Dalle bollette sempre più pesanti fino alle spese impreviste, aumentano i catanesi che chiedono aiuto. La referente del Centro di ascolto, Sarah Zimbili: “Gli stipendi non bastano”
CATANIA – Le spese impreviste, le bollette, il materiale scolastico, la spesa. Sono sempre di più le persone che non riescono ad arrivare alla fine del mese, schiacciate dal caro energia, dall’inflazione e dalle incertezze. Sebbene abbiano un lavoro regolare, in tantissimi si rivolgono ai centri di assistenza di fronte all’aumento vertiginoso del costo della vita. Anche a Catania aumenta il numero dei cosiddetti poor working, coloro che pur avendo uno stipendio non ce la fanno a sostenere le spese.
Lo conferma la Caritas che, dallo scoppio della pandemia di Covid a oggi, conta numeri sempre più elevati di persone, italiane, che chiedono aiuto. Per comprare gli occhiali, ad esempio, o acquistare medicinali, ma anche per la bombola del gas, per fare fronte alle bollette e, in questi tempi, anche per poter garantire la fornitura di materiale scolastico. Lo spiega al QdS Sarah Zimbili, referente del centro di ascolto della Caritas di Catania da oltre 5 anni. Un tempo sufficiente per poter tracciare una linea di demarcazione tra il “prima” e l’“oggi”.
“Il fenomeno si presenta da anni – dice – ma con la pandemia è aumentato, anche perché è scoppiato il dramma dei lavoratori in nero che non hanno potuto accedere ai contributi. Poi ci sono anche le persone regolarmente occupate che, però, hanno stipendi con cui non riescono ad affrontare, ad esempio, le spese impreviste, come farsi gli occhiali nuovi ad esempio, e si rivolgono a noi perché non riescono a provvedere”.
La Caritas, dopo aver valutato la situazione, si muove in base alle necessità. “Alcuni magari riescono ad affrontare alcune spese a scapito di quelle alimentari, ad esempio – continua Zimbili – e noi provvediamo fornendo pacchi spesa. Lo stesso facciamo di fronte a necessità mediche, aiutando ad acquistare i farmaci”.
In molti, dunque, stanno avendo difficoltà anche ad affrontare spese importanti. “Ci sono anche delle richieste tramite il nostro servizio di micro credito per avere prestiti a condizioni agevolate – prosegue. Per affrontare spese mediche o quelle scolastiche, che in questo periodo pesano sul bilancio familiare”.
Zimbili conferma che il numero di coloro che si rivolgono alla Caritas è in aumento anche come conseguenza del caro energia. “Abbiamo cercato di provvedere noi al pagamento di alcune bollette o aiutare a ottenere la rateizzazione – spiega ancora. Però sì, si rivolgono a noi anche per comprare una bombola”.
Difficile ancora quantificare questi numeri, “ma sono senza dubbio in aumento e si tratta principalmente di uomini e italiani”. La prospettiva non è buona: le previsioni parlano di un’inflazione in aumento e di conseguenza il costo della vita. “Ci aspettiamo che i numeri aumentino di chi si rivolge a noi, perché le istituzioni non hanno risorse e non possono dare risposte adeguate. Ma le nostre risorse non sono illimitate e abbiamo bisogno di essere sostenuti”. Come tutto il terzo settore, d’altronde. Grande assente in questa campagna elettorale.