Il Sappe: Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, cosi come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno
“Ben sei agenti di Polizia Penitenziaria sono dovuti ricorrere alle cure del Pronto Soccorso, aggrediti con calci e pugni nel carcere di Trento dopo essere intervenuti per tentare di calmare e riportare in cella un detenuto di origini nigeriane, andato in escandescenza pare per un diverbio avuto poco prima con altro detenuto”. Lo rende noto Massimiliano Rosa, segretario provinciale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che aggiunge: “Anche mentre veniva successivamente curato in infermeria, si è scagliato contro il Personale presente. Un agente è stato addirittura morso sul braccio. Le prognosi vanno dai 2 ai 7 giorni. La Casa circondariale di Trento vive tutte le criticità e le emergenze del sistema penitenziario nazionale, in particolar modo la carenza organica dei diversi comparti, il sovraffollamento nonché le carenze strutturali di una struttura che non può essere sottoposta ad ulteriori criticità con l’avventata assegnazione di soggetti problematici”.
“Sono cambiati governi di ogni colore, Ministri della Giustizia e Capi del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ma non è mai cambiata l’indifferenza verso l’invivibilità delle carceri del Paese e le violenze che quotidianamente subisce la Polizia Penitenziaria – interviene Donato Capece, segretario generale del Sappe – Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, cosi come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno. Nessuno ha mai davvero trovato soluzioni ai problemi penitenziari. Noi confidiamo nel Governo Meloni e nel nuovo Guardasigilli Carlo Nordio”.