Caro carburante, diecimila aziende dei trasporti in Sicilia in ginocchio - QdS

Caro carburante, diecimila aziende dei trasporti in Sicilia in ginocchio

Caro carburante, diecimila aziende dei trasporti in Sicilia in ginocchio

martedì 30 Agosto 2022

I dati della Cgia mostrano che a causa dei prezzi alti i professionisti della strada sono allo stremo. Per questo settore il carburante incide per il 30% circa sui costi di gestione totali

PALERMO – Il prezzo del carburante ha avuto picchi pericolosissimi e solo negli ultimi giorni ha cominciato a scendere. Ma certamente quel che è stato (e chissà che accadrà nel futuro) non può cancellare quel che è stato e i danni che ha provocato. Se mettere il pieno di benzina pesa in maniera consistente sulle tasche delle famiglie, può diventare un problema quasi irrisolvibile per le tante, tantissime imprese di autotrasporto presenti sul territorio siciliano.

La Sicilia conta ben 7.673 imprese di autotrasporto

La Sicilia conta ben 7.673 imprese di autotrasporto, ponendosi al sesto posto tra le regioni italiane per numero di aziende di questo tipo; a livello provinciale, Palermo è al quinto posto nazionale, con 2.494 imprese registrate, superata soltanto dalle grandi metropoli come Roma, Napoli, Milano e Torino. Anche Catania non scherza, con ben 1.799 aziende che si occupano di trasporti.

Inoltre, nell’isola si contano 11.599 agenti e rappresentanti di commercio e 1.698 aziende di taxi e noleggio con conducente, che portano la regione al quinto posto tra le realtà italiane, e 334 bus operator, per cui la Sicilia risale addirittura al terzo posto.

Il comparto dei “professionisti della strada” è ormai allo stremo

I dati sono stati raccolti dall’ufficio studi della Cgia e mostrano come il comparto dei cosiddetti “professionisti della strada” sia ormai allo stremo, perché con il gasolio per autotrazione che è arrivato a superare anche i 2 euro al litro molte attività hanno sostanzialmente lavorato in perdita.

“Se teniamo conto che per queste categorie il carburante incide per il 30 per cento circa sui costi di gestione totali – scrivono dalla Cgia – a seguito di questi rincari il quadro generale è drammaticamente peggiorato”.

Nell’ultimo anno il prezzo alla pompa del diesel è aumentato del 50 per cento, andando ad erodere sempre di più il margine di guadagno degli operatori. A fronte dell’impennata dei prezzi dei carburanti registrata in questo ultimo anno, per la Cgia l’unica soluzione praticabile è quella di introdurre un tetto temporaneo al prezzo alla pompa, cosa che, ovviamente, andrebbe fatta anche per il gas.

Il decreto taglia accise che ha ridotto per legge di 25 centesimi al litro il prezzo alla pompa di benzina e diesel è stato ormai abbondantemente “neutralizzato”; perché i rincari successivi, graduali ma inesorabili, hanno ormai “incorporato” lo sconto. A preoccupare i lavoratori del settore non è solo il caro carburante. A differenza dei colleghi europei, le categorie richiamate più sopra dispongono di servizi inferiori e subiscono costi fissi superiori.

Gli aiuti dello Stato non bastano

Ad esempio, in Olanda, in Germania e in buona parte della Spagna le autostrade sono gratis, mentre in Italia i pedaggi sono tra i più cari d’Europa, senza considerare il deficit logistico/infrastrutturale spaventoso in cui si trovano diverse zone della penisola, in particolar modo il Sud, in cui i trasporti presto si trasformano in “traversate della speranza”, con strade spesso dissestate, presenza continua di cantieri, e intere zone nemmeno servite dalle autostrade, per cui bisogna passare alle strade provinciali.
Gli aiuti dello Stato non bastano: se nel decreto Aiuti approvato dal Consiglio dei Ministri il 18 marzo scorso oltre alla riduzione delle accise sono state introdotte anche delle misure specifiche per l’autotrasporto, queste ultime interesseranno marginalmente i piccoli padroncini, in particolar modo i monoveicolari.

Questo significa che circa il 92% dei veicoli su strada non potranno godere di alcuno sconto. Inoltre, il credito di imposta per il rimborso delle accise sui carburanti è previsto per legge anche per i taxisti e per i bus scolastici. Per gli autonoleggiatori con conducente, invece, questo beneficio è riconosciuto solo a coloro che hanno la licenza rilasciata da amministrazioni comunali dove non sono presenti i taxi. Il credito di imposta, infine, non è previsto per gli agenti di commercio e per i bus turistici.

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