I militari della Guardia di Finanza di Palermo hanno eseguito un sequestro preventivo – finalizzato alla confisca – a carico di una persona accusata di caporalato ai danni di quattro dipendenti impiegati in una macelleria con sede ad Altavilla Milicia.
Il provvedimento, disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Termini Imerese, riguarda la macelleria e una somma di 7.500 euro ritenuta profitto dello sfruttamento dei lavoratori. Si ricorda che per la persona indiziata vige il principio di presunzione d’innocenza fino a eventuale sentenza di condanna definitiva.
Caporalato in una macelleria, sequestro ad Altavilla Milicia
Le indagini, svolte dagli operatori della compagnia di Bagheria su delega della Procura della Repubblica del Tribunale di Termini Imerese, sono partite in seguito a un controllo nella macelleria, che aveva accertato la presenza di quattro lavoratori in nero.
Successivi accertamenti hanno permesso di far luce sulle condotte del titolare, che pare si sia avvalso stabilmente di manodopera assunta in nero e sottopagata per rispondere alle richieste della clientela nelle giornate di maggior afflusso.
Le dichiarazioni
A confermare il caso di caporalato sarebbero state le dichiarazioni di alcuni dipendenti dell’esercizio, sentiti dalle autorità competenti. Lo sfruttamento – oltre che nell’impiego in nero di manodopera – consisteva in:
- stipendi palesemente più bassi (di oltre il 50%) rispetto a quelli previsti dai contratti collettivi nazionali e corrisposti senza alcun contratto formale di lavoro;
- mancato riconoscimento di indennità per il lavoro notturno;
- inosservanza dei riposi settimanali;
- mansioni extralavorative, come fare la spesa per il titolare o per la moglie;
- atteggiamenti aggressivi da parte del titolare.
Gli accertamenti patrimoniali svolti anche sul conto dei dipendenti vittime del caporalato hanno permesso di scoprire cosa stava alla base del sistema di sfruttamento: lo stato di bisogno economico dei lavoratori, che costringeva i malcapitati ad accettare condizioni lavorative pessime e illecite.
I provvedimenti
All’esito degli accertamenti, la Finanza ha disposto il sequestro di una somma di 7.500 euro – pari al profitto che sarebbe stato realizzato dall’imprenditore evitando il versamento delle imposte, delle indennità e dei contributi dovuti ai lavoratori sfruttati – e della macelleria, sede della ditta individuale dell’imprenditore e luogo della presunta perpetrazione delle condotte contestate.
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