MESSINA – Ci sono criticità che si ripresentano puntuali, ad ogni inizio attività, malgrado gli sforzi che vengono raccontati per risolverli. Continua ad essere insufficiente il numero dei posti letto per studenti fuori sede messi a bando nella città dello Stretto dall’Ersu, l’Ente regionale preposto a garantire il diritto allo studio. Crescono gli iscritti grazie agli studenti internazionali che in parte provengono da paesi con una scarsa mobilità sociale e vogliono costruire qui il proprio futuro, mentre i giovani messinesi migrano alle Università del nord dove vedono più opportunità lavorative.
A Messina ci sono circa 10 mila fuori sede
A Messina ci sono circa 10 mila fuori sede, in 5430 l’anno scorso hanno fatto richiesta all’Ersu, che ne può soddisfare solo 323. Gli altri devono pagare un affitto e chi non ha possibilità è costretto a enormi sacrifici o a rinunciare. A Messina il prezzo medio di una stanza singola ha raggiunto i 275 euro al mese, con un aumento del 20% rispetto al 2022, quando il costo era fermo a 229 euro. Potenzialmente ci sarebbero i 240 posti della Casa dello studente di via Cesare Battisti ma è chiusa da 20 anni in attesa dei lavori di adeguamento antisismico.
Ristrutturazione della Casa dello studente
Il bando per la ristrutturazione, secondo le ultime notizie date dall’Ersu, dovrebbe partire tra qualche settimana. A disposizione ci sono 11 milioni e 314 mila euro che comprendono anche gli arredi, ma per arrivare alla disponibilità di quei posti, dall’assegnazione del bando ci vorranno circa quattro anni.
Le residenze universitarie
Ci sono le residenze universitarie, come l’hotel Liberty, 102 posti, aperto un anno e mezzo fa, dove gli studenti pagano una quota. “All’inizio per una stanza si pagava 300 euro al mese, più del prezzo di mercato” – dice al QdS Emanuele Carlo, coordinatore Udu di Messina. In seguito l’Università ha deciso di rimodulare le tariffe al ribasso, da un minimo di 170 a posto letto ad un massimo di 230 per una stanza singola.
L’ex hotel Riviera
Per l’apertura delle residenze dell’ex hotel Riviera, comprato e ristrutturato da UniMe, si dovrà attendere i primi mesi del 2026, sperando che non ci siano altri rinvii. Una volta riaperto saranno disponibili 200 posti dotati di servizio di portierato, palestra, lavanderia, club house. La rettrice Giovanna Spatari ha dichiarato che si stanno valutando diverse ipotesi di gestione, non esclusa quella privata. I costi di gestione secondo una prima ipotesi dovrebbero ammontare ad oltre 800 mila euro l’anno. Difficile che tra le ipotesi ci possa essere il passaggio all’Ersu.
“Per noi c’è un’unica soluzione – aggiunge Carlo – metterle a bando nell’ambito della residenzialità pubblica. La condizione abitativa degli studenti in questa città, che trovano risposte solo nel mercato privato, con stanze che costano sempre di più, ha bisogno di una risposta del pubblico. Già le scelte dietro la gestione dell’Hotel Liberty ci avevano lasciati perplessi, avevamo sin da subito detto che scelte simili, con costi a carico degli studenti, anche per l’ex Hotel Riviera avrebbero portato ad una nostra ferma opposizione. Si dovrebbero destinare per il diritto allo studio più risorse, ci sono invece cifre irrisorie rispetto alle esigenze”.
Udu e Sunia, assenza di politiche sull’abitare
Udu e Sunia denunciano da tempo l’assenza di politiche sull’abitare. Da un lato chi studia chiede un piano di edilizia universitaria pubblica e calmierata; dall’altro il sindacato degli inquilini sottolinea come l’attuale mercato degli affitti sia governato esclusivamente da logiche speculative. “Il mercato a Messina sta diventando insostenibile anche per le famiglie – ha detto Claudio Vallone, segretario Sunia – gli affitti crescono mentre i salari rimangono invariati. Bisogna attuare delle politiche abitative strutturate che facciano anche da contrappeso all’impennata che si registra anno dopo anno negli affitti. Si aggiunga l’effetto di non poco conto sul mercato degli affitti brevi, che devono essere contenuti incentivando altre forme contrattuali, come i contratti agevolati, a canone concordato. Nel frattempo, continuiamo a offrire assistenza e supporto legale a chi studia e non solo, attraverso il nostro sportello sugli affitti attivo presso la sede della Cgil di Messina. Finché gli affitti resteranno fuori controllo, il diritto allo studio continuerà a essere un privilegio”.
Intanto si propongono i privati a colmare le richieste di residenzialità studentesca, usufruendo dei finanziamenti a fondo perduto stanziati dal Ministero della ricerca e dell’Università, 20 mila euro a posto letto.
Si parla di un Fondo inglese pronto a realizzare anche a Messina tre edifici con 1800 alloggi. Il fondo è specializzato nella realizzazione e gestione di residenze universitarie che ha costruito in tutto il mondo. Gli edifici realizzati, in parte con i fondi statali, hanno il vincolo di destinazione per un arco temporale. Gli interventi dovrebbero essere realizzati a Minissale, in viale Regina Margherita e tra via Catania, via Bergamo e Provinciale.

