Carta di Agrigento per lo sviluppo del territorio - QdS

Carta di Agrigento per lo sviluppo del territorio

Pietro Vultaggio

Carta di Agrigento per lo sviluppo del territorio

venerdì 03 Gennaio 2020

Nuovi input nei confronti del comparto politico per forme di valorizzazione dei beni della provincia. La cultura utilizzata come volano per il rilancio della Sicilia in termini sociali ed economici

AGRIGENTO – È nata proprio sul finire del 2019 la Carta di Agrigento, utile a concepire una nuova politica di sostenibilità, sviluppo, cultura e protezione. Non solo: l’obiettivo è anche dare nuovi input al comparto politico affinché, con gli opportuni disegni di legge, prendano forma le nuove concezioni legate all’agricoltura e alla sostenibilità ambientale.

Un progetto voluto e creato dall’Ordine dei dottori agronomi e forestali agrigentini, presieduto da Maria Giovanna Mangione: “Abbiamo avvertito la necessità – ha detto – di redigere la Carta di Agrigento, da sottoporre ai tavoli tecnici e politici come una riflessione a quanto già in itinere e che segni, davvero, l’inizio di una nuova politica di sviluppo rurale e di un nuovo sistema di fare agricoltura. Una nuova cultura per l’agricoltura sull’agro-sostenibilità ambientale”.

“Il coinvolgimento del tessuto sociale del domani – ha aggiunto Maria Giovanna Mangione – come le scuole e le Università, ci sostiene e ci dà maggiore forza per andare avanti verso questa linea, condivisa da altri Ordini professionali e patrocinata anche dal nostro Consiglio nazionale”.

Uno stimolo anche secondo il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, per il quale “la Carta rappresenta una grande speranza per molti territori. C’è una quantità enorme di valorizzazione culturale che non obbedisce più a logiche di Nord, Centro e Sud. Per questo un unico argine sulla cultura può servire anche a fronteggiare la contemporanea emigrazione che patisce il nostro Paese, come accaduto per Agrigento che dai 500 mila visitatori del 2015 è passata a un milione nel 2019”.

“Con i beni culturali si mangia – ha concluso Firetto – e noi lo abbiamo dimostrato”.

Tra i principali fattori di novità della Carta, l’input di coniugare cultura, politiche di coesione e città, con la Valle dei Templi, per uno sviluppo che interessi sempre più settori.

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