“Caro casa”, estate di forti aumenti per i siciliani - QdS

“Caro casa”, estate di forti aumenti per i siciliani

“Caro casa”, estate di forti aumenti per i siciliani

sabato 28 Settembre 2024

I dati Istat: risalita dei costi relativi ad abitazione, acqua, elettricità e gas dopo i mesi in cui era stato segnalato un calo. A livello provinciale, su base annua, Siracusa è il territorio che registra i numeri peggiori con una crescita dell’1,7%

PALERMO – Mantenere una casa e pagare le bollette in Sicilia sta diventando sempre più difficile. Secondo i dati messi a disposizione dall’Istat, negli ultimi mesi i costi relativi ad abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili sono risaliti, dopo diversi mesi in cui era stato registrato un calo. Nel mese di giugno scorso, è stata registrata una variazione in rialzo dei costi dello 0,3% rispetto al mese precedente; a luglio, si continua con un +2,9%, ad agosto con +0,3%.

Tale andamento sta erodendo sempre di più quello che era stato il recupero registrato dopo il periodo covid, durante il quale l’inflazione ha raggiunto le due cifre. Se a fine 2023 i prezzi erano scesi di ben il 19,9%, ad agosto dell’anno in corso la riduzione si è assottigliata ad appena l’1,4%. L’andamento congiunturale regionale, cioè la variazione registrata di mese in mese, pone la Sicilia in una posizione mediana rispetto al resto delle regioni italiane.

L’Umbria unica regione a segnalare un decremento dei costi

La forbice lungo cui si posizionano le regioni vede da una parte l’Umbria, unica a segnalare un decremento dei costi dell’1,3%, fino allo 0,8% dell’Emilia Romagna. Le spese per la casa sono aumentate in linea con l’andamento generale dei prezzi al consumo, che segnala una variazione ad agosto dello 0,2% su base mensile, ma una riduzione all’1,1% su base annua.

Nel mese di luglio scorso tale riduzione era stata dell’1,3% rispetto a 12 mesi prima. La variazione percentuale annuale è più alta di quella nazionale nel Nord-Est, passando da +1,5% di luglio a +1,3% di agosto; è rimasta invece sempre sugli stessi numeri al Centro e al Sud, entrambe a +1,3%, e nelle Isole, a +1,2%, mentre risulta inferiore nel Nord-Ovest, passato nello stesso periodo da +1,1 a +0,8%. Se si guarda all’andamento mensile, in Sicilia si segna una riduzione dall’1,1 di luglio all’1% di agosto.

A livello provinciale, Siracusa registra i dati peggiori

A livello provinciale, Siracusa è il territorio che registra i dati peggiori, arrivando al +1,7% su base annua (agosto 2023-agosto 2024), mentre a Trapani si va al +0,6% tra le province rilevate da Istat. A livello nazionale, tra i capoluoghi delle regioni e delle province autonome e nei Comuni non capoluoghi di regione con più di 150 mila abitanti, l’inflazione più elevata si osserva a Bolzano, dove si arriva al +2,5%, e a Trento, al +1,8%, mentre le più contenute si hanno ad Ancona, al +0,5%, e a Potenza, a +0,3%; infine, a Campobasso si registra una variazione tendenziale nulla.

Insomma, i cali avvenuti nel 2023 stanno piano piano diventando sempre più risibili, rispetto ai rincari a cascata a danno delle tasche degli italiani, prima per l’imperversare della pandemia da covid 19 tra 2020 e 2021, seguita dallo scoppiare della guerra in Ucraina, e ad oggi non si riesce ancora a trovare una strada per un vero recupero. Tra il 2021 e il 2023, sempre basandosi sui dati Istat, è stato rilevato come le bollette dell’energia elettrica sono aumentate del 93,1% e quelle del gas sono schizzate a +62,5%.

Se si guarda alla spesa alimentare, lo zucchero è aumentato, sempre in quest’arco temporale di riferimento di 2 anni, del 61,7%, il riso del 48,2%, l’olio di oliva del 45,5%. Per contro, i prodotti che hanno subito una riduzione di prezzo sono di categorie merceologiche non di prima necessità, per cui non rappresentano una spesa inevitabile per le famiglie o con un peso rilevante sul bilancio familiare, e comunque le riduzioni sono in percentuali molto minori rispetto ai rincari.

Per esempio, tra i prodotti che hanno subito una riduzione di prezzo troviamo gli apparecchi per la ricezione di immagini e suoni, al -28,6%, gli apparecchi per la telefonia mobile, al -12%, gli apparecchi per il suono, dagli stereo agli amplificatori alle radio, a -11,4%. Ancora, ci sono i test di gravidanza e i contraccettivi, a -10,3%, e i libri di narrativa, a -6,3%.

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