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Caro Presidente Mattarella

Caro Presidente Mattarella
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Dieci anni di guida sicura

Caro Presidente Mattarella, ho l’onore di conoscerla dal 1999, quando venne nella sede di Palermo di questo giornale per il tradizionale forum, nelle vesti di vicepresidente del Consiglio.
Avevo avuto la fortuna precedentemente di conoscere suo fratello, Piersanti, per cui quando ci incontrammo rilevai che buon sangue non mente.
Successivamente ci siamo incontrati qualche volta e poi, dopo la sua elezione alla massima carica dello Stato, l’ho potuta incontrare sia al Quirinale – in occasione del quarantesimo della fondazione di questo giornale – che nei Giardini di quel Colle, l’uno giugno di ogni anno.

Se mi consente una valutazione, apprezzo molto i suoi silenzi, che sono più significativi delle parole, per altro sempre misurate e appropriate, in quanto ritengo che i silenzi appropriati possono fare più rumore di chi alza indebitamente il tono della voce.

Anche in questo caso la questione che ho appena menzionato riguarda il metodo: c’è chi ce l’ha e chi non ce l’ha. Lei, ritengo, rientra fra i primi.
Intendiamoci, a nessuno passi per la testa che le cose che scrivo siano una sorta di piaggeria, anche perché chi mi conosce da sessant’anni sa che non è mia abitudine utilizzare questa inutile forma, anzi risulto molto antipatico per l’uso che faccio della verità al di sopra di ogni considerazione, ricordando sempre che quando la verità punge, non è colpa di chi la dice, ma della verità stessa.

No, ho scritto quelle cose perché le credo veramente. Peraltro mi permetto di ricordare che i miei anni sono maggiori dei suoi di un’unità e, pertanto, noi ultraottantenni non possiamo più permetterci di dire cose sbagliate ovvero false.
In questi dieci anni, dal 31 gennaio 2015 – data della sua prima elezione – vi sono state quattro crisi di Governo (2016, 2019, 2021 e 2022) con la novità di Giuseppe Conte e del Movimento cinque stelle, portato sulla scena da Beppe Grillo. Il 4 marzo 2018 gli/le elettori/trici dettero oltre il trentadue per cento dei consensi al M5s, cosicché saltò fuori l’outsider Conte, uno sconosciuto professore universitario che Lei nominò presidente del Consiglio.

Ebbi modo di incontrare Conte nei Giardini del Quirinale nel 2018, con cui conversai per almeno mezz’ora, augurandogli un futuro luminoso.
Poi arrivò la crisi e la Lega di Salvini fu sostituita dal Partito democratico. Quel Governo incontrò il Covid, di cui tutti/e ricordiamo ancora le conseguenze.

A quel punto, ulteriore crisi fu risolta da Lei con grande decisione chiamando Mario Draghi, la cui attività comportò un forte rilancio dell’economia nazionale con conseguente importante aumento del Pil. Anche questo periodo finì con un’ulteriore crisi, da cui scaturirono le elezioni dell’attuale maggioranza.

L’elettorato italiano è fluido e ama cambiare radicalmente il cavallo. Ricordo il 1994, quando vinse Berlusconi, e poi il 2014 quando il Partito democratico, guidato dall’allora premier Renzi, vinse le Europee; poi nella già citata data del 2018 vi fu l’emersione del M5s e, infine, nel 2022 l’elezione dell’attuale maggioranza.
Nonostante questa rassegna, il Paese non è cresciuto neanche di un euro in questi trent’anni, ovviamente tenendo conto dell’inflazione.

Caro Presidente, lei ha davanti i prossimi cinque anni nel corso dei quali dovrà gestire le elezioni del 2027. Sono certo che saprà farlo come ha sempre fatto, con autorevoli interventi quando serve e con altrettanti autorevoli silenzi quando si renderà necessario. Sono convinto che ormai tutto il Popolo italiano riconosce queste sue qualità, per cui la mia non è che l’ultima voce in questo senso.

Sappiamo che abbiamo davanti un quinquennio difficile, perché in atto non è prevista alcuna crescita economica, sociale e ambientale del nostro Paese, perché il divario fra Nord e Sud aumenta continuamente – nonostante le menzognere percentuali di chi vuole ingannare il Popolo – perché le due guerre, russo-ucraina e Israele-Palestina, sono ancora in corso, alimentando senza ritegno l’industria delle armi, lobby potentissima che vorrebbe tutto il mondo in guerra per aumentare il suo fatturato, ma restiamo ottimisti.
Presidente, auguri e arrivederci a presto.