Il ministro: "Non esiste un motivo perchè il prezzo del gas aumenti: in questi giorni anzi affluisce abbondantemente da tutti gasdotti compresi quelli russi in misura anche maggiore di anni fa"
Inserire un prezzo massimo del gas: è il ministro per la Transizione europea, Roberto Cingolani, dai microfoni di Skytg24, a ribadire l’unica soluzione che se adottata a livello europeo sarebbe in grado di disinnescare “la colossale truffa” che il nervosismo dei mercati internazionali sta operando ai danni di imprese e cittadini quadruplicando il prezzo di carburanti, a partire dal gas, che la Russia continua regolarmente a fornirci anche nel corso della guerra in Ucraina.
Un aumento che non esiste
“Non esiste un motivo perchè il prezzo del gas aumenti: in questi giorni anzi affluisce abbondantemente da tutti gasdotti compresi quelli russi in misura anche maggiore di anni fa; solo che rispetto a tempo fa costa di più perchè c’è nervosismo sul mercato”, spiega.
“Se mettiamo un price cap europeo questa cosa non può succedere più: allora cominciamo con il bloccare i costi dell’energia che stanno crescendo in maniera assolutamente scorrelata dalla realtà dei fatti perche il costo di estrazione del gas è sempre lo stesso e non esiste un motivo per venderlo a 10 volte più. Se dunque mettiamo un cap e interveniamo urgentemente blocchiamo questa spirale speculativa”, spiega ancora confermando come il governo stia lavorando a “nuovi aiuti per le categorie tartassate”.
Rivedere le accise? “Anche su questo si dovrebbe ragionare anche se le accise servono a far funzionare lo Stato. Noi comunque faremo la nostra parte ma si tratta di una colossale truffa che arriva dal nervosismo del mercato a spese delle imprese e dei cittadini”, prosegue Cingolani.
Il falso ambientalismo
“Negli ultimi giorni abbiamo dato in media circa 1 mld di euro al giorno per l’acquisto di gas, tutta l’Europa alla Russia, forse più di quanto costi la guerra a Putin. Ed è la dimostrazione evidente che i mercati seguono concezioni proprie. Paghiamo errori storici per non aver diversificato la nostra dipendenza dal gas e la spinta di un falso ambientalismo che ha ridotto in modo incomprensibile, il modo di sfruttare il nostro gas sul nostro territorio”, conclude Cingolani.