Caporalato, dal pakistano ucciso un sms con nomi degli assassini - QdS

Caporalato, dal pakistano ucciso un sms con nomi degli assassini

redazione web

Caporalato, dal pakistano ucciso un sms con nomi degli assassini

sabato 13 Giugno 2020

Ieri manifestazione a Caltanissetta per ricordare il giovane morto per difendere alcuni suoi connazionali. Il sindaco Gambino, "è scoppiato un verminaio, un' organizzazione internazionale dedita al traffico di uomini porta i ragazzi pakistani fino a Caltanissetta"

“C’è un’organizzazione internazionale dedita al traffico di uomini che porta i ragazzi pakistani fino a Caltanissetta: ho chiesto alla magistratura di scoprire perché proprio nella nostra città”.

La denuncia del sindaco Roberto Gambino ieri durante la manifestazione di Caltanissetta per ricordare Adnan Siddique, e alla quale hanno partecipato centinaia di persone, è stata chiara e precisa.

“Ci sarà – ha aggiunto – un’organizzazione criminale con collegamenti locali anche perché in Sicilia le cose non accadono per caso”.

Pakistana la gran parte dei braccianti stranieri

Era stata la Cgil ha rivelare, nei giorni scorsi, che i lavoratori agricoli pakistani rappresentano il dieci per cento del totale dei lavoratori stranieri, comunitari e non, nella provincia nissena.
E nella sola città di Caltanissetta salgono al venti per cento dei lavoratori agricoli, la comunità straniera più numerosa.

Il ricordo di Adnan a Caltanissetta

Ieri sera a ricordare Adnan, il pakistano di 32 anni ucciso a coltellate il tre giugno scorso nella sua casa del centro storico nisseno per aver difeso vittime del caporalato, è stato Adnan Hanif, un suo caro amico che arriva dal Kashmir e che ha rivelato particolari inquietanti sulla vicenda.

“Adnan – ha detto – era un ragazzo troppo buono e non meritava di morire. Aveva aiutato un signore, un anziano che abita qui a Caltanissetta ed è qui presente. Un signore che queste persone portavano al lavoro nelle campagne, non lo pagavano e lo picchiavano. E Adnan ha aiutato anche altri pakistani”.

Questo, secondo gli investigatori, il movente dell’omicidio del giovane, che viveva in città da cinque anni e lavorava nel settore delle macchine tessili.

Per il delitto i Carabinieri hanno arrestato cinque pakistani, ora in carcere, mentre un sesto è stato arrestato per favoreggiamento.

L’sms con i nomi degli assassini

“Adnan – ha raccontato Hanif – aveva presentato quattro denunce lo minacciavano e gli chiedevano di ritirare la denuncia altrimenti l’avrebbero ucciso”.

Secondo l’amico del giovane assassinato, tre giorni prima di morire “Adnan ha mandato un sms indicando nomi e cognomi di coloro che lo minacciavano: ‘se mi dovessero uccidere i nomi sono questi’, e poi le stesse persone sono state arrestate per l’omicidio”.

La mafia pakistana sfrutta i connazionali

Nella nostra inchiesta dell’otto giugno scorso, si faceva l’ipotesi di una mafia pakistana che, in Italia, riduce in schiavitù i propri connazionali e non solo.
Ipotesi confermata dalle notizie sul web, a cominciare dall’arresto da parte della Digos, il trenta gennaio del 2018, nell’aeroporto di Capo di Chino, di Akhtar Jahamgir, residente a Napoli e indicato come capo di un’organizzazione mafiosa pakistana che faceva ottenere visti d’ingresso in Italia. La sequenza degli episodi di sfruttamento individuati dalle forze dell’Ordine in Italia, secondo il comandante provinciale dei Carabinieri di Caltanissetta Baldassare Daidone, potrebbero essere legati da un “filo rosso”.
Ma l’ufficiale, sull’ipotesi di una mafia pakistana che gestisce il caporalato a Caltanissetta, ci aveva risposto: “Ci sono delle indagini in corso: in questo momento non possiamo ovviamente aggiungere nulla”.

Il sindaco Gambino, è scoppiato un verminaio

Tutto farebbe dunque presupporre ulteriori sviluppi nell’inchiesta, anche a giudicare dalle dichiarazioni del sindaco Gambino, che ha riferito anche i risultati del vertice svoltosi ieri nella Prefettura nissena.

“Ho chiesto – ha rivelato il primo cittadino – di trasmettere gli atti alla Procura per far luce sul fenomeno del caporalato e sul lavoro nero. Nel primo mese del lockdown, abbiamo assistito quattromila persone con i buoni pasto. Persone che erano sconosciute agli assistenti sociali. Questo significa che prolifera il lavoro nero”.

“Nessuno – ha aggiunto – si era accorto di questo fenomeno del caporalato a Caltanissetta. Però è evidente che c’è e va colpito in maniera decisa. Adesso che il verminaio è scoppiato deve essere colpito”.

“Un episodio che fa capire tantissime cose”

“Questo episodio – ha sottolineato Gambino – ci sta facendo capire tantissime cose. E’ stata uccisa una persona onesta. I ragazzi che arrivano dal Pakistan non arrivano per caso. Un vicino di casa di Adnan, mi ha tracciato la rotta. Partono dal Pakistan, raggiungono l’Iran, poi la Turchia, salgono i Balcani nel doppio fondo di un tir, arrivano a Milano e poi magicamente arrivano a Caltanissetta”.

Il sindaco ha anche annunciato che verrà messa una somma di denaro a disposizione della famiglia della vittima: padre, madre e otto fratelli che Adnan, prima di essere ucciso, sosteneva.

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