parole – E’ un invito che abbiamo rivolto a tutte le forze politiche, con il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico che hanno già risposto presente al nostro appello lanciando anche interrogazioni parlamentari, in Senato ed in Europa. Il Governo non può voltarsi da un’altra parte, anche perchè il MEF detiene il 13,5% delle azioni di STM: ci aspettiamo dunque risposte”.

“Da piano d’ampliamento a piano di risparmio: perchè?”

Eppure le prospettive, nel 2024, sembravano essere totalmente differenti, come ribadisce la segretaria generale Fiom Catania: “STM non è affatto un’attività in crisi – continua – loro producono il petrolio del futuro e, producendo semiconduttori, detengono un potere smisurato perchè senza questo materiale LE fabbriche non funzionerebbero e chiuderebbero. Inoltre, l’azienda è destinataria di investimenti pubblici e quindi deve predisporre un piano industriale adeguato. Prima delle europee, avevamo apprezzato la visita dei ministri Giorgetti e Urso che avevano parlato di migliaia di assunzioni in più a Catania. La stessa azienda aveva preannunciato un piano di ampliamento, salvo poi fare marcia indietro nel mese di settembre. La motivazione rientra nel calo dei profitti, che da 17 miliardi sono diventati 13,2: a seguito di questo, hanno proposto un piano di risparmio e contenimento dei costi. La loro idea sarebbe quella di agevolare il pensionamento dei dipendenti più anziani, senza però operare il cosiddetto “turn-over”: ne escono 3, ne entra uno soltanto. In poche parole, ci troveremmo dinanzi ad un vero ridimensionamento occupazionale”.

“Preoccupati per Catania: con il silenzio, pronti alla protesta”

La tensione e la preoccupazione restano altissime, con il timore di una possibile demansionamento dello stabilimento centrale di Catania in favore della nuova fabbrica di semiconduttori “SiC” (carburo di silicio): “Inizialmente, questa nuova struttura doveva essere aggiuntiva, con persone che già ci lavorano dentro: noi riteniamo, invece, che stia diventando sostitutiva – continua Rosy Scollo – Ciò che non vorremmo è che si stia spostando la produzione di silicio sempre più nella nuova fabbrica. 2500 dipendenti STM Catania sono già in cassa integrazione, ma questo avvenimento è “ciclico” e verificatosi già nel tempo: diventerebbe un problema serio se andasse ad inglobarsi in una crisi più profonda, generando una “tempesta perfetta”. Quello che ci preoccupa, in ogni caso, è il silenzio assordante del governo regionale e nazionale di fronte alle nostre richieste. Concludo affermando che da questa settimana saremo in assemblea con gli altri sindacati, coltivando la speranza di essere convocati finalmente al tavolo ministeriale a cui la stessa STM si è detta disponibile a sedersi: se ciò non si verificherà, siamo pronti ad organizzare i nostri lavoratori ed andare a protestare sotto Palazzo d’Orleans“.

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