Carceri, 21 risse e 3 feriti al giorno, Coa 'una polveriera' - QdS

Carceri, 21 risse e 3 feriti al giorno, Coa ‘una polveriera’

Carceri, 21 risse e 3 feriti al giorno, Coa ‘una polveriera’

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mercoledì 20 Ottobre 2021

Sono stati definiti “impressionanti” i dati emersi dal Convegno organizzato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma in collaborazione con la Camera Penale di Roma sul ruolo della Polizia Penitenziaria nel sistema giustizia. Si è trattato di un focus sulle carceri al quale hanno partecipato fra gli altri l’attuale Sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, l’ex Sottosegretario Jacopo Morrone, il Capo del Dap Bernardo Petralia e rappresentanti della Polizia Penitenziaria, fra i quali Giuseppe Moretti dell’USPP. Proprio i numeri diffusi dall’USPP sul proprio sito relativamente agli incidenti nelle carceri italiane nel primo semestre del 2021 sono stati definiti “degni di un bollettino di guerra”. Si è trattato di “5.290 atti di autolesionismo – secondo il sindacato Sappe – 44 decessi per cause naturali, 6 suicidi consumati e 738 sventati dalla Polizia Penitenziaria, 3.823 colluttazioni, 503 ferimenti. Praticamente, 21 risse e 3 feriti ogni giorno”. “Sono dati che generano grande preoccupazione – ha spiegato il Presidente del COA Roma, Antonino Galletti – e che evidenziano la necessità di porre al centro del dibattito il tema del carcere, cambiando approccio culturale”. “La civiltà di un paese si misura sulla base delle condizione degli ultimi – ha commentato Vincenzo Comi, Presidente della Camera Penale di Roma – La situazione nelle carceri riguarda tutti”. Fra gli elementi di maggiore criticità emersi ci sono le drammatiche carenze delle piante organiche, il sovraffollamento delle strutture e la scarsa formazione in ambito psicologico del personale. “L’Ordine degli Avvocato di Roma, sensibile a questi temi, in passato si è impegnato in prima persona – ha spiegato il Consigliere Irma Conti, responsabile della Commissione Diritto Penale del COA Roma – ad esempio fornendo assistenza per la formazione universitaria dei detenuti oppure intervenendo per fornire telefoni cellulari e computer ai reclusi nei giorni in cui la pandemia aveva impedito i contatti con i familiari e anche a Rebibbia si rischiava una rivolta, che infatti fu sventata”. “Ma a questo punto tocca al Governo e al Legislatore intervenire – ha concluso il Presidente Galletti – Non ci si può ricordare dei detenuti e degli operatori della Penitenziaria solo in occasione di rivolte ed episodi di violenza. Servono uomini e mezzi, occorre rimettere in cima alle priorità la tutela dei diritti. Prima che la polveriera carcere esploda con conseguenze devastanti”.

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