La carica delle 101 imprese siciliane “controvento” - QdS

La carica delle 101 imprese siciliane “controvento”

Michele Giuliano

La carica delle 101 imprese siciliane “controvento”

venerdì 30 Dicembre 2022

Studio di Nomisma, Crif e Cribis sulle aziende manufatturiere che sono riuscite a crescere nonostante tutto. In Italia censite 5.198 realtà capaci di superare le avversità e gli imprevisti

PALERMO – Imprese che nonostante la crisi economica, la pandemia, le difficoltà legate ai rincari energetici, l’incertezza dovuta alla guerra in Ucraina, sono riuscite a crescere, migliorando le proprie prestazioni. Sono 101 quelle imprese siciliane che ce l’hanno fatta, secondo il report della quarta edizione dell’osservatorio “Controvento: le aziende che guidano il Paese”, curato da Nomisma in collaborazione con Crif e Cribis.

Una ricerca che mette in evidenza le eccellenze

Si tratta di una ricerca che mette in evidenza le eccellenze, per poterne trarre indicazioni e strategie per migliorare l’intero mercato del lavoro. In Sicilia, sono diverse le imprese a cui poter fare riferimento: secondo Nomisma, sono quattro i nomi più strutturati. La Irritec spa di Capo d’Orlando, in provincia di Messina, ad esempio, ha puntato moltissimo sul reparto progettazione, che supporta l’agricoltore nelle fasi di ideazione di un impianto di irrigazione in modo tale che soddisfi le necessità del terreno e del coltivatore, anche con innovative soluzioni digitali.

Un’altra eccellenza è l’impresa “Antichi sapori dell’Etna” srl a Bronte, in provincia di Catania: gli imprenditori si sono inventati un laboratorio artigianale per la produzione di dolci tipici siciliani: quindi torroni, frutta martorana, croccanti e cioccolato, specialità alle mandorle, panettoni e colombe, ma con un nuovo mood di ricercatezza e creatività che incontrassero il palato e la voglia di novità delle giovani generazioni. A Termini Imerese, nel Palermitano, si trova To.Da. Caffè srl, che nasce da un’idea condivisa, quella di Giuseppe Toscano e Ignazio D’Anna che hanno iniziato la loro avventura imprenditoriale nel settore della lavorazione e torrefazione del caffè, dando vita ad una realtà dinamica e in continua espansione.

L’azienda oggi lavora e commercializza un gran numero di caffè pregiati, ottenuti da miscele selezionate e capaci di soddisfare ogni palato. Un ultimo esempio è la Ortogel spa di Belpasso, in provincia di Catania, filiera corta del settore agrumicolo, che garantisce la tracciabilità e la rintracciabilità dei prodotti, dall’albero al confezionamento, secondo un modello sostenibile, che mira a ridurre l’inquinamento e portare avanti una produzione rispettosa dell’ambiente. In Italia, le aziende controvento sono 5.198, e generano l’8,9% dei ricavi complessivi della manifattura e il 14% del valore aggiunto.

Le imprese che navigano “Controvento” continuano a mostrare una superiore capacità competitiva rispetto alla componente “Non Controvento” della manifattura. Tuttavia, nel 2021 si è accorciata la distanza di performance tra il gruppo di imprese “Controvento” e il resto. Considerando i ricavi tra il 2016 e il 2021, quelli delle 5.198 imprese “Controvento” sono cresciuti del 74%, mentre il resto delle imprese è cresciuto del 23%.

L’indagine evidenzia un ritorno della concentrazione di competitività nelle regioni con una maggiore tradizione manifatturiera. Le 5 regioni in cui si concentra gran parte dell’industria italiana, vale a dire Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana, guadagnano terreno all’interno del gruppo raggruppando il 72,5% delle imprese e l’84,4% dei ricavi.

Le imprese che formano il gruppo “Controvento” nell’ultima rilevazione sono formate per il 50% da “debuttanti”, per il 28% da “veterane”, e per il 22% da “super-veterane”. Sono 380 le imprese “star”, presenti in tutte e quattro le edizioni. Si tratta di aziende più strutturate dimensionalmente, con ricavi medi pari a 35 milioni di euro e che crescono con tasso medio annuo del 15%. Considerando lo zoccolo duro delle imprese “super-veterane” si nota come il 38,5% di esse si trovi in Emilia-Romagna, il 27,5% in Lombardia e il 22% in Toscana.

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