Carini, vendita terreni agglomerati industriali, il Ciac: "Ok bando ma legge Irsap va cambiata

Carini, vendita terreni agglomerati industriali, il Ciac: “Ok bando ma legge Irsap va cambiata

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Carini, vendita terreni agglomerati industriali, il Ciac: “Ok bando ma legge Irsap va cambiata

Redazione  |
lunedì 22 Maggio 2023

ll presidente Marcello Trapani: “Imprenditori che vogliono vendere o affittare obbligati a pagare all’Istituto regionale somma commisurata a importo del contributo dovuto per gli oneri di urbani"

Da anni aspettavano che l’Irsap, l’istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive, mettesse in vendita i terreni nelle aree industriali e, finalmente, il bando a breve dovrebbe diventare realtà. Un’opportunità che per il Ciac, Coordinamento imprenditori dell’area su Carini, rischia però di avere un effetto boomerang a causa di quanto stabilito dal nuovo regolamento per gli insediamenti produttivi negli agglomerati industriali gestiti dall’Irsap, approvato con deliberazione del consiglio di amministrazione del 28 dicembre 2020, recepito dalla legge regionale n. 33 del 18 dicembre 2021, e successivamente modificato in più articoli nel mese di giugno 2022.

Bando a rischio

“La norma – spiega il presidente Marcello Trapani – obbliga gli imprenditori che vogliano vendere a terzi o affittare a pagare all’Irsap una somma commisurata all’importo del contributo dovuto per gli oneri di urbanizzazione. A queste condizioni – continua – nessuno si insedierà e il bando rischia quindi di andare a vuoto. Io stesso sarei intenzionato a comprare un terreno accanto al mio stabilimento ma stando così le cose non mi conviene farlo”.

La posizione degli industriali

Nel dettaglio gli industriali contestano l’articolo 21 del nuovo regolamento. “Nel caso del trasferimento di proprietà, la somma – recita il testo del regolamento – sarà commisurata all’importo del contributo dovuto per gli oneri di urbanizzazione fissati dal Comune nelle restanti parti del territorio comunale e in relazione alla destinazione urbanistica dell’immobile da trasferire. Sull’importo dovuto, vanno eventualmente detratti gli oneri, opportunamente documentati, già in precedenza pagati per oneri concessori. Nel caso di affitto o vendita parziale la somma dovuta è commisurata alla sola superficie da affittare o vendere comprensiva degli spazi esterni. La predetta somma sarà corrisposta all’Irsap in unica soluzione o in tre rate annuali”.

Conseguenze incalcolabili

“Chi ha comprato un lotto o un capannone anni fa, se vuole rivenderlo deve per legge pagare una cifra all’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive – precisa Marcello Trapani, imprenditore e presidente del Ciac -. Il prezzo finale, quindi, dovrà essere stabilito considerando l’esistenza di questa nuova “imposta”. Vale lo stesso per chi affitta l’immobile. “Per avere il nulla osta alla locazione sono già diverse le imprese proprietarie che hanno dovuto versare gli oneri – spiega ancora il presidente del Ciac -. Le conseguenze di tutto questo sono incalcolabili ma, di sicuro, avranno molto peso sugli affari delle imprese che attualmente hanno sede nelle aree industriali siciliane e su quelle che stanno valutando di insediarsi”.

Riforma criticata

Un regolamento che investe gli imprenditori di tutte le aree industriali, non solo quella di Carini, da Gela a Termini Imerese, passando per Trapani. “Per questo già oltre un anno fa alcuni imprenditori trapanesi criticarono aspramente la riforma che porta la firma dell’ex assessore regionale alle Attività produttive Mimmo Turano, membro della giunta Musumeci – precisa ancora il presidente del Ciac -. Da allora il Governo siciliano nel mese di settembre 2022 è cambiato: Schifani è stato eletto presidente. In questo frangente tutto è rimasto fermo, nonostante gli imprenditori abbiano più volte sollecitato un intervento da parte del governo per cambiare la legge”.

Tutto fermo

Ora gli investimenti nella zona industriale di Carini sono fermi al palo. “Le imprese – dichiara il presidente Trapani – ci penseranno due volte prima di venire a investire nell’area e così facendo si bloccherà lo sviluppo di queste zone e di conseguenza di tutta l’economia dell’Isola. Inoltre, noi avremmo effettive difficoltà a comprare altri spazi nel caso in cui volessimo ampliare le produzioni e avessimo necessità di espanderci o, al contrario, di vendere se mutano le condizioni del mercato”.

Le Zes

Proprio per cercare di sburocratizzare e rendere più semplice la nascita di imprese in Sicilia sono nate le Zes, zone economiche speciali. “Una grande idea – conclude Trapani – che ha l’obiettivo di creare condizioni favorevoli all’insediamento e allo sviluppo delle piccole, medie e grandi imprese e di aumentare l’attrattività per gli investimenti, esteri e nazionali. Un fatto che tuttavia rischia di rivelarsi inutile se alle stesse imprese, però, si chiede di pagare cifre da capogiro per accaparrarsi uno spazio nelle stesse zone industriali. Chiediamo dunque all’assessore alle Attività produttive Edy Tamajo, che si sta prodigando attivamente per risolvere le varie problematiche industriali e coadiuvare le imprese dell’Isola, di venirci incontro modificando la legge”.

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