Il ristoratore catanese Andrea Graziano ha lanciato l'iniziativa per giovedì 27: spegnerà le luci per un'ora all'interno del suo locale a Catania per protestare contro il caro bollette
Il temuto ed annunciato caro bollette è diventato realtà e con esso devono fare i conti privati ed imprese. Un rincaro che pesa, soprattutto, sulle aziende più colpite da pandemia e restrizioni. In prima fila ci sono, ancora una volta, le realtà della ristorazione. Numerose le iniziative di protesta e di denuncia, come quella portata avanti dal ristoratore catanese Andrea Graziano, fondatore di “Fud bottega sicula”, che ha proposto di spegnere le luci dei locali per un’ora. Un’iniziativa simbolica, che avrà luogo giovedì 27 gennaio, nata – spiega Graziano ai microfoni del Qds.it – per far sentire la propria voce e per lanciare un messaggio importante.
Il carobollette
“Negli ultimi sei mesi ci sono arrivate bollette per più di 32.000 euro, rispetto ai circa 13.000 dello stesso periodo dell’anno scorso. Siamo stati ceduti, a nostra insaputa e senza alcun avvertimento, da Enel ad Hera. Normalmente il pagamento della bolletta era mensile, adesso è trimestrale. E inoltre, aggiunge, ci è arrivata dopo quattro mesi. Abbiamo preso questa botta improvvisa, senza che potessimo immaginarcelo”.
A pesare sono soprattutto gli oneri di sistema, che “sono aumentati tantissimo, valgono circa un terzo del computo totale della bolletta”. Quasi irrilevanti le agevolazioni pensate dal governo per ammortizzare questi aumenti: “Innanzitutto, evidenzia Graziano, sono validi da gennaio 2022, quindi chi – come me – ha pagato uno sproposito da luglio a dicembre 2021 non è tutelato. Peraltro sono ristori a termine, che prima o poi finiranno. Sono ristori a tappetto, per cercare di calmierare gli oneri di sistema, ma non basteranno per tutti. I fondi, probabilmente, saranno finiti già tra febbraio e marzo. Una manovra inutile se tende solo a trovare un palliativo”.
Un rilievo, questo, che chiama in causa le associazioni di categoria e il loro ruolo di mediazione con il governo, ritenuto spesso insufficiente per la tutelare e rappresentare le aziende del settore. Sul punto Andrea Graziano ha le idee chiare: “Quando le concertazioni sono politiche c’è poco di imprenditoriale, quindi spesso non si trovano le soluzioni giuste per quello che dovrebbe essere l’obiettivo fondamentale: tutelare l’impresa e le realtà lavorative”.
Spese che crescono, incassi che diminuiscono
Il caro bollette, poi, si lega ad ulteriori criticità, relative alle restrizioni governative, alla nuova ondata di contagi e alla paura dei clienti: “Il problema del super green pass è relativo, quello effettivo è che c’è tanta gente contagiata, in quarantena o in isolamento. Poi c’è chi ha paura, chi ancora non si sente sicuro a mangiare in un ristorante, a maggior ragione in questo periodo in cui si sta soprattutto al chiuso. Certo, capita di dover annullare qualche tavolo perché c’è gente che non ha la certificazione, ma ormai sono tanti i vaccinati. L’insieme di queste criticità, tra chi è contagiato e chi ha paura, crea seri problemi. Il clima, come detto, non ci aiuta perché è difficoltoso lavorare all’esterno. E non dimentichiamo che, pandemia a parte, in questi mesi a Catania abbiamo avuto l’alluvione, l’uragano e le continue piogge di cenere vulcanica”.
“Spegniamo le luci per non spegnere il lavoro”
“Giovedì, spiega Graziano, spegneremo le luci per un’ora e faremo servizio a lume di candela. L’iniziativa nasce per la voglia di far sentire la nostra voce in maniera discreta, non urlata come spesso purtroppo fanno i ristoratori o altre categorie. È un’iniziativa simbolica, ma saremo oltre un migliaio a portarla avanti. Vogliamo far capire che siamo in tanti e che siamo tutti uniti, secondo me daremo un messaggio importante. Ci siamo uniti come ristoratori, al di là di appartenenze politiche o di associative. Anzi, sono tante le associazioni che ci supporteranno a livello nazionale, come gli Ambasciatori del Gusto”.
Vittorio Sangiorgi