ROMA – “A questi ritmi le bollette luce e gas cresceranno di 1.000 euro all’anno per i consumatori. Oltretutto luce e gas sono le vere componenti che stanno determinando l’aumento dei prezzi di produzione dei prodotti di consumo e sono, rispetto alla benzina, aumentati di molto nell’ultimo anno. Il governo qualcosa l’ha fatto, ma è una pezza, anzi una ‘pezzetta’. Nell’ultimo trimestre, nonostante i 3,8 mld che il governo ha messo contro il caro-bollette, abbiamo avuto un aumento del costo della materia prima delle bollette elettriche del 55% e del gas del 42%”. A dirlo, a Adnkronos/Labitalia, è Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori.
Vignola e non nasconde la “delusione” per l’ulteriore mancato intervento del governo contro il caro-bollette in questo trimestre. “Trimestre in cui – ricorda – si concentra il 50% dei consumi di gas, mentre dal 15 aprile i caloriferi sono addirittura spenti. Quindi è evidente che un aiuto sarebbe ben più utile ora e non nei trimestri a seguire”, rimarca.
“Il governo è intervenuto con circa 9 miliardi negli ultimi tre trimestri per calmierare le bollette, che comunque sono aumentate. Certo se non ci fossero stati neanche questi 9 miliardi, sarebbero aumentate ancora di più”. Ma c’è ancora da fare, avverte l’esperto dell’Unc.
“Intanto – spiega Vignola – sul mercato interno italiano, le bollette vanno ‘ripulite’ da tutte quelle voci che con il consumo e con l’elettricità e il gas hanno poco a che fare: e cioè gli oneri di sistema. Che infatti sono quelli che sono stati azzerati ora per ridurre l’impatto sui consumatori”, avverte.
“Poi è necessario che il governo destini il ricavato delle aste della Co2 in maniera strutturale al mercato elettrico, in maniera tale da mettere lì i proventi delle aste che giustamente vengono fatte per la riduzione della Co2”, aggiunge l’esponente dell’Unc.
“Inoltre bisogna verificare se in questo periodo, ci sono – e sicuramente ci sono – aziende produttrici che hanno fatto degli extra profitti, perché – dice Vignola – pur avendo una produzione con costi marginali minimi vendono su un mercato in cui il prezzo lo fa il gas e quindi vendono a prezzi altissimi. Mi riferisco ai produttori di energia idroelettrica, rinnovabile e con centrali a gas”, conclude.